Gli scrittori della porta accanto

25 aprile: 4 libri sulla Resistenza per festeggiare la Liberazione

25 aprile: 4 libri sulla Resistenza per festeggiare la Liberazione

Professione lettore Di Stefania Bergo. Oggi è la festa della Resistenza e della Liberazione. Il 25 aprile 1945, i partigiani liberarono Milano e Torino. Un giorno raccontato in letteratura grazie alle memorie dei sopravvissuti, fu il giorno dell'euforia e della rinascita.

Alle 8 del mattino, la radio diffuse il proclama del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia che ordinava l’insurrezione in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti. «Arrendersi o perire», questa la scelta lasciata alle truppe tedesche. In meno di una settimana, tutta l’Italia settentrionale venne liberata, grazie anche all'arrivo degli alleati, principalmente americani.
La festa della liberazione è quindi la festa della Resistenza, la festa della coscienza nazionale alla riscossa contro l'invasore straniero. La festa dei sopravvissuti con le maniche rimboccate fino ai gomiti per voltare finalmente pagina.



La letteratura ha dato ampio spazio alla Resistenza e della Liberazione del 25 aprile.

Proprio attraverso le memorie dei sopravvissuti, le raccolte delle lettere scritte dai partigiani, le opere narrative di fantasia intrise di valore patriottico e sacrificio umano che hanno contribuito a regalare ad ognuno di noi un futuro. Un futuro che al momento sembrava roseo, festeggiato con canti e balli lungo le vie cittadine.

Leggi anche Tamara Marcelli | Il 25 aprile nei versi dei poeti contemporanei


L'Agnese va a morire

di Renata Viganò
Eiunaudi
1949
ebook 7,99€
cartaceo 11,40€

«L'Agnese va a morire è una delle opere letterarie piú limpide e convincenti che siano uscite dall'esperienza storica e umana della Resistenza. Un documento prezioso per far capire che cosa è stata la Resistenza [...]. Piú esamino la struttura letteraria di questo romanzo e piú la trovo straordinaria. Tutto è sorretto e animato da un'unica volontà, da un'unica presenza, da un unico personaggio [...]. Si ha la sensazione, leggendo, che le Valli di Comacchio, la Romagna, la guerra lontana degli eserciti a poco a poco si riempiano della presenza sempre piú grande, titanica di questa donna. Come se tedeschi e alleati fossero presenze sfocate di un dramma fuori del tempo e tutto si compisse invece all'interno di Agnese, come se lei sola potesse sobbarcarsi il peso, anzi la fatica della guerra [...]».
Per la prima volta da quando l’avevano portato via, sognò Palita.
Subito lui l’abbracciò; parlava forte, con una bella voce: – sono venuto per dirti che sei una brava moglie e una brava compagna. Va’ pure avanti così, senza paura. Non ti succederà niente, a te e agli altri. Sono contento che tu lo sappia, che cosa mi hanno fatto i tedeschi.
Renata Viganò, L'Agnese va a morire


Il sentiero dei nidi di ragno

di Italo Calvino
Mondadori
1947
ebook 7,99€
cartaceo 11,40€

«Questo romanzo è il primo che ho scritto; quasi posso dire la prima cosa che ho scritto, se si eccettuano pochi racconti. Che impressione mi fa, a riprenderlo in mano adesso? Più che come un'opera mia lo leggo come un libro nato anonimamente dal clima generale d'un'epoca, da una tensione morale, da un gusto letterario che era quello in cui la nostra generazione si riconosceva, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Al tempo in cui l'ho scritto, creare una 'letteratura della Resistenza' era ancora un problema aperto, scrivere 'il romanzo della Resistenza' si poneva come un imperativo; ...ogni volta che si è stati testimoni o attori d'un'epoca storica ci si sente presi da una responsabilità speciale ...A me, questa responsabilità finiva per farmi sentire il tema come troppo impegnativo e solenne per le mie forze. E allora, proprio per non lasciarmi mettere in soggezione dal tema, decisi che l'avrei affrontato non di petto ma di scorcio. Tutto doveva essere visto dagli occhi d'un bambino, in un ambiente di monelli e vagabondi. Inventai una storia che restasse in margine alla guerra partigiana, ai suoi eroismi e sacrifici, ma nello stesso tempo ne rendesse il colore, l'aspro sapore, il ritmo...»
Forse non farò cose importanti, ma la storia è fatta di piccoli gesti anonimi, forse domani morirò, magari prima di quel tedesco, ma tutte le cose che farò prima di morire e la mia morte stessa saranno pezzetti di storia, e tutti i pensieri che sto facendo adesso influiscono sulla mia storia di domani, sulla storia di domani del genere umano.
Italo Calvino, Il sentiero dei nidi di ragno


Pane nero

Pane nero

di Miriam Mafai
Ediesse
1974
cartaceo 14,25€

«L'avventura di guerra dell'Italia fascista durò cinque anni, durante i quali centinaia di migliaia di donne combatterono la più lunga battaglia della loro vita: contro la fame, contro le bombe, contro una guerra la cui fine si allontanava di giorno in giorno, sempre di più. Con la forza evocativa di un maestro neorealista, Miriam Mafai ricostruisce la vita quotidiana di questo esercito femminile. Madri, mogli, ragazze, operaie, mondine, borghesi e principesse, ebree e gentili, fasciste e partigiane, "pescecane" e borsare nere. Ne nasce un'epopea che ha come scenario le città bombardate, le campagne percorse dalle fanterie di tutti gli eserciti, Roma, città aperta. È questa la prima storia delle donne vissute negli anni del "pane nero", anni che le videro balzare al ruolo di capofamiglia e di uniche vincitrici della guerra perduta.»
Luciana che partorisce in un basso di Napoli nell’intervallo tra due bombardamenti; Bianca che con i figli, il grammofono e la cassetta dei gioielli attraversa a piedi l’Abruzzo; Marisa che a Roma occupata dai tedeschi impara a sparare; Sofia che da Milano si rifugia con le sue provviste di tè e la sua biblioteca in un paesino al confine con la Svizzera; Zita, la mondina di Cavriago che ha il fratello partigiano e il fidanzato nell’esercito repubblichino; e ancora la confinata Cesira, Lela che comanda le ausiliarie di Salò nel Veneto; Carla che durante tutta la guerra fa la postina aspettando il ritorno del marito; Lucia che impara a guidare il tram a Milano e il marito non lo aspetta più; la Biki che continua imperterrita a preparare le sue collezioni di abiti da sera…
Alla fine non ho scritto la storia di una soltanto di loro. Ho tentato invece di scrivere la storia di tutte queste donne insieme, attraverso gli anni che vanno dal 1940 al 1945.
Miriam Mafai, Pane nero


La storia

di Elsa Morante
Einaudi
1974
ebook 6,99€
cartaceo 15,20€

«A questo romanzo (pensato e scritto in tre anni, dal 1971 al 1974) Elsa Morante consegna la massima esperienza della sua vita "dentro la Storia" quasi a spiegamento totale di tutte le sue precedenti esperienze narrative: da "L'isola di Arturo" a "Menzogna e sortilegio". La Storia, che si svolge a Roma durante e dopo la seconda guerra mondiale, vorrebbe parlare in un linguaggio comune e accessibile a tutti.»
Si sa che la fabbrica dei sogni spesso interra le sue fondamenta fra i tritumi della veglia o del passato.
Elsa Morante, La storia

La storia della mia vita è intimamente legata al 25 aprile, quando l'euforia si riversò per le strade, e la gioia per la liberazione sciolse ogni barriera tra sconosciuti, allora semplicemente italiani, partigiani non più in guerra. 

In quel momento di esaltazione e rivendicazione dell'orgoglio patriottico, i miei nonni si conobbero e si amarono. Culturalmente e socialmente dissimili, accomunati dalla giovinezza e dalla passione travolgente, crearono in pochi mesi un legame abbastanza forte da mettere al mondo una figlia, mia madre, ma non sufficiente ad opporsi alle decisioni della famiglia di lui, in particolare di quella che biologicamente sarebbe la mia bisnonna. Così, dopo il guizzo di quella primavera, le loro vite proseguirono parallele.
L'altro mio nonno, invece, non festeggiò la Liberazione. Morì da partigiano in uno scolo di campagna, a soli diciannove anni, lasciando mia nonna con due pargoli da crescere e una vita da costruire, al pari dell'Italia del dopo guerra. Il suo corpo fu esposto sotto il porticato del teatro comunale, come monito per i ribelli. Il suo sacrificio, e quello di mia nonna che finse di non riconoscerlo per proteggere i suoi figli, ha reso possibile la mia esistenza.
E oggi è bene ricordare proprio questo, il sacrificio di tanti italiani che hanno resistito in nome di un ideale di giustizia e libertà e, insieme agli alleati stranieri, ci hanno liberato dall'oppressione fascista e dalla guerra. Ecco perché oggi è la festa della Resistenza e della Liberazione.




Stefania Bergo


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