Gli scrittori della porta accanto

Recensione autori emergenti "1976 L’urlo dell’Orcolàt"

1976 L’URLO DELL’ORCOLÀT
di Angélique Gagliolo
Panda Edizioni 
ISBN 9788899091309
ebook 2,99€ | Amazon

Nel 1976 il Friuli fu colpito da un terribile terremoto, che spezzò un migliaio di vite umane e frantumò case, fabbriche e chiese. In questa devastazione i friulani non perdettero la propria dignità e si rimboccarono le maniche e con laboriosità ricostruirono i loro paesi, dando una nuova vita al Fruli.
In questo frangente è ambientata la storia di Elvira. Ce la farà?


RECENSIONE

Elvira è una giovane donna, cresciuta in una famiglia umile che le ha trasmesso dei saldi valori tra cui lo spirito del dovere. E’ per questo motivo che accetta di buon grado il lavoro di insegnante in una scuola elementare del suo paese, anche se non soddisfa appieno le sue aspettative. Negli anni settanta, un paese come Gemona, ma anche in tutta la regione del Friuli, in generale, scarseggia di lavoro e molti suoi compaesani vivono la condizione di emigranti, tra cui lo stesso padre che si è dovuto trasferire in Svizzera e torna a casa saltuariamente. La sua vita scorre tranquilla, scandita dai ritmi del lavoro, dalla condivisione delle faccende domestiche con la madre e da qualche breve passeggiata sui monti, che le consentiranno di coltivare la sua nascente passione per la fotografia. In più, all’orizzonte, si sta tracciando la figura del suo primo amore, ingenuo e romantico. Tutto, sembra rientrare nella norma; quasi un percorso prestabilito per una ragazza senza tanti grilli per la testa, qual è Elvira. Tuttavia, l’imprevisto può essere sempre in agguato. Anche un evento fortuito di minime dimensioni, a volte, può spezzare la catena del consueto. Quando poi, quell’avvenimento è di entità imponente, lo stravolgimento dell’esistenza diventa totale. Alle ore ventuno del sei Maggio 1976, un terremoto di dieci gradi della scala Mercalli, raserà quasi al suolo, tra gli altri, anche la sua amata Gemona e le ruberà, per sempre, non solo i suoi pochi beni materiali ma anche l’affetto di sua madre, dell’amica del cuore e di un gran numero di conoscenti. E’ la devastazione totale e la disperazione. E’ un incubo che la farà sobbalzare da letto, più di qualche notte, che le toglie qualsiasi gioia di vivere e di guardare al futuro, che le fa conoscere la straziante nostalgia di persone amate e la destabilizzante consapevolezza che nulla più potrà essere come prima. Elvira soffre. Soffre per lei, per la sua terra violentata e per i suoi compaesani, ma come tutti loro, non cede. Ricaccia indietro le lacrime, si rialza, rimbocca le maniche e riprende in mano la sua esistenza, plasmandola, questa volta, a sua discrezione e imprimendole un decorso del tutto gratificante.
Indubbiamente, questa storia, tocca il cuore. Non potrebbe essere che così, soprattutto per tutti quelli che, come nel mio caso, serbano ancora un tragico ricordo di quei terribili eventi del 1976. Non sono stata toccata direttamente da quel terrificante terremoto ma l’ho vissuto, pur nella mia giovane età di allora, come una catastrofe che mi ha solo sfiorata, facendomi sentire unita e solidale con lo sfortunato popolo friulano. Elvira, forse, è un personaggio immaginario, ma identifica tutte le persone che si sono viste crollare il mondo addosso, e non soltanto in senso figurato e che, con determinazione e coraggio, hanno dovuto ripartire da zero per costruirsi una nuova vita. “1976 L’urlo dell’Orcolàt” è scritto in maniera semplice e si presta a una lettura molto scorrevole. Ben delineati i personaggi e dettagliate le ambientazioni, anche se, a mio avviso, alcuni aspetti emotivi e alcune situazioni, potevano essere maggiormente sviluppati. Ho apprezzato la scelta dell’autrice, di non calcare la mano sugli aspetti tragici e dolorosi per smuovere la sensibilità e compassione del lettore e cercare di accattivarselo, considerato l’argomento che ben si poteva prestare a tale eventualità. Il suo stile è delicato, riservato e fiero, caratteristiche che contraddistinguono il popolo del quale racconta e di cui, ritengo, ne faccia parte.





Ornella Nalon
I miei hobby sono: il giardinaggio, la buona cucina, il cinema e, naturalmente, la scrittura, che pratico con frequenza quotidiana. Scrivo con passione e trasporto e riesco a emozionarmi mentre lo faccio. La mia speranza è di trasmettere almeno un po’ di quella emozione a coloro che leggeranno le mie storie.
Quattro sentieri variopinti”, Arduino Sacco Editore
Oltre i Confini del Mondo”, 0111 Edizioni
Ad ali spiegate”, Edizioni Montag
Non tutto è come sembra”, da 0111 Edizioni.



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