Gli scrittori della porta accanto

La pietà dell'acqua, di Antonio Fusco

Libri Recensione di Stefania Bergo. La pietà dell'acqua di Antonio Fusco, Giunti, 2015. Il commissario Casabona in un altro avvincente caso da risolvere.

La pietà dell’acqua, immobile, silenziosa, in questo secondo romanzo di Antonio Fusco, custodisce nel suo grembo la verità, complice del tempo che pare, a volte, fermarsi.
Il giorno di ferragosto, il commissario Casabona viene chiamato a indagare su un omicidio, trascurando, per l’ennesima volta, la moglie Francesca. Nel comune di Valdenza, sulle colline toscane, viene infatti ritrovato cadavere Quirino Spagnesi, inginocchiato davanti all’albero dell’impiccato, freddato con un colpo di pistola alla nuca. Inizia così un’indagine che porterà Casabona anche a Firenze e a Parigi, inseguendo la verità, di cui è fanatico, e un dossier, intitolato Case 178.
La menzogna è rassicurante e con il tempo si fa dimenticare. La verità, invece, è rivoluzionaria. Se ci si abitua non basta mai.

La trama è complessa, ma narrata con una tale fluidità da Antonio Fusco, che è impossibile perdersi, densa di personaggi molto ben caratterizzati, quasi fotografati

Si ha l’impressione che l’autore, funzionario della Polizia di Stato e criminologo forense, stia raccontando fatti realmente accaduti, tanto è verosimile la narrazione. Ad ogni capitolo, si aggiungono nuovi dettagli e logiche congetture, e il disegno si delinea sotto gli occhi del lettore che apparentemente ha tutti gli elementi per arrivare alla giusta conclusione. Eppure, ogni volta che il puzzle appare completo, in realtà ci si accorge che è solo una parte del tutto, perché altri omicidi accadono o vengono riportati alla mente quelli passati, spinti così in fondo nell’oblio dei ricordi e delle acque del lago di Bali, da riemergere con fragore.
Per la terza volta, quell'orribile tragedia consumatasi nel paesino ora ricoperto dalle acque del lago di Bali tornava alla luce per invocare giustizia.
La vicenda, infatti, pare avere un baricentro, sommerso dalla pietà dell’acqua che, come una coperta opaca, ne cela il ricordo, dando apparente pace ai morti, complice del tempo che, spesso, nega loro giustizia.

Un barbaro eccidio accaduto nel novembre del 1944, il giorno prima della ritirata dei tedeschi da Torre Ghibellina, è il filo conduttore del libro.

Una famiglia di sette persone, tra cui una bambina di appena un anno e la sorella quindicenne, violentata e finita a sassate. Il dossier redatto all’epoca, scompare nell’armadio della vergogna, insabbiato dalla corruzione che lega spesso denaro alla copertura di cariche politiche ambite, in nome di una millantata fedeltà al benessere dello Stato.
«Tommaso […] tu sei un fanatico idealista, io sono una persona concreta e penso che qualche volta sia lecito prendere scorciatoie per arrivare al fine ultimo che è la tutela dello stato […]»
«Della legge. La tutela della legge, non dello stato […]» specificò Casabona.
Ma la vera pace dei morti è solo quella della giustizia. L’acqua, al più, può lavare via il sangue e dissetare chi chiede vendetta, ma è solo la verità che può illuminare anche il caso più intricato. Casabona, malgrado in un primo momento sia stato estromesso dalle indagini, continua imperterrito a cercarla, come un paladino, il cavaliere buono che, malgrado la sua vita si sgretoli, rimane tutto d’un pezzo.

A parte una breve parentesi passionale, le atmosfere sono quelle tipiche del romanzo giallo.

A tratti romanticamente noir nel ricordo della strage o della storia dell’omicida o della solitudine del commissario, seduto su una poltrona della sua casa al mare, nel buio della notte, in ascolto delle onde e della tromba nostalgica di Chet Backer.
Il finale è tutt’altro che scontato e, a mio avviso, conferisce all’opera drammaticità, rivelando l’estrema sensibilità dell’animo dell’autore, che non cede alla freddezza con cui, solitamente, sono scritti i polizieschi.
Rimase ancora un po’ a osservare quella scena e si commosse. Anche se avrebbe giurato a chiunque lo avesse visto che erano solo gocce di pioggia quelle che gli scendevano sul viso.
La pietà dell'acqua di Antonio Fusco è un romanzo che sa coinvolgere, non solo per il suo lato noir, la curiosità di conoscere l’epilogo o l’effettivo svolgimento dei fatti, o l’incalzante succedersi degli eventi, ma anche per l’aspetto umano, il tratteggio dei personaggi, in particolare di Casabona, per cui non si può non provare empatia ed essere solidali col suo bisogno di verità.




La pietà dell'acqua

di Antonio Fusco
Giunti
Giallo | Noir | Thriller
ISBN 9788809808300
ebook 1,99€
cartaceo 5,86€

Dopo il successo di "Ogni giorno ha il suo male", torna il commissario Casabona con un altro avvincente caso da risolvere. In La pietà dell'acqua, il nuovo imperdibile thriller di Antonio Fusco, il commissario, che con la sua intelligenza e umanità ha conquistato migliaia di lettori, deve occuparsi di un'inquietante serie di omicidi, in un'altra indagine tutta italiana.
È un ferragosto rovente e sulle colline toscane ai confini di Valdenza viene trovato il corpo di un uomo, ucciso con una revolverata alla nuca, sotto quello che in paese tutti chiamano “il castagno dell’impiccato”. Non un omicidio qualunque, ma una vera e propria esecuzione, come risulta subito evidente all’occhio esperto del commissario Casabona, costretto a rientrare in tutta fretta dalle ferie, dopo un’accesa discussione con la moglie. Casabona non fa in tempo a dare inizio alle indagini, però, che il caso gli viene sottratto dalla direzione antimafia. Strano, molto strano. Come l’atmosfera di quei luoghi: dopo lo svuotamento della diga costruita nel dopoguerra, dalle acque del lago è riemerso il vecchio borgo fantasma di Torre Ghibellina, con le sue casupole di pietra, l’antico campanile e il piccolo cimitero. E fra le centinaia di turisti accorsi per l’evento, Casabona si imbatte in Monique, un’affascinante e indomita giornalista francese. O almeno, questo è ciò che dice di essere. Perché in realtà la donna sta indagando su un misterioso dossier che denuncia una strage nazista avvenuta proprio nel paesino sommerso.
Un dossier scottante, passato di mano in mano come una sentenza di morte, portandosi dietro un’inspiegabile catena di omicidi. E tra una fuga a Parigi e un precipitoso rientro sui colli, Casabona sarà chiamato a scoprire che cosa nascondono da decenni le acque torbide del lago di Bali. Qual è il prezzo della verità? E può la giustizia aiutare a dimenticare?


Stefania Bergo
Non ho mai avuto i piedi per terra e non sono mai stata cauta. Sono istintiva, impulsiva, passionale, testarda, sensibile. Scrivo libri, insegno, progetto ospedali e creo siti web. Mia figlia è tutto il mio mondo. Adoro viaggiare, ne ho bisogno. Potrei definirmi una zingara felice. Il mio secondo amore è l'Africa, quella che ho avuto la fortuna di conoscere e di cui racconto nel mio libro.
Con la mia valigia gialla, StreetLib collana Gli scrittori della porta accanto (seconda edizione).


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