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Note di versi: tra poesia e musica

Note di versi: tra poesia e musica

La musicalità è sempre stata parte fondante ed essenziale della Poesia, già implicita nel suo elemento originario. Ma cos’è la Poesia? E la Musica?

Poesia. La si può definire? Si può insegnare? È davvero possibile spiegarla?
Fin dalle origini della letteratura conosciuta, la Poesia ha sempre rappresentato un mondo parallelo a quello della realtà tangibile, spesso definito fantastico, ideale, un rifugio per l’anima, lo specchio dei sentimenti. Nonostante in ogni epoca vi siano state delle differenze nell’individuare il suo senso, la sua finalità, estrinseca o intrinseca che fosse, la Poesia ha mantenuto costante l’interesse per l’uomo in tutta la sua complessità. Ed è per questo che, forse più di tutte le altre Arti, è quella che può aiutarci a disegnare meglio l’evoluzione dell’umanità, ad affrescare il muro della storia.
Quale definizione migliore della Poesia può esserci se non quella sgorgante, magnificamente, dalle parole alate di quei Grandi che ce la donarono?
Poesia
È il mondo, l’umanità,
la propria vita
fioriti nella parola;
è la meraviglia
di un delirante fermento.
Giuseppe Ungaretti

Questa breve introduzione vuole solo dare uno sguardo d’insieme all’immenso mondo della Poesia, un mondo talmente variegato da riuscire ad accogliere l’universo dell’animo umano, così disomogeneo. 

Perché la Poesia non è omogeneità, schema, determinatezza, ma un battito d’ali, un suono, un ricordo, un profumo, un dolore, un’immagine, qualcosa di inafferrabile ma talmente concreta nella sua indeterminatezza da riportarci all’essenza profonda del mondo.
E la Poesia è Arte a sé, o piuttosto un contenitore di tante altre espressioni artistiche?
La Pittura è una Poesia,
che si vede e non si sente,
e la Poesia è una Pittura,
che si sente e non si vede.
Leonardo Da Vinci

La Poesia nell'Antica Grecia.

Le origini della Poesia greca si possono individuare nella trasmissione delle leggende orali su dèi ed eroi dell’età micenea XVI-XII sec. a.C. da parte dei cantori girovaghi che si esibivano in occasione di feste religiose e banchetti nelle corti. Rimane la leggenda di un vasto patrimonio epico che culmina con la figura di Omero nel VIII e VII sec. a.c., a cui furono attribuite le opere Iliade e Odissea.
Nel VIII sec. a.C., in Grecia, il filosofo Platone scriveva: «una cosa lieve e alata e sacra», definendo la Poesia che pur era considerata “pericolosa” poiché accusata di alimentare le passioni che la ragione avrebbe dovuto limitare in un continuo sforzo per non rimanere turbata.
Nel  IV sec. a.C. il filosofo Aristotele affermava che Arte e Poesia rispecchiano Realtà e Ideale e che con il procedimento catartico (purificatore), che proprio la Poesia agevola, l’animo umano ritrova il suo equilibrio.
Nel III sec. a.C. il filosofo Epicuro riteneva che la Poesia fosse utile ad insegnare agli uomini ad evitare il Dolore.

La Poesia nella Roma Antica.

I sec. a.C.: il poeta Quinto Orazio Flacco più noto come l’autore del componimento Carpe diem, considera la Poesia un mezzo per dilettare ma allo stesso tempo utile a livello morale. L’artista deve essere libero, deve ispirarsi a principi di coerenza, semplicità, spontaneità, ma deve anche possedere cultura e sapienza. Le emozioni che il poeta intende trasmettere devono poter raggiungere il lettore, devono essere fruibili, non fini a se stesse.
Nel IV sec. d.C. S. Agostino ritiene che l’Arte sia la strada per raggiungere la Bellezza Divina. La funzione diventa quella di elevare lo spirito umano, non di distrarlo. Secondo questa visione, l’Arte in generale e la Poesia in particolare, rappresentano forme di illuminazione derivanti direttamente da Dio. I concetti espressi nell’Arte sono impregnati di morale e fede.

La Poesia del Trecento: Dante e Petrarca

Nel XIV sec. Dante scrive Amore spira e ditta dentro definendo la Poesia e inserendo i principi di ispirazione e spontaneità. I versi, caratterizzati da una potente ed immediata espressività, provengono direttamente dall’anima del Poeta che li accosta magistralmente pur osservando le regole stilistiche e una ricerca attenta di rime, parole, ritmo.
Petrarca ritiene che la Poesia derivi dall’esperienza della vita, ne rappresenti in qualche modo la verità. È lo studio della Natura da cui il Poeta trarrà il senso della sua opera, dipingendola con una bellezza nobile, senza travisarla o modificarla, ma con l’incanto leggero della parola.

Dal Rinascimento all'800.

Nel Rinascimento, l’Arte e la Poesia contribuiscono alla ricerca di se stessi e di quella consapevolezza di sé come dell’uomo che fa la storia. Il filosofo Giordano Bruno ritiene che la Poesia si manifesti con “eroico furore”, partecipando al divenire dell’universo e alla divina armonia.
Il '600 è un secolo complesso. Si assiste al cosiddetto periodo barocco  che può essere incardinato tra la fine del Cinquecento e l’anno 1670 – che assegna il primato alla volontà di meravigliare, liberando la Poesia dalle regole classiche. La Poesia diventa gioco, bel verso, linguaggio raffinato, ornamento, intrisa di sogni e simboli. Giambattista Marino scriveva «è del poeta il fin la meraviglia».
L’estetica e la fantasia innovano l’Arte e la Poesia del '700. Per il filosofo Giambattista Vico la Poesia è espressione dello spirito, deriva dalle immagini create dalla fantasia contrapposta all’intelletto che invece crea concetti razionali. È una forma spontanea, quasi impulsiva che si esplicita nelle parole, nei simboli, nei ritmi ben cadenzati.
Il Romanticismo, il Naturalismo e il Simbolismo offrono diverse “angolazioni” della Poesia: libertà e creatività, aderenza alla realtà o un mondo dipinto attraverso i colori del simbolo. Inoltre il Neoclassicismo, il Decadentismo, la Scapigliatura, il Pre-crepuscolarismo evidenziano come sia stato un secolo particolarmente fecondo per l’Arte. Non solo in Italia.

La Poesia nel '900.

In questo secolo si trovano altre correnti artistiche e letterarie. Il Futurismo per cui l’arte è tensione verso il domani, verso il divenire raggiunto con l’originalità e la rottura delle regole. Il filosofo Benedetto Croce scrive «l’Arte è intuizione». La conoscenza avviene attraverso la fantasia, lo spirito, le emozioni, attraverso l’identità tra contenuto e forma, ma senza fini morali. Per l’Esistenzialismo l’Arte rende il vero spirito delle cose aiutando l’uomo ad evadere dalle trame negative della realtà, per tornare alla natura, all’origine. Il Surrealismo e l’Ermetismo sono altri movimenti artistici che caratterizzano profondamente questo secolo così particolare e ricco di eventi storici. Il Surrealismo concentra l’attenzione sui sogni, sulla follia che liberano l’uomo dalla razionalità che lo inibisce, sul processo inconscio che allontana i condizionamenti sociali, sull’amore come centro di tutto. Si deve conoscere oltre la realtà. L’Ermetismo ci presenta una Poesia “chiusa”, volutamente complessa e ricca di analogie, libera da ogni finalità che non sia quella di raggiungere il senso profondo dell’animo umano. L’uso di un linguaggio evocativo, delle allusioni e del generale tono raccolto, l’indeterminatezza, l’apparente illogicità, fanno emergere principalmente gli stati d’animo del poeta, le emozioni e i sentimenti nascosti.
A fine Novecento si torna ad una esperienza umana che genera l’Arte e, pur mettendone in risalto l’estetica, la sottrae ad un processo spirituale che l’ha creata.

Poesia e Musica.

La musicalità è sempre stata parte fondante ed essenziale della Poesia, già implicita nel suo elemento originario. I poemi epici, come la voce del Coro del teatro greco, si ascoltavano, erano parola e Nella Mitologia, il Canto di Orfeo, figlio della Musa Calliope (ispiratrice della poesia epica nella mitologia greca), sceso negli Inferi, utilizzando la Musica della cetra e la Poesia convince gli dei a restituirgli la moglie Euridice. Ciò rappresenta la metafora del potere della Poesia e della Musica di rendere chiari e visibili i sentimenti e di coinvolgere l’animo umano.
Felice colui che le Muse hanno caro, dolce dalla sua bocca fluisce il canto.
Esiodo
Mallarmé, uno dei “Poeti Maledetti”, nel 1893 scriveva:
Quello che io faccio è Musica. Chiamo così quella che si può ricavare dall’accostamento eufonico delle parole… ma l’al di là magicamente prodotto da certe disposizioni della parola… il termine Musica va inteso qui nel senso greco, che in sostanza significa idea o ritmo tra dei rapporti; più divina in questa accezione che non nella sua espressione pubblica sinfonica.
Mallarmé

Il suono e il ritmo sono mezzi per rendere fluido il verso, che deve essere alleggerito, liberato da riferimenti troppo espliciti, della determinatezza. 

Il focus viene spostato all’emozione, alla suggestione, lasciando indietro gli orpelli troppo qualificanti.
In Italia con l’Ermetismo della “poesia pura” si riflette il principio espresso da Mallarmé: il primato del “significante” (parola, musicalità) sul “significato”. E la Lirica simbolista francese, poi nel 900 cambia la prospettiva.
A.Schopenhauer nel 1819 ne Il mondo come volontà e rappresentazione afferma il primato della Musica, definendola «riproduzione dell’essenza del mondo».
Edgar Allan Poe nel 1846 scrive:
La Musica è come l’idea della Poesia. L’indeterminatezza della sensazione suscitata da una dolce aria che dev’essere rigorosamente indefinita, è precisamente quello a cui dobbiamo mirare in Poesia.

F.Nietzsche nel 1872 afferma il primato della Musica nell’opera La nascita della tragedia. Si assiste in generale ad una profonda crisi della Poesia in questo periodo. Paul Varlaine afferma che si deve ricercare la musicalità nei versi come vera espressione della Poesia, non come abbellimento.


Tamara Marcelli
Artista poliedrica, eccentrica, amante dell'arte in tutte le sue forme. Una sognatrice folle. Ha studiato Lettere e Tecniche dello Spettacolo, canto e recitazione per oltre dieci anni e ha lavorato come attrice in alcuni importanti Teatri del Lazio. Scrive poesie, romanzi, testi teatrali, articoli e saggi.
Il blu che non è un colore,  Montag.
Il sogno dell'isola,  Montag.


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