Gli scrittori della porta accanto

Daniele Silvestri, quando la musica leggera ha un certo peso

Daniele Silvestri: musica e impegno sociale, dal romanticismo delle ballate leggere alle tematiche politiche attuali e profonde di cambiamento, rivoluzione, rivolta.

Tra i cantautori italiani che ammiro maggiormente, spicca Daniele Silvestri, che mi colpisce maggiormente quando dalle sue parole trapela l'impegno sociale, ancora prima che politico. Nel caso di Silvestri, la musica e le parole abbandonano la loro leggerezza di facciata per affrontare tematiche attuali e profonde.
L'idea di condividere con voi queste mie riflessioni mi è venuta quando nei giorni scorsi ho ascoltato "Il mio nemico", brano del 2002 quanto mai attuale, in cui il cantautore identifica come nemico non il diverso da noi, non i membri di un esercito, ma chi governa e chi, con la ricchezza, muove le pedine del sistema mondo. Appare quasi superfluo evidenziare la contemporaneità dei versi:
se avrai qualche dannata guerra da fare, non farla col mio nome, che non hai mai domandato la mia opinione; se ti difenderai non farlo nel mio nome...



Finché sei in tempo tira
e non sbagliare mira
probabilmente il bersaglio che vedi
è solo l'abbaglio di chi da dietro spera
che tu ci provi ancora
perché poi gira e rigira gli serve solo una scusa
la fregatura è che è sempre un altro che paga
e c'è qualcuno che indaga per estirpare la piaga
però chissà come mai qualsiasi cosa accada
nel palazzo lontano nessuno fa una piega
serve una testa che cada e poi chissenefrega
la prima testa di cazzo trovata per strada
serve una testa che cada e poi chissenefrega
la prima testa di cazzo trovata per strada
se vuoi tirare tira
ma non sbagliare mira
probabilmente il bersaglio che vedi
è solo l'abbaglio di chi da dietro giura
che ha la coscienza pura
ma sotto quella vernice ci sono squallide mura
la dittatura c'è ma non si sa dove sta
non si vede da qua, non si vede da qua
la dittatura c'è ma non si sa dove sta
non si vede da qua, non si vede da qua

il mio nemico non ha divisa
ama le armi ma non le usa
nella fondina tiene le carte visa
e quando uccide non chiede scusa
il mio nemico non ha divisa
ama le armi ma non le usa
nella fondina tiene le carte visa
e quando uccide non chiede scusa

e se non hai morale
e se non hai passione
se nessun dubbio ti assale
perché la sola ragione che ti interessa avere
è una ragione sociale
soprattutto se hai qualche dannata guerra da fare
non farla nel mio nome
non farla nel mio nome
che non hai mai domandato la mia autorizzazione
se ti difenderai non farlo nel mio nome
che non hai mai domandato la mia opinione
finché sei in tempo tira
e non sbagliare mira
(sparagli Piero, sparagli ora)
finché sei in tempo tira
e non sbagliare mira
(sparagli Piero, sparagli ora)

il mio nemico non ha divisa
ama le armi ma non le usa
nella fondina tiene le carte visa
e quando uccide non chiede scusa
il mio nemico non ha divisa
ama le armi ma non le usa
nella fondina tiene le carte visa
e quando uccide non chiede scusa
il mio nemico non ha nome
non ha nemmeno religione
e il potere non lo logora
il potere non lo logora
il mio nemico mi somiglia
è come me
lui ama la famiglia
e per questo piglia più di ciò che da
e non sbaglierà
ma se sbaglia un altro pagherà
e il potere non lo logora
il potere non lo logora.

Già in una delle sue prime apparizioni, nel 1997 sul palco dell'Ariston, ribadiva il suo attaccamento ai diritti sociali di tutti e non di pochi.

Con "L'uomo col megafono", impegno duplicato alcuni anni a seguire, con il bellissimo brano "A bocca chiusa". Quest'ultimo pezzo appare di notevole importanza sia per il significato, poiché tratta di chi ancora crede nella possibilità di una rivolta pacifica, sia per il significante, essendo un brano interpretato anche con il linguaggio dei segni, con il nobile intento di non precludere la musica a nessuno, neanche a chi non può udirla, ma può solo vederla. 


L'affinità di questo autore con le tematiche del cambiamento, della rivoluzione, della rivolta, ha radici in brani come "Cohiba", in cui si narrano le imprese di Ernesto Guevara e dell'indipendenza cubana, ma anche in "La voglia di gridare" dove l'autore spiega che la forza di mille voci insieme può essere devastante e soprattutto invita a riflettere prima di farsi portavoce di slogan preconfezionati. 
La prima rivoluzione, quindi, è quella che porta ognuno di noi ad usare la propria testa, seguire le proprie idee e di conseguenza a rifiutare frasi fatte e esche lanciate allo scopo di manipolare le folle con frasi fatte. Inutile sottolineare l'importanza di trasmettere questo messaggio in un periodo in cui troppo spesso, anche attraverso l'uso e l'abuso dei social, le persone si trovano ad acclamare chi trasforma le espressioni "da bar" in propaganda elettorale.


Un artista, tante inclinazioni: brani ironici e leggeri, sentimentali, poetici, impegnati.

Con le mie parole, non rendo forse giustizia alle tante inclinazioni di questo artista: ironico in brani leggeri e divertenti quali "Il tango della doccia", "Paranza", "Samantha", sentimentale in ballate come "Occhi da orientale" e ci regala vere e proprie poesie in brani come "Aria"' oppure "L'autostrada", a mio avviso una delle sue prove più alte.
Fresco di collaborazione con Max Gazzé e Niccolò Fabi, sia in un fortunato tour, che nella raccolta "L'amore non esiste", durante il prossimo inverno tornerà ai suoi impegni da solista in un tour teatrale che toccherà le maggiori città italiane. 
Ampliato anche il suo impegno sul web, grazie alla creazione del suo sito La voce del megafono in cui compaiono interessanti editoriali suoi e dei suoi collaboratori.



per Medici con l'Africa Cuamm www.mediciconlafrica.org - Uganda


Gianna Gambini


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