Gli scrittori della porta accanto

Anteprima: Andrea Casella racconta "Terra incognita e altri incubi" nell'intervista di Elena G. Santoro

TERRA INCOGNITA e altri incubi 
di Andrea Casella
Zenzero Edizioni
Raccolta di racconti
ISBN 9788894118421
ebook 4,49€ Acquista 


Si tratta di una raccolta di racconti. 
"L’orrore di Canora" è solo uno dei racconti di Terra incognita e altri incubi. Terra che è, a volte, un villaggio abbandonato nel Cilento, un ossario umido e maleodorante, il reparto di anatomia patologica di un ospedale. 
Ma su cui grava sempre, fra i brividi e il terrore puro che scaturisce dalle pagine, l’unica domanda, l’Incognita: quanto, le nostre certezze su bene e male, vita e morte, realtà e sogno, sono fondate?




Raccontaci qualcosa di te: chi è Andrea Casella nella vita di tutti i giorni?
Se per “vita di tutti i giorni” intendi la conduzione di una vita mediamente banale nell'esistenza materiale, dirò che sono una persona completamente normale, che fa tutto ciò che fa la maggior parte delle persone (lavorare, uscire il sabato sera ecc.). D'altra parte, essendo uno gnostico convinto, mi riservo del tempo da dedicare alle mie pulsioni di carattere spirituale: sono infatti anche uno studioso di dottrina esoterica e filosofia. Tendo tuttavia a non mescolare mai i due livelli di vita di cui ho parlato, essendo convinto che lo spirito e il corpo debbano rimanere  assolutamente distinti e separati. Ciò mi porta ad agire a volte in modo apparentemente contraddittorio, ma bisogna riconoscere che tra spirito e corpo non può esserci reale contraddizione: questo è il mio modo di interpretare il precetto evangelico: “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”.

Questo è il primo libro che pubblichi?
Questo è il primo libro che pubblico, sì, anche se su riviste digitali specializzate in esoterismo e gnosticismo si possono trovare svariati miei articoli.

Veniamo al libro, “Terra incognita e altri incubi”, Zenzero Edizioni. Com’è nata l’idea?
Diciamo che quando l'ispirazione interviene c'è poco da fare: bisogna scrivere; ed è un po' come eseguire un dettato. Ciò che costituisce il prodotto finito della creazione artistica è tuttavia il risultato di un lungo lavoro di rifinitura. La mia fortuna è quella di ricevere una grossa mano dai sogni. Molti spunti per i miei racconti li ho trovati in sogno. In questo mi sento molto vicino a un grande della letteratura horror come H. P. Lovecraft, di cui faccio, modestamente, uno dei miei modelli letterari. “La valle di Nivim”, racconto contenuto nella terza sezione della raccolta, ad esempio, non è che la trasposizione su carta di un sogno che feci tempo fa.

E' una raccolta di racconti horror. Ci racconti di che cosa parla, e se c’è un filo conduttore comune?
Era mia intenzione comporre un’opera unitaria, per quanto ciò fosse possibile relativamente a una raccolta di racconti, e quindi a qualcosa di per sé improntato a un’estrema frammentazione e disgregazione. Se mi è concesso parlare con linguaggio ripreso dalla scienza alchemica, quell’Uno che sottende la molteplicità di storie, personaggi e situazioni, è senz’altro l’ideale per cui le nostre vite di uomini comuni siano in balia di forze che trascendono i confini dello spazio e del tempo ordinari. Questo trascendimento può trovare espressione nell’antichità di popolazioni e culti ancestrali, come nei primi tre racconti della raccolta, che formano la sezione prima di un’ideale trinità dell’orrore. Ancora, esso può assumere la forma del male puro, come nella seconda parte; oppure infine la forma del piano onirico, come nella terza e ultima parte, in cui le coordinate spazio-temporali sono private di senso.

Qual è il target a cui ti rivolgi? Che tipo di lettori ambisci a conquistare?
Non mi rivolgo a un target specifico, perché le mie storie, anche se permeate di una dottrina non accessibile a chiunque, presentano situazioni ordinarie (seppur nelle soluzioni straordinarie), con uno stile (almeno spero) avvincente. D’altro canto, se la mia raccolta finisse tra le mani di esperti essi potrebbero leggervi tra le righe specifici riferimenti a dottrine e pratiche esoteriche. Le mie storie si prestano a molteplici interpretazioni, secondo un metodo che apparteneva alle scritture tradizionali fino al medioevo;  metodo che si è infine perso nel letteralismo semplicistico, dovuto all’affievolirsi della forza dello spirito umano nel corso della presente epoca di decadenza.

Quanto ti ha coinvolto intimamente la stesura di questa raccolta? C’è qualcosa di autobiografico?
Ogni racconto è stato un'avventura per me. L'esplorazione dei più riposti recessi della psiche (nell'accezione antica del termine, cioè “anima”) mi ha condotto alla luce dei tesori nascosti dell'ispirazione poetica. Molto di ciò che è contenuto nei miei racconti è perciò autobiografico, se con questa parola si intende un intimo sentire che trascende l'esteriorità dei fatti materiali in cui l'io si trova imprigionato.

Per scrivere questo libro hai dovuto svolgere delle ricerche?
Ricerche in senso stretto, no, ma le mie conoscenze esoteriche mi hanno aiutato a scrivere alcune storie. Prova ne sia il primissimo racconto: “Il figlio del caos”.

Tra un racconto e l’altro grava un’unica domanda: “quanto, le nostre certezze su bene e male, vita e morte, realtà e sogno, sono fondate?” C’è qualche messaggio particolare che speri di comunicare attraverso questa raccolta di racconti o preferisci lasciare che il lettore trovi le sue risposte?
Partendo dal presupposto che la comprensione stessa del Tutto sia un fatto intimo della singola persona (cosa che la dottrina tradizionale ha sempre saputo), nutro la speranza di essere riuscito a far recepire il messaggio secondo cui dietro l'apparenza di fenomeni slegati e frammentari si nasconde una fondamentale unità, con i suoi universi e le sue dimensioni. Quella è la vera Realtà, poiché l'esistenza degli enti, che si pretenda senza un Essere che li trascenda e ne sia il fondamento, non è che illusoria, come riconosce da millenni la dottrina indù.

Il finale chi l’ha deciso? Tu o i tuoi personaggi?
Io, ossia i miei personaggi. 

Grazie per essere stato con noi, Andrea. In bocca al lupo per i tuoi progetti futuri.


Elena Genero Santoro
Ama viaggiare e conoscere persone che vivono in altri Paesi. Lettrice feroce e onnivora, scrive da quando aveva quattordici anni.
Perché ne sono innamorata, Montag
L’occasione di una vita, ebook Lettere Animate
Un errore di gioventù, 0111 Edizioni
Gli Angeli del Bar di Fronte, 0111 Edizioni.



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