Gli scrittori della porta accanto

Recensione: Il giardino di Aita e Baba, di Alessandra Colombo, Giovanna Esposito, Claudia Ferraroli (con trad. inglese e francese)

Libri Recensione di Liliana Sghettini. Il giardino di Aita e Baba, di Alessandra Colombo, Giovanna Esposito e Claudia Ferraroli (Fabbrica dei Segni). Dal progetto di affido omoculturale I colori del legame, una favola scritta in italiano e francese

Cari amici oggi vorrei parlarvi di un progetto che si chiama I colori del legame voluto dalla cooperativa sociale di Lecco Il Talento e curato da Claudia Ferraroli, scrittrice ed illustratrice che già conosciamo dal libro Ti e Spinetta, in collaborazione con alcune operatrici direttamente impegnate sul campo. È un progetto meritevole di attenzione e mi piacerebbe si potesse, anche grazie a questo mio piccolo contributo, conoscere e diffondere sul territorio nazionale.
Sto parlando dell'affido omoculturale un'iniziativa che vede bambini e ragazzi stranieri ospitati, sul nostro territorio, da famiglie della loro stessa nazionalità già ben inserite nel contesto sociale. Consente quindi di trovare un ambiente affidatario simile a quello della famiglia di origine, sia dal punto di vista culturale che linguistico e religioso. Il progetto I colori del legame ha previsto in sua testimonianza, la realizzazione di una collana curata da La fabbrica dei Segni, editore molto attento alle tematiche sociali e dell'infanzia e proposti in doppia lingua.

In questa occasione vorrei proporvi una favola scritta in italiano e francese dal titolo Il giardino di Aita e Baba.

Aita è una madre affidataria, e come si apprende all'inizio della storia, nelle comunità dell'Africa occidentale accade spesso che gli adulti contribuiscano tutti alla crescita dei bambini, ed è per questo che i due protagonisti, Maguette e Mamadou la chiamano mamma. Si dice infatti che “ci vuole un villaggio per crescere un bambino”.
Durante il loro soggiorno i due piccoli chiederanno a mamma Aita come mai al loro arrivo in Italia non siano stati piantati, come accade nella loro terra d'origine, dei piccoli alberi di baobab e così noi, cari lettori, verremo a conoscenza di una bellissima leggenda.
Si narra che «il sapere è un tronco di baobab. Una sola persona non può abbracciarlo...». Questo è il ritornello di una nenia cantata dal Griot, cantastorie africano che si reca di di villaggio in villaggio, per raccontare le vicende di Bui, bambino forte e robusto ma anche vivace e molto generoso che da adulto, diviene riferimento per tutta la sua comunità. Bui, si narra che avesse trascorso molto tempo sotto un baobab del suo villaggio ad osservare il comportamento delle scimmie e per questo fosse diventato esperto e saggio al punto da poter aiutare tutti gli altri abitanti.

Dopo una vita trascorsa al servizio della comunità Bui, molto anziano, muore e viene seppellito sotto il baobab, dove ha trascorso praticamente tutta la sua esistenza.

Si racconta che, da quel momento in poi, fosse stata inaugurata una nuova tradizione secondo la quale ad ogni fioritura del baobab tutti gli abitanti del villaggio andavano a rendere omaggio al saggio Bui e in occasione di ogni nuova nascita si dovesse piantare un piccolo baobab.
Ma come risponderà mamma Aita ai suoi bambini per spiegare loro questa leggenda?
E sopratutto come vivranno la loro esperienza in Italia, paese così “diverso” da quello delle loro origini dove non è certamente possibile piantare e far sopravvivere un baobab?


IL GIARDINO DI AITA E BABA

di Alessandra Colombo, Giovanna Esposito, Claudia Ferraroli
ISBN 9788809810273
Fabbrica dei segni
cartaceo 8,00€
Narrativa per ragazzi 10+

Il giardino di Aita e Baba è una storia che ho apprezzato in modo particolare per i riferimenti all'albero maestoso che assume un valore simbolico molto forte per le popolazioni dell'Africa e dell'Australia, dove cresce.

Ma risulta anche evocativo di nostre tradizioni seppur legate ad alberi di altra specie ma di altrettanta grandezza.
Ho amato questo racconto perché si parla di radici, di forza, di condivisione, di solidarietà, comunione e fratellanza.
È evidente che, quali che siano i colori e le ambientazioni di una storia, i valori veri della vita restano gli stessi e sono in grado di rendere vicine le persone e creare legami solidi tra i popoli.

Mi preme segnalare altre due storie di questa bellissima collana che consiglio vivamente. si tratta di “Dov'è finito Karim?”, proposto in italiano ed arabo, e “Anitchè” anch'esso in italiano e francese.
Un sentito ringraziamento a tutti gli operatori della cooperativa sociale Il Talento per il loro impegno quotidiano, alla brava Claudia Ferraroli, autrice di grande sensibilità ed all'editore Fabbrica dei Segni.



Liliana Sghettini
Dottore Commercialista. Appassionata lettrice, si avvicina alla scrittura con alcune pubblicazioni di racconti brevi e scritti epistolari.
Impegnata nella scuola come rappresentante dei genitori, si interessa di pedagogia, didattica e psicologia.
Scrive recensioni, racconti, poesie e favole in compagnia di sua figlia, fonte inesauribile di ispirazione oltre che compagna di lettura.



Dear friends, today I would like to talk about a project called “The colour of bonds”, by The Talent, a co-op from Lecco. Claudia Ferraroli, writer and illustrator, is involved in this project together with a number of workers actively engaged in the field. It is a very interesting program and I would like to let more people know about it through my small contribution. I am talking about well integrated families who host migrant children of the same nationality in Italy. It is a kind of custody that helps to provide the same cultural, linguistic and religious environment of the original family for these children.
The colour of bonds” will be involved in the realization of a bilingual series by The Signs Factory, a publisher attuned to social as well as childhood themes. Here, I would like to talk about a fairy tale written in French and Italian called “The Garden of Aita and Baba”.
Aita is a foster mother and the two main characters, Maguette and Mamadou, call her ‘mamma’. In West African communities it is common for all adults to help raise children. They say that ‘It takes a whole village to help a child to grow’. The two small children ask mother Aita why no one planted a baobab tree when they arrived as they usually do in the place where they come from. This will introduce us to a beautiful legend.
They say that “knowledge is like a baobab’s trunk. One person cannot hug it all..” This is the refrain sang by the Griot, an African storyteller who goes from village to village to tell the story of Bui, a strong, lively and generous child. When he grows up he will became the reference point for his community.
They say that Bui had spent a long time under a baobab in his village watching the way the monkeys behaved. For this reason he had became very wise and could help all the people. When Bui becomes dies, he is buried under the same baobab where he lived all his life.
Since then all the people of the village honour the wiseman, Bui, every time the baobabs bloom. In addition, a new baobab was planted every time baby was born. How will mother Aita answer her children to explain this legend? Above all, how will they live in Italy, such a different country where it is not possible to plant a baobab?
I liked “The Garden of Aita and Baba” especially for its reference to this majestic tree, a strong symbol for the people from Africa and Australia where it grows. It recalls us of our traditions even if they refer to different trees equally big. I loved this story because it talks of roots, strength, solidarity and brotherhood.
It is clear that the true values of life remain the same and they can bring people together creating strong bonds between them. I would like to recommend two more stories from this beautiful series “Where is Karim?” in Arabic and Italian and “Anitchè” in French and Italian as well. I would like to thank the workers of the co-op The Talent for their daily work, Claudia Ferraroli for her deep awareness and The Signs Factory.


trad. di Rosaria Pepe
Si divide fra Napoli che adora e Sydney dove riesce a concentrarsi su ciò che ama, la scrittura. Viaggiatrice inquieta e avida di storie, dopo la Maturità classica ha conseguito la laurea in Lingue e Letterature Straniere, seguita negli anni da una seconda laurea in Scienze Infermieristiche. Questo le ha permesso di realizzare un sogno: viaggiare per conoscere, comprendere e donare. Le emozioni, le sensazioni e le storie si sono accumulate rendendo difficile il trattenerle.


Chers amis, je voudrais vous parler aujourd’hui d’un projet appelé “I colori del legame” (“Les couleurs du lien”) conçu par la coopérative de solidarité de Lecco Il talento et géré par Claudia Ferraroli, auteur et illustratrice (c’est bien Mme Ferraroli qui a écrit le livre “Ti et Spinetta”, que nous avons proposé dans cette section il y a quelque temps) en collaboration avec quelques opérateurs de la coopérative directement engagés dans le domaine social.
C’est un projet digne d’attention et j’aimerais bien qu’il soit connu et répandu sur tout le territoire national, même grâce à cette recension, qui représente ma petite contribution.
Il s’agit là de l’expérience appelé famille d’accueil homoculturel, prévoyant que les enfants et les adolescents étrangers soient accueillis, à l’intérieur du territoire italien, par des familles de leur même nationalité, bien intégrées dans le tissu social.
Le but principal est de trouver une famille d’accueil très semblable à la famille d’origine, du point de vue culturel mais aussi linguistique et religieux.
Le projet “I colori del legame” (“Les couleurs du lien”) a prévu, en tant que témoignage de cette expérience, la réalisation d’une collection de volumes bilingues publiés par La fabbrica dei Segni, un éditeur très sensible aux thèmes sociaux et aux questions concernant les enfants.
Je voudrais vous proposer là un conte écrit en italien et en français titré “Il giardino di Aita e Baba” (“Le jardin d’Aita et Baba”).
Aita est une mère d’accueil et, comme on apprend au début de l’histoire, chez les communautés de l’Afrique Occidentale il arrive souvent que tous les adultes contribuent à la croissance des enfants. Voilà pourquoi les deux protagonistes, Maguette et Mamadou, l’appèlent maman. On dit notamment qu’ “Il faut un village entier pour élever un enfant”.
Pendant leur séjour les deux enfants vont demander à maman Aita pourquoi, à leur arrivée en Italie, on n’a pas planté de petits arbres de baobab, comme il arrive par contre dans leur pays d’origine. Cette question nous permet, chers lecteurs, de connaître une très belle légende.
On raconte que “la connaissance est un tronc de baobab. Une seule personne n’arrive pas à tout le serrer dans ses bras ...”
Voilà le refrain d’une berceuses chantée par le Griot, un chanteur ambulant qui se rend d’un village à l’autre pour raconter les aventures de Bui, un enfant fort et costaud, mais aussi vivace et très généreux qui, une fois adulte, devient un repère pour toute sa communauté.
On raconte que Bui avait passé beaucoup de temps sous un baobab de son village pour observer le comportement des singes et comme il était devenu très expérimenté et sage grâce à cela, il pouvait aider tous les autres habitants.
Après une existence passée au service de sa communauté Bui, désormais très ancien, meurt. Il est enseveli sous le baobab où il a passé presque toute sa vie.
On raconte que, dès ce moment-là, une nouvelle tradition se développa, d’après laquelle, à chaque floraison du baobab, tous les habitants du village allaient rendre hommage au sage Bui. On raconte aussi qu’il fallait planter un petit baobab chaque fois qu’en enfant naissait.
Mais comment maman Aita va-t-elle répondre à ses enfants pour leur expliquer cette légende?
Et surtout, comment ces enfants vont-ils vivre leur expérience en Italie, dans un pays si “différent” par rapport à leur pays d’origine, un lieu où il n’est pas possible de planter et de faire survivre un baobab?
J’ai aimé ce conte parce qu’il y est question de racines, de force, de partage, de solidarité, de communion et de fraternité.
Il giardino di Aita e Baba” (“Le jardin d’Aita et Baba”) est une histoire que j’ai beaucoup appréciée, surtout pour les renvois à cet arbre majestueux ayant une valeur symbolique très forte pour les populations d’Afrique et d’Australie, les pays où il croit. Le baobab toutefois peut avoir également des liens indirects à nos traditions, où il est question d’arbres différents mais non moins imposants.
Il est évident que, quels que soient les milieux où se passe une histoire et les couleurs qui la caractérisent, les vraies valeurs de la vie sont toujours les mêmes et elles arrivent à rapprocher les personnes et à créer des liens forts entre les peuples.
Je tiens à vous rappeler deux autres histoires appartenant à cette collection remarquable que je vous conseille vivement: il s’agit de “Dov’è finito Karim?” (“Où est passé Karim?”) proposé en italien et en arabe et “Anitchè”, en italien et en français.
Mes remerciements sincères à tous les opérateurs de la coopérative de solidarité Il Talento per leur engagement quotidien, à Claudia Ferraroli, auteur et illustratrice très douée et de grande sensibilité et à la maison d’édition Fabbrica dei Segni.



trad. di Ilaria Biondi
Ilaria Biondi, si laurea in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Bologna. Durante il Dottorato di Ricerca in Letterature Comparate vive per lunghi periodi in Francia, dove approfondisce la conoscenza della lingua francese. Si occupa di traduzione letteraria e critica della traduzione, di letteratura francese e belga (in lingua francese) e letteratura tedesca dell’Ottocento. È appassionata di letteratura fantastica , science-fiction, letteratura al femminile, di viaggio, per l’infanzia e poesia.
Raymond Radiguet. Giovinezza perduta, eterna giovinezza, Delta Editrice.


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