Gli scrittori della porta accanto

Recensione: La vera storia del pirata Long John Silver, di Björn Larsson

Larsson, del quale ho avuto il privilegio di assistere alla presentazione di un suo libro in Italia, è fondamentalmente uno scrittore di mare. Le vicende da lui narrate, sono storie di mare. Raccontare “La vera storia del pirata Long John Silver” è stata, secondo me, un’impresa ambiziosa, pienamente riuscita. 
Il pirata, vecchio e stanco, rifugiatosi sulle coste del Madagascar, scrive un diario destinato a Jim Hawkins, il ragazzino dell’Isola del Tesoro, raccontando la sua vita avventurosa ed esecrabile.
Dall’arruolamento forzato, quando ara appena adolescente, su una nave negriera a Glasgow, agli anni trascorsi come quartiermastro sul Walrus, la nave del famigerato capitano Flint, fino alla sfortunata spedizione con Lord Trelawney e Jim Hawkins, alla ricerca del mitico tesoro di Flint, sull’Isola del Tesoro.
La storia di Long John, ripercorre, attraverso una serie di flashback e flashforward, gli ultimi anni eroici della pirateria nelle Indie Occidentali, prima della resa della Spagna all’Inghilterra, quando la pirateria divenne fuorilegge e perseguita anche nel Regno Unito, che fino a pochi anni prima armava e finanziava le navi pirata nella guerra di corsa contro i galeoni spagnoli.
Pur essendo inusuale raccontare questo genere di storie ai nostri giorni, il libro si legge con piacere e ci trasporta nel mondo della pirateria del XVIII secolo, con le sue leggi d’onore e le sue regole non scritte. Nello stesso tempo, ci apre gli occhi sulla vita dell’Europa di quell’epoca, fatta non solo di lustrini e parrucche delle corti reali di allora, ma anche dell’esistenza grama e terribile di chi ricco non era nell’Inghilterra del ‘700. Arruolamenti forzati sulle navi, fame, miseria, esecuzioni capitali all’ordine del giorno, malattie che non concedevano scampo, rendevano difficile per la maggior parte della popolazione arrivare alla vecchiaia.
Al di là della storia raccontata, credo che l’intento di Larsson sia stato proprio questo. Farci vedere la vita della gente comune.


Ci sono libri che danno pura gioia, facendo vibrare dentro di noi tutte le corde del nostro amore per la lettura: il racconto trascinante unito a temi che ci toccano nel profondo, la suspense e l’avventura e un sottile gioco letterario che stimola la nostra complicità, una documentata ricostruzione storica e il fascino di personaggi più grandi del reale, nati già immortali. È quel che capita con il romanzo di Björn Larsson: ci ritroviamo adulti a leggere una storia di pirati con lo stesso gusto dell’infanzia, riscoprendo quella capacità di sognare che ci davano i porti affollati di vascelli, le taverne fumose, i tesori, gli arrembaggi, le tempeste improvvise e le insidie delle bonacce, come anche il semplice incanto del mare e la sfida libertaria di ribelli contro il cinismo dei potenti. In più con la sorpresa di vederci restituito, in tutta la sua ambigua attrazione e vitalità, uno dei personaggi che davano a quell’infanzia l’emozione della paura: chi racconta in prima persona è Long John Silver, il temibile pirata con una gamba sola dell’Isola del Tesoro, fatto sparire da Stevenson nel nulla per riapparirci ora vivo e ricco nel 1742 in Madagascar, intento a scrivere le sue memorie. E non è solo a quell’“e poi?” che ci veniva sempre da chiedere alla fine delle storie che risponde Larsson, è al prima, al durante, al dietro: com’era il mondo all’epoca della pirateria, i legami con il commercio ufficiale, la tratta degli schiavi, il contrabbando, le atroci condizioni dei marinai, i soprusi dei capitani, il codice egualitario dei pirati, le loro efferatezze e quelle contro cui si ribellavano, le motivazioni e le ingenuità dei grandi “gentiluomini di ventura”. Ma è a un personaggio letterario che è affidato il compito di rivelare la “verità”, un personaggio cosciente di esistere solo nelle parole, che dialoga in un pub di Londra con Defoe fornendogli notizie per la sua storia della pirateria, che risponde a Jim Hawkins dopo aver letto L’Isola del Tesoro, e che, in quel continuo gioco di rimandi, indaga sul rapporto tra realtà e invenzione, sete di vivere e bisogno di immortalità, solitudine e libertà, con la consapevolezza che non esiste altra vera vita di quella che raccontiamo a noi stessi.

di Björn Larsson | Iperborea | Narrativa 
ISBN 9788870910759 | cartaceo 18,50€ Acquista | ebook 9,49€ Acquista




Franco Mieli
Da ragazzo scrivevo nel giornalino della scuola. Poi per decenni le varie fasi della vita mi hanno fatto abbandonare questa mia passione. Da circa 4 anni, con i figli ormai grandi, ho deciso di riprendere la scrittura. Coltivo la passione per l’archeologia e il trekking di cui ho trasferito le esperienze nei miei racconti.
Ombre pagane, Montecovello.



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