Gli scrittori della porta accanto

Irrational man: la recensione






IRRATIONAL MAN
Woody Allen REGISTA
Woody Allen SCENEGGIATORE
Letty Aronson, Stephen Tenenbaum, Edward Walson PRODUTTORE
2015 ANNO
Warner Bros DISTRIBUZIONE

CAST
Joaquin Phoenix, Emma Stone, Parker Posey, Jamie Blackley






Irrational man, l’ultimo film di Woody Allen, non lascia stupiti o estasiati, ma certamente racconta una storia che fa riflettere.
Un professore di filosofia, depresso e alcolista, è adorato dai suoi studenti perché li accompagna a interrogarsi oltre le teorie dei grandi pensatori. Una di loro, Jill, se ne innamora, attratta dalla sua mente intellettuale alla continua ricerca di un senso della vita ormai smarrito. Tornare a vivere è, per l’insegnante speciale, il risultato di un progetto omicida perpetrato a fin di bene, che equivale alla vittoria su un’esistenza monotona e inutile, in cui anche il sesso ha perso ogni attrattiva. La “banalità del male” è così confermata da una ritrovata vitalità che consente al professore di tornare a godere dei piaceri materiali della vita, quali il cibo e l’amore.
I personaggi, seppure stereotipati nei ruoli (l’insegnante tormentato, la studentessa borghese, il ragazzo scialbo e perbene, la collega insoddisfatta del matrimonio) conducono la storia attraverso dialoghi mai scontati, in cui le citazioni dei grandi filosofi forniscono significato e coerenza alle azioni.
Contrariamente a quanto accade negli altri film di Allen, in “Irrational man” il finale mette a tacere le coscienze degli spettatori, attraverso una competizione tra il bene e il male, in cui quest’ultimo prevale e vince, in opposizione alle teorie dalle quali il regista ha attinto precedentemente.
Il film, una commedia drammatica, non cade mai nella leziosità e nel compiacimento dei messaggi sottesi ed è godibile fino alla fine, lasciando nel pubblico un sorriso amaro ma, allo stesso tempo, la consapevolezza di essere vivi, nonostante tutto.
Un film ironico e interessante, insomma, che affronta tematiche profonde con leggerezza, attraverso uno slalom tra macabro e comico che accattiva e intriga. Non è un film per tutti, ma di tutti, perché coglie appieno la lotta costante contro il male di vivere che, soprattutto in questo periodo storico, sembra attanagliare gli esseri umani.





Irene Barbagallo
Sono un’ insegnante elementare in pensione da tre anni. Nel 2013, con un mio romanzo, ho superato la prima selezione per la partecipazione al programma televisivo Masterpiece, su Rai Tre, il primo talent show letterario in Italia.


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