Gli scrittori della porta accanto

Quo vado?: la recensione



QUO VADO?

Gennario Nunziante REGISTA
Pietro Valsecchi PRODUTTORE
Gennario Nunziante, Checco Zalone SCENEGGIATORE
2015 ANNO
Medusa Film DISTRIBUZIONE
Pietro Morana MONTAGGIO
Luca Medici MUSICHE

CAST
Checco Zalone, Eleonora Giovanardi, Ninni Bruschetta, Sonia Bergamasco




Fin da piccolo, Checco, ha avuto un unico desiderio: riuscire a trovare un posto di lavoro fisso. Quando riuscirà a ottenerlo, grazie alla raccomandazione di un compiacente ministro, lo metterà sempre tra le sue priorità e sarà disposto a ogni rinuncia e compromesso pur di preservarlo. 
Il filo conduttore del film è sostanzialmente questo, anche se, molto spesso, è preso a pretesto per descrivere, in maniera ironica e grottesca, alcune consuetudini del popolo italiano, o quanto comunemente lo rappresenta, secondo i classici stereotipi. 
È così che Zalone si sente perfettamente realizzato a star seduto beatamente alla sua scrivania dell’ufficio provinciale “caccia e pesca”, apponendo timbri tutto il giorno e beneficiando degli omaggi e regalie degli utenti. È fidanzato con una ragazza, che vede in lui un buon partito, ma non prende nemmeno in considerazione di sposarsi e assumersi la responsabilità di una famiglia. D'altronde, chi può essere meglio di sua madre? Quella santa donna che lo accudisce come la migliore delle colf e che pende dalle sue labbra come un adepto al suo guru? Di mamma ce n’è una sola ed è normalissimo personalizzare la cover del telefonino con la sua fotografia!
Sarà lei a sostenerlo, con le sue costanti telefonate, quando verrà trasferito nei luoghi più sperduti d'Italia, a causa di una riforma della pubblica amministrazione che prevede il taglio delle province. La scelta era quella di dare le dimissioni, caldamente consigliate dalla spietata dottoressa Sironi, oppure accettare dei continui trasferimenti, peraltro affrontati con un eccezionale spirito di adattamento, sino a essere sottoposto, come ultimo tentativo di sfiancamento, a una missione al Polo Nord. Sarà questa la prova più ardua da superare, che quasi lo conduce alla resa, se non fosse che si rivela l'occasione per conoscere la donna della sua vita, di cui si innamora perdutamente. Pazienza se scopre che ha tre figli, avuti da altrettanti viaggi di lavoro e che intrattiene rapporti stretti di amicizia con i suoi ex; l'amore che lo consuma gli fa superare, se pur a fatica, la morbosa gelosia che lo attanaglia, da buon uomo del sud.
Checco va a vivere con lei, in Norvegia, dove si trova a fare i conti con una realtà che non credeva esistesse. Lì, non si suona il clacson quando scatta il verde al semaforo, non si cerca di superare le persone in fila, non si gettano le carte per strada, non ci sono sostanziali differenze di diritti e doveri tra uomo e donna. La nuova realtà lo affascina, tanto da redimere la sua indole e convertirsi alle nuove usanze del posto. Ma sarà davvero per sempre?

Il film offre un considerevole numero di gag brillanti che non possono fare a meno di strappare delle sonore risate. Zalone fa ridere anche solo a guardarlo, con quell'espressione del volto stralunata e sorniona, da ebete, che mimetizza perfettamente una mente brillante e abile. Perché non è solo un bravo comico, che si limita a interpretare la sua parte, ma è anche il co-sceneggiatore dei propri film, dove traspone i vizi e le consuetudini della sua gente, enfatizzandoli con la sua particolare comicità, senza mai cadere nella trivialità banale. Ed è anche autore e cantante della colonna sonora e di altre canzoni presenti nel film, tutte, naturalmente, rifacenti al suo genere sardonico e satirico .
I suoi film possono offrire un'occasione di semplice evasione, ma, se si ha voglia di grattare la superficie leggera e disimpegnata, si colgono diversi suggerimenti d'analisi del nostro quotidiano.
Mi fanno sorridere amaramente certi commenti sul successo ottenuto da “Quo vado?”. E le recensioni negative, una delle quali, addirittura, invita a uscire dal cinema a metà della visione.
Pur non amando il genere comico, il film di Zalone mi ha fatto divertire e mi ha fatto pensare, a mio avviso è un bel film pur senza avere un significato quasi inafferrabile, prerogativa dei film dichiaratamente più impegnati. Ed è un peccato che vengano riconosciuti come miti della commedia all'italiana solo attori che sono passati a miglior vita...
Auguro a Checco Zalone una vita lunghissima, anche artistica, perché possa allietare, con la sua intelligente comicità, l'Italia che, senza arrogarsi ad alcuno snobismo culturale, ama ridere di se stessa, perché soltanto prendendo coscienza dei propri limiti si può imparare a superarli.



Ornella Nalon


Ti siamo davvero riconoscenti per il tempo che ci hai dedicato. Se sei stat* bene in nostra compagnia, che ne dici di iscriverti alla NEWSLETTER SETTIMANALE per restare sempre aggiornat* sui nostri argomenti? Oppure potresti offrirci UN CAFFÈ o sostenerci acquistando i GADGET ispirati ai nostri libri. Te ne saremmo davvero grati!
Oppure potresti lasciarci un commento per farci sapere che ne pensi di questo articolo, il tuo feedback è davvero importante per noi.
NB: Gli autori non sono responsabili per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ad ogni post. Tuttavia, verranno cancellati i commenti ritenuti offensivi o lesivi della immagine o della onorabilità di terzi, razzisti, sessisti, spam o che contengano dati personali non conformi al rispetto delle norme sulla Privacy e, in ogni caso, ritenuti inadatti a insindacabile giudizio degli autori stessi.

About Lisi

Il webmagazine degli scrittori indipendenti.
0 commenti

Posta un commento

<< ARTICOLO SUCCESSIVO
Post più recente
ARTICOLO PRECEDENTE >>
Post più vecchio
Home page

Parole chiave


Pubblicità
Abbonamento Audible Amazon




Libri in evidenza