Gli scrittori della porta accanto

Recensione: Ovunque tu sarai, di Fyoli Bocca

Non so ancora rispondere alla domanda che mi pongo da parecchio tempo. Siamo noi a scegliere i libri o sono i libri che scelgono noi? 
Perché, quando ho preso questo libro cercavo una storia d'amore, cercavo le parole più belle che mi potessero portare lontano, cercavo un sogno. E in questo libro l'ho trovato. Era lì, su quello scaffale insieme a tanti altri libri, ma gli altri non li ho proprio considerati, in quel momento. Eccolo, aspettava me.

Ovunque tu sarai non può che parlare d'amore, ho pensato. Dietro quel “tu” ci sarà l'impossibile. Dove si nasconde quel “tu” e dove si trova, soprattutto? 

Prendo il libro. La copertina dice poco. Ma io sono curiosa e leggo la prima pagina, con la speranza che l'inizio mi rapisca tantissimo. È proprio lui. Si l'ho trovato. 
Fioly Bocca con il suo romanzo d'esordio mi regala quel sogno che io cercavo da tempo. Una storia d'amore bellissima, che non cade mai in frasi dette e stradette. Il suo stile è unico, semplice, e arriva subito al cuore. I personaggi prendono forma pagina dopo pagina e sono diventati subito miei. 
Anita, la protagonista è deliziosa. Cresciuta sulle Dolomiti sa di montagna. Vive a Torino e lavora in un'agenzia letteraria, ma questo non la gratifica. Nè la sua storia con Tancredi, il suo fidanzato, spesso assente, apatico e non propenso a un matrimonio o qualcosa di serio con lei. 
Alice è la sua amica con cui divide l'appartamento. Alice, a differenza di Anita, sa di mare. Lei è una creatura marina e fluttua come un pesce lucido nelle acque calme di un lago tropicale. 
Anita no. Lei è molto diversa da Alice. Per questo si sono piaciute; per essere così simili e diverse. Anita finge di sorridere alla vita. È difficile ma lo fa, anche davanti a una mamma molto malata. “Va tutto bene mamma”. Le lettere che le manda all'ospedale sono lettere felici. Tancredi, spesso e volentieri, non torna a casa. Anita è sola, ma alla mamma non lo dice. 
Tancredi è qui con me che sta dormendo. Tu cerca di guarire, però, che ho bisogno di te. 

La parte epistolare (le lettere di Anita alla mamma) è la parte più straziante del libro. 

L'amore di una figlia per una mamma che sta per andarsene è grande. È qualcosa di unico e raro come il ricordo della mamma giovane che le raccontava da piccola la favola della fata Evelina, che battezzava le cose che incontrava per la prima volta. È nel nome il senso della storia. “Ho bisogno di te mamma”. Non c'è nulla di più puro e prezioso dell'amore di una mamma per i propri figli e, a quell'amore, Anita si aggrappa con tutte le sue forze e non vuole credere alla storia dei medici che parlano di morte. 
Morte? Mamma non può lasciarci. Mamma sta bene. Ho bisogno di lei. Ho bisogno del suo amore. Perché l'amore di una mamma ci avvolge e ci fa sentire al sicuro. Anita soffoca le emozioni. Se deve piangere non lo fa. Se vede contestare qualcosa resta in silenzio. 

Gli occhi azzurri esotici di Arun, un passeggero che incontra sul treno diretto a Torino, hanno qualcosa di speciale. Qualcosa di grande a cui si può cedere senza chiedersi perché. 

Qualcosa che la indurranno a seguirlo senza pensarci troppo, senza farsi troppe domande. È così che va la vita, forse. La vita è un insieme di segni e coincidenze. E se si riescono a cogliere al volo, possono portarci là dove è il nostro posto. Arun è l'amore che cerchiamo. L'amore che ci rende leggeri. Che ci fortifica. Che ci fa sentire vivi. Arun vuol dire luce del mattino. Anita segue quella luce. Segue il suo est. L'est di Arun. Perché senza di lui, il sole non nasce. 
E voi lo avete trovato il vostro Arun? Credetemi, davvero! Anche la donna più scettica, al riguardo, potrà cambiare idea e credere nella magia di un incontro. La vita è così. Piena di sorprese. Basta solo coglierle.


Anita vive da tanti anni a Torino ma è cresciuta sulle Dolomiti, dove l’aria trasparente profuma sempre di legno e di terra, e dove negli ultimi tempi è costretta a tornare a causa della terribile malattia di sua madre, che peggiora ogni giorno di più. 
È giusto mentire per proteggere chi ami? 
Anita decide di sì e ogni sera, quando si mette al computer per scrivere l’e-mail della buonanotte a sua mamma, racconta un sacco di bugie. Non le dice che il lavoro all’agenzia letteraria non le piace per niente, né che il suo fidanzato, Tancredi, è distratto, assente e certo non muore dalla voglia di fare piani concreti. Anzi, Anita descrive i preparativi per le nozze, immagina la chiesa del paese addobbata di fiori e i bambini che verranno.
Finché un giorno, sul treno che la riporta a Torino, ogni finzione crolla di fronte agli occhi esotici di Arun, due occhi profondi che sanno guardare davvero, e a cui basta un istante per leggere tutta la tristezza di Anita. 
Ma chi è questo scrittore per bambini che ama il mare d’inverno? E perché, anche se vuole tenerlo lontano, qualcosa la riporta insistentemente a lui? 
Struggente e drammatico, pieno di speranza e di gioia, Ovunque tu sarai è un romanzo sul potere magico di un incontro, quando lo sguardo di uno sconosciuto ti rivela che niente è per caso.





di Fyoli Bocca | Giunti Editore | Narrativa 
EAN 9788809802407 |cartaceo 12,00€ | ebook 6,99€



Sara Cancellara
Lucana di origine, studi classici alle spalle ed educatrice scolastica vive a Torino. Si pone mille domande al giorno alle quali non è sempre in grado di rispondere. Il cinema è la sua seconda casa. Adora Firenze. Ama l'arte, la letteratura e i viaggi, quelli reali e quelli che i libri meravigliosi le permettono di realizzare ogni volta che li ha tra le mani.


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