Gli scrittori della porta accanto

Le recensioni di Davide Dotto: "Il segreto di Punta Capovento" di Lidia Del Gaudio

Giulia sembra il perno di tutta una serie di personaggi che le ruotano intorno: gli amici Walter e Ted, la maestra di danza Maria Pia, capitan Nadìr e Jean-Paul, un misterioso e sfuggente ragazzo parigino.
A confermare tale impressione è l’evidente suggestione che la ragazza provoca in chi la frequenta. O il fatto che Giulia non è un pianeta come gli altri, la sua orbita si distanzia oltremisura da quelle ordinarie: appare, si dilegua, ricompare per poi svanire di nuovo.
La particolarità di questo romanzo è l’alternarsi dei punti di vista di Ted, Walter e Giulia. Se i due amici, raccontandosi in prima persona, tentano di sbrogliare la matassa dei dubbi e delle incertezze che avvolgono la figura di Giulia, l’uso della terza persona nei capitoli a lei dedicati, contribuisce a creare una tensione che si scioglierà solo nelle ultime pagine.
Ad alimentarla è soprattutto il ruolo che assume la ragazza. Quello di vera artefice, di colei che travalica l’altrui volontà, tiene prigionieri e schiaccia. Secondo quando riferisce Ted, per esempio, Giulia distrugge e guasta qualunque cosa tocchi, irrompe disseminando dolore e sopraffazione. Se avesse un coltello dalla parte del manico, non esisterebbe ad affondarlo nelle carni della sua vittima. Tuttavia, nel caso fosse l’altro a impugnarlo, non si difenderebbe dai colpi inferti. Questo, in fondo, è testimoniato dall’assurdo atto di violenza avvenuto tre anni prima.
Pietra di scandalo di se stessa e di coloro che la avvicinano, Giulia vuole e disvuole, è vittima e carnefice, è desiderosa di partire e di restare. Quasi accetta, suo malgrado, la violenza di un mondo violento, e il disordine che la travolgono totalmente. Punta tutte le sue forze su un equilibrio precario fatto di pochi istanti, dopo il quale è impossibile non fare del male o non subirlo.
Più di una volta ci si domanda cosa cerchi mai una ragazza come Giulia. E perché. Sappiamo che cerca di evitare le domande, di sottrarsi alle altrui attenzioni, aspira a una dolcezza senza sogni. Insegue qualcosa che vada oltre gli occhi di chi non ne ha che per lei. Giulia non dice nulla, non risponde:
Perché se ne sta fredda e immobile, piccola sagoma rannicchiata, a ricordarmi tutta la mia idiozia? Non lo so, abbiamo parlato poco, lei ha eluso tutte le domande e io sono stato più brusco di quanto non ne avessi intenzione. Inutile cercare il filo di un discorso, un contatto, si chiede Ted.
Comprendere a fondo la natura di questa ragazza è arduo. Non è semplice disegnare il moto che compie nel corso delle sue circonvoluzioni affettive. Più che essere protesa verso le persone, la sua attenzione è rivolta a un luogo particolare. Tanto che gli uomini e le donne che incontra, a meno che non vi siano destinati o non ne facciano già parte, altro non esprimono che stazioni di transito.
Ed eccoci arrivati, forse, al nucleo di questa storia: al coinvolgimento di tutti e di ciascuno in una nuova e diversa prospettiva che è Punta Capovento, un centro che raccoglie leggende e segreti, lontano dall’imperversare di un’inesauribile tempesta che mischia umori e anime in vortici senza ritorno.


Giulia e Ted si sono separati bruscamente tre anni prima e le loro vite sono ormai un disastro. 
Lei è finita nella spirale della depressione, lui condivide sesso e avventure con Walter, amico suo da sempre. 
Al risveglio in ospedale, dov’è arrivata per una overdose da farmaci, Giulia ripensa al racconto che Capitan Nadìr, padre di Ted, le ha fatto su Sensini, piccolo borgo di mare, incastonato sul promontorio di Punta Capovento. 
Si tratta di una leggenda che potrebbe aiutarla a ritrovare se stessa e l’amore perduto, come ha aiutato i genitori di Ted quarant’anni prima. 
La storia scorre tra ricordi forti e indelebili, passioni mai spente e amicizie tradite, fino alla conclusione dai risvolti fantastici in cui il rapporto con la natura diventa metafora di pace interiore e di immortalità, velato omaggio all’Orizzonte perduto di Hilton.

>> Lidia Del Gaudio nell'intervista di Elena Genero Santoro






di Lidia Del Gaudio | Edizioni Esordienti Ebook | Romanzo
ISBN 9788866902591 | ebook 2,40€ Acquista


di Davide Dotto
Sono nato a Terralba (OR) vivo nella provincia di Treviso e lavoro come impiegato presso un ente locale. Ho collaborato con Scrittevolmente, sono tra i redattori di Art-Litteram.com e curo il blog Ilnodoallapenna.com. Ho pubblicato una decina di racconti usciti in diverse antologie.
Il ponte delle Vivene, Ciesse Edizioni.




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