Gli scrittori della porta accanto

Le recensioni di Ilaria Biondi: "Tu eri tutto per me" di Arisa

Una vecchia e isolata casa nel profondo del bosco. Il mite candore della neve che compostamente si adagia sulla terra, sui tetti, sui pensieri e i sogni, come velo silente che allontana l’ingombrante brutalità e il farneticante baccano del mondo. Qualche luce piena di riserbo che dondola accanto al cancello, ad annunciare sommessamente l’arrivo della notte di Natale. Il profumo dolcemente selvatico della legna, che sfida intrepido il dispotico freddo dell’inverno montanaro regalando conforto al corpo raggelato e un risoluto esilio al cuore sciupato e pieno di strappi. Un placido paesaggio fiabesco, in cui non c’è spazio per principesse né principi, ma solo per la realtà di un’esistenza con luci e ombre, con silenzi assordanti e taciturni frastuoni, con i suoi odori e i suoi dolori, con le sue fiamme sanguinanti e i suoi infecondi deserti.
Lara è una giovane donna che si rifugia tra l’intrico di alberi di un bosco di montagna, a scrutare le debolezze della propria anima e ad adorare – schiva e giudiziosa – il suo sogno d’amore con un uomo più grande di lei che, come predatore tirannico, ha preso possesso dei suoi occhi e pensieri, delle sue braccia denudate, della sua giovinezza ubriaca di sensi, delle sue rughe bambine che tessono trame di mute memorie sulla sua pelle solitaria. La sua bocca gli appartiene. La sua febbre avventata lo attende. La sua passione riempie fogli di parole. Una lettera, per invitarlo a trascorrere insieme la notte di Natale. Laggiù, nel folto delle conifere, dove conduce un sentiero sterrato che profuma di luna e di tacito buio. Aspettarlo. E a lui donarsi. A lui donare quello squarcio di silenzio, quello spazio rinchiuso fra le stelle ove poter partorire parole. Psichiatra prostrato, pietrificato e risucchiato dai rancori, dalle penitenze, dalle amnesie, dalle macchie, dagli inferni dei suoi pazienti. Uomo inquieto che avidamente succhia e prende, senza troppo dare. Una famiglia nell’ombra, ignorata dalle sue voglie, ma avvinghiata alla sua schiena e ai suoi sensi di colpa. Uomo svuotato e interrotto, che cerca di riemergere dalla massa confusa di pensieri corrosi, di slegarsi dalle pene e dai fardelli aggrappandosi affamato al sogno della scrittura. Ed è lei, Lara, che vuole donargli il luogo segreto del sogno. Come pegno d’amore.
Con penna lieve corre la voce di Lara dal presente al passato e dal passato al presente, in un continuo, mai quieto fluire dentro i ricordi e fuori dai gesti quotidiani, dentro gli attimi di giornate illuminate dalla forza del sentimento prepotente e puro che pulsa in lei e fuori dalle istantanee intrise di malinconia dolceamara di un’infanzia ormai lontana e di una giovinezza da poco trascorsa ma già sfatta e sbiadita. La parola veleggia condotta da venti leggeri, senza scossoni, senza strepiti, senza urli. La donna che scrive la lettera d’invito a quell’uomo che forse non è mai stato suo né mai potrà esserlo, non è più la giovane ribelle e sfrontata che gridava in faccia al proprio terapeuta il suo amore impazzito, che riempiva carte di passione violenta e che in preda a un’ossessione bruciante lo inseguiva nell’ombra, cieca al savio giudizio. È una donna consapevole del proprio Amore. Consapevole di averlo trovato. Consapevole dell’impossibilità di sostituirlo. Consapevole della sua unicità. Disposta a vivere con un fantasma, a riempirsi di esso, a nutrirsi di attesa e di assenza. A nascere e rinascere ogni giorno attraverso esso. Fedele ad esso, più che a se stessa. Disposta a tutto ma non a rinunciare ad esso, dentro di sé.

“(…) Ho capito fin dall’inizio che o avrei avuto lui oppure nessun altro. E, in qualche modo, venendo qui, ho potuto coltivare la speranza, evitare tutti quegli sguardi, di chi avrebbe potuto pensare: «Cosa sta combinando questa?», che avrei dovuto affrontare in città, la pletora di suggerimenti a trovare un sostituto, a scendere a patti con la realtà. No, non ho voluto nulla di tutto questo, perché quando trovi l’uomo che fa per te, non puoi convincerti che ne vada bene anche un altro.”

Nessun rimprovero. Nessuna parola rancorosa. Nessuna accusa. Solo le note mestamente dolenti di un’anima che danza sul filo teso di una solitudine ostinata, mentre le stagioni acerbe e ardenti scorreranno via, una dopo l’altra, trascinando piogge, venti, ore riarse, notti bianche di neve.
L’anima posseduta di amore riavrà negli occhi gli occhi pieni di baci del suo lontano amore?

“Ricordo che mia madre mi diceva sempre: «Quando aspetti qualcuno i secondi sono minuti, i minuti sono ore, le ore sono giorni, i giorni sono mesi, i mesi sono anni e gli anni sono vite intere.» Io ho l’impressione esattamente opposta: di aver trascorso pochi minuti in questa casa mentre là fuori, nel mondo, passavano gli anni.”

Il lirismo delicato di queste pagine fa eco alla grazia malinconica delle parole cantate:

Un'ora sembra un giorno
se aspetto il tuo ritorno
un giorno è un'ora
se tu sei vicino a me
Se mai farò un bilancio
di questo lungo viaggio
quello che spero
è di aver donato un po' di me
Con gli occhi forse stanchi
e coi capelli bianchi
ci sarà tempo per quest'anima
che tempo non ne ha
che cerca eternità.

Arisa, Il tempo che verrà

Arisa scrittrice insegue e prende per mano Arisa cantante, interprete matura e raffinata di testi intrisi di struggente, velata tristezza.
E la voce si fa pura carezza, petalo di camelia che vibra e volteggia nell’aria …


"Tesoro! Come stai, dove sei in questo momento? Provo a immaginarmelo ma mi mancano troppe informazioni, troppi mesi sono passati dall'ultima volta che ci siamo visti. Io sto bene, ti giuro, non sono né agitata né nervosa, faccio una vita solitaria nella casa che pensavo sarebbe stata la nostra ma non mi sento sola. L'altro giorno sono andata in paese, ho venduto le conserve, il pesto, i pomodori, sono rimasta a chiacchierare un po' con il nuovo droghiere, è simpatico e mi ha pagato bene. Tu sei riuscito a pensare? A capire, a decidere? Ti perdono, in questi mesi ho capito tante cose, non ti biasimo, ho commesso i miei errori e i tuoi dubbi sono più che giustificati. Ti chiedo solo una cosa: vieni qui e passa il Natale con me. Magari ti verrà voglia di restare ma se desidererai partire, ti prometto che non ti dirò nulla. Ma ti ringrazierò per essere venuto e per le ore che avrai voluto dedicarmi. Dài, non mi sembra di chiederti troppo e sono convinta che anche tu ne abbia voglia. Io ti aspetto, amore mio." 
Una donna attende l'uomo che ama in una casa isolata in montagna, e prepara per lui la cena di Natale. Il tempo passa, lei mette a punto ogni particolare, si fa bella, ricorda. E il tempo intanto continua a passare...
Tu eri tutto per me è una storia d'amore poetica e straziante, disperata e romantica. Il libro sorprendente da un'artista che si conferma capace di toccare, con apparente leggerezza, le corde più profonde dei nostri sentimenti.
di Arisa  | Mondadori | Narrativa contemporanea 
ISBN9788804643012 | cartaceo 5,86€  Acquista | ebook 4,99€ Acquista



Ilaria Biondi
Laurea in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Bologna. Durante il Dottorato di Ricerca in Letterature Comparate vive per lunghi periodi in Francia. Si occupa di traduzione letteraria e critica della traduzione, di letteratura francese e belga (in lingua francese) e letteratura tedesca dell’Ottocento. È appassionata di letteratura fantastica , science-fiction, letteratura al femminile, di viaggio, per l’infanzia e poesia.
Raymond Radiguet. Giovinezza perduta, eterna giovinezza, Delta Editrice.


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