Gli scrittori della porta accanto

L'editoriale di Stefania Bergo: 40 anni e qualche ruga

Il sole a volte mette in luce la parte peggiore di noi, fisicamente parlando. Penetra ingiurioso dalla finestra socchiusa e illumina le rughe del viso. Si insinua tra le pieghe della pelle e le mette in risalto. Ricordandoci quanto temiamo la vecchiaia e il lento, inesorabile declino del corpo. Eppure, in ognuna di quelle rughe è scritta una parte di noi..
Ognuno di noi porta la propria storia scritta addosso. Eppure, quando si superano i 40 anni, la corsa a nascondere questa storia diventa disperata. Ci affanniamo in palestra per rassodare l'irrassodabile, chiediamo aiuto all'estetista per sollevare l'insollevabile, copriamo maniacalmente i capelli bianchi e usiamo creme illusoriamente antirughe. Ma il risultato non è quasi mai quello sperato (a meno che non si ricorra alla chirurgia e ci si trasformi non in giovani noi stessi ma in manichini inespressivi). Perché la nostra storia, prepotente, riemerge, oltre il trucco erroneamente sempre più pesante e gli addominali scolpiti con litri di sudore. 
La verità è che il corpo cambia, anche se non vogliamo accettarlo. Invecchia, certo, ma invecchiamento è una descrizione carica dei soli aspetti negativi, come la perdita di elasticità, il ristagno di liquidi e di cuscinetti morbidi e l'avanzamento del bianco tra i capelli.  
Ciò che il tempo modifica fuori non dovrebbe essere più importante di ciò che modifica dentro, la persona in cui ci trasforma. Il declino di una persona è tale solo se il cambiamento intacca il corpo lasciando inalterato il bagaglio culturale e di emozioni che quel corpo consumato racchiude, solo se non si fanno progressi. Allora si invecchia davvero e non c'è nulla di più triste per noi del ristagno di liquidi o della ruga che incornicia lo sguardo. E il ridicolo confronto con chi deve ancora percorrere tutta la nostra stessa strada.
Invece, è proprio questo che ci dovrebbe far sentire bene, il pensiero di tutta la strada percorsa, la ricchezza (quella vera) accumulata in anni di esperienze. Certo, dipende anche da quale strada abbiamo percorso e dove ci ha portato. Ma se la meta è lontano dal punto di partenza, se siamo cresciuti, migliorandoci come i cibi stagionati o il vino buono che acquista valore con gli anni, allora dovremmo amare ogni ruga del nostro viso, perché ognuna ci ricorda un momento della vita. E dovremmo compiacerci quando quelle più numerose sono ai lati della bocca e sotto gli occhi, quelle che io chiamo le rughe del sorriso, perché significa che siamo stati per lo più felici.

Si dice che Anna Magnani si raccomandasse con i suoi truccatori di non nascondere le sue rughe, mentre la preparavano per il set: "Non me le togliere tutte, ci ho messo una vita a farmele venire"



Stefania Bergo
Non ho mai avuto i piedi per terra e non sono mai stata cauta. Sono istintiva, impulsiva, passionale, testarda, sensibile. Scrivo libri, insegno, progetto ospedali e creo siti web. Mia figlia è tutto il mio mondo. Adoro viaggiare, ne ho bisogno. Potrei definirmi una zingara felice. Il mio secondo amore è l'Africa, quella che ho avuto la fortuna di conoscere e di cui racconto nel mio libro.
Con la mia valigia gialla, 0111Edizioni.



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