Gli scrittori della porta accanto

[People] Interpretare e scrivere la musica, Giulia Mastrantoni intervista Marquica, ex voce dei "Dirotta su Cuba"

Ex voce dei Dirotta su Cuba, attualmente cantautrice e madre, prossimamente sul palco del Blueshouse a Milano per cantare La teoria della ghianda.

Come è stato crescere insieme alla tua musica? Ti senti diversa rispetto all’inizio della tua carriera? 
Sono molto fiera del mio lavoro, soprattutto ora! Dopo aver avuto mio figlio, ho capito ciò che amo più fare con la musica, cioè scrivere. Prima bastava un microfono e subito balzavo pronta, ora salto sempre, ma con una consapevolezza più leggera e piena. Credo e spero di aver mantenuto lo stesso entusiasmo di quand'ero molto piccola e già obbligavo tutti ad ascoltare i miei pezzi. Ora non ho più l'urgenza di dimostrare necessariamente la mia caratura, ora ho voglia di farlo il più possibile, sia al piano in casa mia che al Bluenote, senza troppa distinzione.

Parliamo de La teoria della ghianda: si tratta di una declinazione dell’amore in undici track, preceduta dai due singoli La mia escort e Fibre. Sono tutte esperienze autobiografiche che racconti in modo diretto. Quanto è stato importante l’elemento “intimo” durante il processo di scrittura delle canzoni? 
L'intimità è una perla rara, una condizione a cui cerco di ambire il più possibile in molte, se non tutte, le relazioni che intrattengo. Essere lì ed esserci e basta, a volte senza parlare, cosa ardua per me! L'intimità ha un peso non sempre solo piacevole, spesso può sconvolgere e coinvolgere emozioni e ricordi, ma sa di vero e autentico e questo mi affascina moltissimo... ed è onnipresente in ciò che scrivo e canto. Di fatto la voce è ciò che di più intimo ci esprime. 

I personaggi cui dai vita attraverso la musica sono attuali e reali, coprono un range di età molto vasto e non tralasciano nessun aspetto della quotidianità: dall’essere madri alla vita adolescenziale, dalle escort fino agli uomini in crisi di mezza età. Ma la protagonista vera è la donna. Perché?
Le donne sono più interessanti da descrivere e animare, hanno colori visibili ma sono inafferrabili. Devo dire che in questo disco, grazie anche alla pura coincidenza, ne ho conosciute proprio di diversissime, ricche di esperienze che mi hanno folgorata, ma davvero è stato un caso! C'è anche da dire che le persone, soprattutto donne, si sentono molto ascoltate da me e questo mi piace e arricchisce davvero. Molto probabilmente mi vedono come una mamma, una sorella maggiore, un'amica... Ho molta stima degli uomini, li adoro e mi capita spessissimo di difenderli perché, al contrario mio, li trovo molto leggibili e chiari... prossimo disco li coinvolgo di più', promesso!

La ricerca di sé è un altro dei punti chiave del tuo album. In che modo si può affrontare un argomento tanto complesso utilizzando musica e testi? 
Ci si cerca vivendo, raccontandosi, urlando e vomitando per poi arrivare a carpire quanto sia stato inutile ma necessario farlo... che si dovesse passare di lì. Ho preso il titolo del mio disco dal libro dello psicologo James Hillman La coscienza dell'anima che tratta della nostra nascosta consapevolezza istintiva, immaginata come una ghianda che tutti possediamo e che molte volte smettiamo di ascoltare, che pulsa dentro noi e che, se ignorata, ci fa compiere azioni non giuste per la nostra crescita, come se avessimo una “missione da compiere” ricercando noi stessi ma, soprattutto, ritrovando quella voce al nostro interno che sa già tutto... ecco io credo profondamente in questo, la si può chiamare coscienza, spiritualità, anima, missione ,come si preferisce... la mia ghianda desidera che io canti e scriva, vuole che mi cerchi attraverso la musica, la mia ghianda voleva guardare in faccia mio figlio... e lo trovo meraviglioso. Quindi è un ricercarsi continuo, un dare un senso di profonda gratitudine a questa possibilità altissima di passare amore e parole calde e crude attraverso i suoni e la musica.

Hai uno stile molto particolare che mescola soul e pop. Come è iniziata la tua avventura in questo universo musicale così originale?
Ѐ iniziata da piccola ascoltando e divorando i dischi di Aretha Franklin, si è affinata nei tour coi Dirotta su Cuba, che sono l'unica realtà italiana pop dove la nostra meravigliosa lingua si fonde al funk, si è evoluta nella mia scrittura dove sui brani più mossi si legge chiaramente quanto ci sia di black nel mio modo di cantare e vivere il tempo, il pop emerge nelle ballate che hanno uno stampo decisamente più italiano e melodico-cantautorale.

C’è un messaggio che ti piacerebbe diffondere, non solo attraverso la musica, ma come donna, professionista e madre?
La vita è la cosa più importante della vita, io consiglio di cuore di poter essere più presenti possibile con chi si ama e ci fa ridere, di poter fare ciò che ci possa rendere fieri di noi, di coltivare interessi e di leggere molto, viaggiando attraverso ogni continente soprattutto al nostro interno, e ,se possibile, di essere gentili a lungo.

Un grande grazie per essere stata con noi e... in bocca al lupo!





Giulia Mastrantoni
Da quattro anni collaboro all’inserto Scuola del Messaggero Veneto, scrivo per il mash up online SugarPulp e per la rivista dell’Università di Trieste Sconfinare.
Dopo aver trascorso un periodo in Inghilterra, ho iniziato un periodo di studi in Canada, ma, dovunque sia, scrivo.
Misteri di una notte d’estate, ed. Montag.
One Little Girl – From Italy to Canada, eBook selfpublished.
Veronica è mia, Pensi Edizioni.



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