Gli scrittori della porta accanto

"Cara Veronica...", l'indifferenza, le umiliazioni e la violenza dei tanti Max, di Giulia Mastrantoni


"Veronica è mia" di Giulia Mastrantoni: la violenza all’interno delle giovani coppie, il confine nebuloso tra abuso fisico e psicologico.

Non è sempre scontato, ricevere feedback sul proprio romanzo. Le recensioni dei blogger, quelle su Amazon, su Fb, su GoodReards, i messaggi dei lettori, degli amici ecc – sono tutti pareri indispensabili che, specialmente nel caso dei primi due, richiedono invii continui di e-mail e il coraggio di mettersi in gioco, magari chiedendo espressamente un parere.
A volte, però, si ricevono feedback inaspettati e... diversi dal solito. Mi è capitato di recente.
Nel mio romanzo, parlo di violenza all’interno delle coppie giovani. Una violenza che si colloca sul confine nebuloso tra abuso fisico e psicologico e che va sempre a discapito della ragazza.
Essendo una tematica che tocca corde sensibili ed essendo una storia scritta per incoraggiare chi è – o è stata – vittima di questo tipo di violenza, ero ben conscia della possibilità che le reazioni dei lettori avrebbero potuto essere disparate. Ma mai mi sarei aspettata quello che è successo.

Ho ricevuto, tramite i social, messaggi da parte di ragazze che hanno riconosciuto in Max, il protagonista maschile, il proprio ragazzo - o ex. 

Una di queste ragazze mi ha scritto, timidamente ma molto coraggiosamente, per dirmi che anche lei ha una cicatrice simile a quella di Veronica e che le sarebbe piaciuto parlarne con me.
Non sono laureata in psicologia e non sono di certo in grado di far cicatrizzare le ferite di questa ragazza, ma l’ho ascoltata. O meglio, ho letto tutto quello che lei aveva voglia di raccontarmi.
La sua storia è quella di Veronica, anch’io sono stata in grado di cogliere le somiglianze.
Usata senza alcuna promessa d’amore, trattata sempre in modo ambiguo, lasciata senza un minimo di empatia. Non solo, ma ha anche scoperto che questo ragazzo è un “seriale” – tratta così tutte le ragazze. Aveva “precedenti”, se così vogliamo definirli, che lui aveva sempre liquidato con un: «Era lei a essere matta» - tutte coloro che si aspettavano qualcosa da lui, che hanno provato a parlare con lui per chiarire le loro divergenze, che volevano “riconquistarlo” facendogli capire di amarlo, per lui erano «pazze e stalker». 
Lei, che aveva sempre creduto a ogni parola del suo ragazzo, ha iniziato a capire che la sincerità non era stata parte del loro rapporto. Questa ragazza si è trovata davanti a muro, che non le ha mostrato né empatia, né comprensione, né alcun sentimento che non fosse indifferenza. Anche lei è diventata «pazza», secondo la definizione di Max, ha attraversato la fase dell’ossessione, quella in cui non si sa letteralmente cosa fa e si ha un bisogno disperato di attenzione da parte del proprio Max. Quella in cui non ci si spiega cosa stia succedendo. Lui, giusto per non farsi mancare nulla, ha iniziato a parlare con tutti i loro conoscenti comuni, dicendo che lei è «completamente matta». Oltre al cuore spezzato, anche la “diffamazione”.

Prima l'ossessione, la “diffamazione”, poi la fase della vendetta.

Poi, la poverina è passata alla sete di vendetta. Una vendetta che, pur orchestrata nel migliore dei modi, non può scalfire Max, che fa dell’«indifferenza» la sua caratteristica. Una vendetta innocente, che non vuole essere nociva per lui, ma che intende solo fargli capire che ora le sue “vittime” si sono raccontate a vicenda le proprie disavventure e che nessuna pensa dell’altra che sia «pazza». Almeno non più, perché le bugie di Max ora sono state “smascherate”. Si tratta di un gruppetto numeroso, da quello che mi è stato raccontato.
A coronare la storia di questa malcapitata, c’è il fatto che lui non si è posto il minimo scrupolo a iniziare a frequentarsi con un’altra. Lei ha provato ad avvisarla, ma questa poverina non le ha creduto, perché Max le diceva che «lei è una matta». Ora anche la seconda vittima è stata abbandonata al suo destino. Quante altre dovranno subire la stessa sorte?
La legge non impedisce a Max di comportarsi in questo modo e viene spontaneo chiedersi: «Questo circolo si spezzerà, prima o poi?». Individui del genere esistono – non sono invenzioni letterarie. Questa è solo una delle testimonianze reali che esistono nel mondo.


Laddove non si può fare nulla, se non altro da un punto di vista legale, si può prevenire. 

Si tratta a tutti gli effetti di un comportamento scorretto, quello di Max, che continua a mietere “vittime” perché la sua storia non è conosciuta. Al di là della violenza psicologica che sfocia nel sessuale, ovvero alla casistica che racconto in Veronica è mia, nella vicenda reale di cui sono stata messa a parte c’è un calpestare la dignità umana e femminile che fa inorridire.

VERONICA È MIA
di Giulia Mastrantoni
Panesi Edizioni
ASIN B01B3UCIDC
ebook 1,99€  Acquista

È importante che, accanto alle fiabe con il Principe Azzurro, alle storie del “bello e impossibile”, ai romanzi stile Twilight e Fifty Shades of Grey, le ragazze, specialmente se giovani, trovino storie con protagonisti esemplari come Max. Perché esistono. Non c’è sempre lieto fine.
L’autostima, una volta minata, resta ferita. Ci vogliono mesi e anni perché le cicatrici si coagulino.
Ma è importante che si sappia che nessuna vittima è condannata a restare tale per sempre. Nessuna donna è condannata a non dimenticare e nessun individuo è destinato alla sofferenza eterna. Avere coscienza del proprio valore è il primo passo per ricominciare. E anche l’unico antidoto per non farsi irretire da sogni d’amore privi di fondamento.



Giulia Mastrantoni
Da quattro anni collaboro all’inserto Scuola del Messaggero Veneto, scrivo per il mash up online SugarPulp e per la rivista dell’Università di Trieste Sconfinare.
Dopo aver trascorso un periodo in Inghilterra, ho iniziato un periodo di studi in Canada, ma, dovunque sia, scrivo.
Misteri di una notte d’estate, ed. Montag.
One Little Girl – From Italy to Canada, eBook selfpublished.
Veronica è mia, Pensi Edizioni.


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