Gli scrittori della porta accanto

Il mio vicino Totoro, un film d'animazine di Hayao Miyazaki: la recensione (con trad. inglese e francese)




IL MIO VICINO TOTORO
Hayao Miyazaki REGISTA
Hayao Miyazaki SCENEGGIATORE
Toru Hara PRODUTTORE
Joe Hisaishi MUSICA
1988 ANNO
Lucky Red DISTRIBUZIONE

DOPPIATORI ITALIANI
Letizia Ciampa, Lilian Caputo, Oreste Baldini, Roberta Pellini, Vittorio Amandola, Liù Bosisio, George Castiglia







Cari amici siamo giunti al terzo appuntamento con il regista Hayao Miyazaki e i suoi film di animazione (Ponyo sulla scogliera, Arrietty, il mondo segreto sotto al pavimento).
Si tratta di una pellicola, uscita nelle sale cinematografiche del Giappone nel lontano 1988 e approdato in Italia solo diversi anni dopo, nel 2009. “Il mio vicino Totoro” prodotto dallo Studio Ghibli, ha conquistato il cuore di tanti bambini per la simpatia del suo protagonista principale o forse per le sue compagne di avventura, due tenere e dolci sorelline di otto e quattro anni.
Satsuki e Mei si trasferiscono insieme al loro padre in un piccolo villaggio di campagna per abitare più vicini all'ospedale dove è ricoverata la loro mamma. Sono emozionate ed entusiaste e fin dai primi momenti nella nuova casa, una tipica dimora in legno giapponese, vivranno avventure in un mondo magico e, come avviene in tutte le pellicole di Miyazaki, a contatto con madre Natura.
Appena arrivate s'imbattono in spiritelli dispettosi chiamati "nerini del buio" che occupano le vecchie case abbandonate e che solo i bambini sono in grado di vedere.
Successivamente, la piccola Mei, per inseguirne un altro dall'aspetto strambo e le orecchie lunghe, si allontana addentrandosi nel bosco fino ad arrivare al grande albero di canfora, noto a tutti gli abitanti della zona, dove incontra il simpatico ma dormiglione Totoro. Non sa bene se sia una talpa, un orso o un procione, fatto sta che lo conosce già perché lo ha visto in un suo libro di fiabe e non sembra essere affatto stupita di incontrarlo in quei luoghi.
Sono invece suo padre e sua sorella che faranno molta fatica a crederle nell'ascoltare il racconto dell' avventura vissuta in compagnia di Totoro. Non sarà certo la prima volta che Mei ed il suo amico magico si incontreranno e anche sua sorella Satsuki, ben presto, avrà la possibilità di vederlo. Di vederlo solamente perché Totoro in realtà non parla come gli essere umani ma si fa capire ugualmente molto bene. Sarà Totoro ad accompagnarle nella vita in quei luoghi e spesso le stupirà con inaspettate apparizioni che ne mostreranno le tante abilità.
Mi piace sottolineare che anche in questa pellicola il regista Miyazaki ha voluto mettere “un po' di sé” come è solito fare nei suoi lavori. In questa occasione però, ha forse esorcizzato un dolore vissuto durante la sua infanzia quando, lui e i suoi fratelli, rimasero per molto tempo lontani dalla loro madre colpita da una seria malattia infettiva.
Con questa pellicola, nello stesso anno dalla sua uscita, il regista ha vinto, un importante riconoscimento, “Miglior Titolo”, assegnato durante l'Anime Grand Prix, manifestazione che si tiene ogni anno in Giappone.
Buona visione e buon divertimento!



trad. di Ilaria Biondi
Ilaria Biondi, si laurea in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Bologna. Durante il Dottorato di Ricerca in Letterature Comparate vive per lunghi periodi in Francia, dove approfondisce la conoscenza della lingua francese. Si occupa di traduzione letteraria e critica della traduzione, di letteratura francese e belga (in lingua francese) e letteratura tedesca dell’Ottocento. È appassionata di letteratura fantastica , science-fiction, letteratura al femminile, di viaggio, per l’infanzia e poesia.
Raymond Radiguet. Giovinezza perduta, eterna giovinezza, Delta Editrice.

Chers amis, nous voilà à notre troisième rendez-vous avec le réalisateur Hayao Miyazaki et ses films d’animation.
Il s’agit d’un film sorti dans les cinémas japonais il y a des années, en 1988, et arrivé en Italie plusieurs années après seulement, en 2009.
Mon voisin Totoro”, produit par le Studio Ghibli, a conquéri le cœur de beaucoup d’enfants grâce à la sympathie du personnage principal ou peut-être de ses compagnes d’aventure, deux sœurs tendres et douces âgées de huit et quatre ans.
Satsuki et Mei s’installent avec leur père dans un petit village de campagne afin de vivre plus près de l’hôpital où leur mère est en convalescence.
Elles sont émues et ravies et dès les tout premiers instants dans leur nouvelle maison, une habitation typique japonaise en bois, elles vivront des aventures dans un monde magique et, comme il se passe dans tous les films de Miyazaki, en contact avec Mère Nature.
Dès leur arrivée, elles tombent sur de petits esprits malins appelés “noiraudes” qui occupent les vieilles maisons abandonnées et que seuls les enfants peuvent voir.
Ensuite la petite Mei, pour courir après un “noiraude” à l’aspect bizarre et aux oreilles, s’éloigne et entre dans le fond du bois jusqu’à ce qu’elle arrive au grand camphrier, un arbre connu par tous les habitants des environs, où elle rencontre Totoro, un être sympa mais gros dormeur.
Elle ne sait pas bien s’il s’agit d’une taupe, d’un ours ou plutôt d’un raton-laveur, ce qui est sûr, c’est qu’elle le connaît déjà pour l’avoir vu dans un livre de fables et elle ne paraît pas du tout étonnée de le rencontrer là.
Son père et sa sœur, par contre, auront du mal à lui croire quand ils vont écouter le récit de son aventure avec Totoro.
Ce ne sera pas là la seule fois que Mei et son ami se rencontreront. Sa sœur Satsuki aura de même, bientôt, la chance de le voir.
De le voir seulement parce que Totoro en fait ne parle pas comme les êtres humains, il est pourtant capable de se faire comprendre très bien.
Totoro sera à leur côté dans la vie dans ces endroits et il les étonnera souvent par des apparitions surprenantes qui en mettront en lumière les nombreuses capacités.
Je tiens à souligner que dans ce film aussi le réalisateur Miyazaki a voulu y mettre “un peu de soi” tel qu’il fait normalement.
Mais en ce cas là il a peut-être exorcisé une douleur appartenant à son enfance, à une époque où ses frères et lui restèrent longtemps éloignés de leur mère, qui fut frappée par une maladie contagieuse très sérieuse.
Le réalisateur a remporté avec ce film, l’année même de sa sortie, un prix très important, “Meilleur Titre”, décerné au cour de l’Anime Grand Prix, qui se tient chaque année au Japon.



trad. di Rosaria Pepe
Si divide fra Napoli che adora e Sydney dove riesce a concentrarsi su ciò che ama, la scrittura. Viaggiatrice inquieta e avida di storie, dopo la Maturità classica ha conseguito la laurea in Lingue e Letterature Straniere, seguita negli anni da una seconda laurea in Scienze Infermieristiche. Questo le ha permesso di realizzare un sogno: viaggiare per conoscere, comprendere e donare. Le emozioni, le sensazioni e le storie si sono accumulate rendendo difficile il trattenerle.

Dear friends we have our thir meeting with the film director Hayao Miyazaki and his animation.
Today’s film was released in Japan in 1988 but only arrived in Italy many years later, in 2009.
“My neighbor Totoro” produced by Studio Ghibli, conquered the hearts of so many children through the adorable main character or, perhaps through his friends, two sweet and gentle sisters of eight and four years old.
Satsuki e Mei, together with their father go to live in a small country village, closer to the hospital where their mother is recovering. The two sisters are very enthusiastic and excited about their new home which is a traditional Japanese house made of wood. They will live so many magic adventures in touch with mother Nature as in all of Miyazaki’s films.
As soon as they arrive, they encounter little mischievous creatures called “soot sprites” that live in old, abandoned houses and can only be seen by children.
Later on, little Mei follows another strange creature in the wood which leads her to the big camphor tree where she will meet the fun and sleepyhead Totoro.
Mei does not know if he is a mole, a bear or a raccoon, she has already seen him in her fairy tale books and is not surprized to have met him in such a place. Her father and her sister do not believe the story she tells them of her adventure with Totoro. Mei will meet him often and Satsuki will soon be able to see him, too. Totoro does not speak like a human but he makes himself understood. Totoro accompanies the two sisters on a magical journey, he will amaze them with so many unexpected visions he conjures up.
I would like to highlight that, as usual, Miyazaki wanted to put ‘a bit of himself’ in this work. Perhaps he wanted to dispel the pain he felt during his childhood when he and his brothers had to live away from their mother because she suffered from a serious infectious disease.
In the same year the film was released, Miyazaki won the coveted “Best Title” during the Anime Grand prix held every year in Japan.






Liliana Sghettini
Dottore Commercialista. Appassionata lettrice, si avvicina alla scrittura con alcune pubblicazioni di racconti brevi e scritti epistolari.
Impegnata nella scuola come rappresentante dei genitori, si interessa di pedagogia, didattica e psicologia.
Scrive recensioni, racconti, poesie e favole in compagnia di sua figlia, fonte inesauribile di ispirazione oltre che compagna di lettura.



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