Gli scrittori della porta accanto

Le recensioni di Paola Casadei: "Con la mia valigia gialla" di Stefania Bergo


Premettendo che sono un po' di parte perché in Africa ci ho abitato per dodici anni e la adoro, devo dire che il libro di Stefania Bergo mi ha scossa, risvegliata, commossa fino alle lacrime ben più di una volta. Mi ha fatta sentire più viva, vera e umana.
Le sue descrizioni dei luoghi, quella terra rossa, quella sabbia che si insinua tra le dita dei piedi e macchia i vestiti, quei bambini con occhi grandi ed enormemente espressivi. La povertà piena di colori, quella povertà che resta legata al concetto dell'Africa, che sai che esiste ma non ti tocca finché non la vedi con i tuoi occhi e capisci come effettuano le trasfusioni di sangue e ti fa sentire a disagio quando entri in un grande e ricco ristorante come il Carnivore, pieno di grandi bracieri, enormi spiedi pieni di ogni tipo di carne, dal comune pollo o maiale fino all'antilope, alla zebra e al coccodrillo. I colori dei tramonti.
Il racconto è la storia umana di Stefania, ingegnere, che un anno sceglie di andare a fare volontariato in Kenia, in quest'ospedale sperduto a Matiri, nel reparto di pediatria per tre settimane durante le feste di Natale, contrasto schiacciante con la festa del consumismo.
Non vive l'Africa da turista, ma vive a contatto con bimbi malati, li consola, li fa ridere, li vede morire o lottare per la vita. Viene invitata a matrimoni locali, visita amici nelle capanne sperdute nel bush, pranza alla loro tavola, immerge le mani nel pentolone come si usa fare là. Balla, ride, piange, gioca a biliardo. Amplia le sue conoscenze anche professionali, ma soprattutto il suo bagaglio emozionale, ci racconta che dopo quel primo viaggio ha scelto di tornare di nuovo nello stesso luogo, riempiendo ogni volta di più la sua valigia gialla di calore, emozioni, frammenti di vita. Arricchendosi umanamente ogni volta che da quei luoghi torna in Italia. Pronta però ogni volta a ripartire.
Il romanzo è scritto con un linguaggio semplice ma diretto, uno stile fluido e privo di refusi, l'autrice non cerca di fare moralismi, ma racconta la sua esperienza autentica, ci fa intuire la sua trasformazione in quanto donna, la nascita del suo 'mal d'Africa' e ci tocca nel più profondo sensibilizzandoci.
Lo consiglio vivamente e mi auguro di vedere presto un seguito a questo primo libro. Bello e toccante!


È un diario di viaggio autobiografico.
Stanca della superficialità di una vita nemmeno troppo tranquilla, Stefania decide di partire. Da sola. Casualmente, trova in internet i contatti di un'associazione che gestisce il St. Orsola, un ospedale in un'area rurale del Kenya, Matiri. E parte con una valigia gialla, poche aspettative, tanta curiosità e voglia di cambiare, non certo il mondo, ma almeno la sua piccola insignificante esistenza.
"Con la mia valigia gialla" è il racconto dei piccoli eventi quotidiani (solo apparentemente banali) accaduti in quelle tre settimane, conditi con una manciata di riflessioni dell'autrice sulle diverse abitudini e sulla cultura locali.
Contrariamente a quanto si pensi, però, non è un libro sul volontariato. Il volontariato è solo un dettaglio. L'intenzione dell'autore era di raccontare il viaggio, una piccolissima parte d'Africa, quella che lei ha conosciuto, diversa dalla miriade di altre facce di una terra magica, unica. Ne racconta le usanze locali, i profumi, i colori, i suoni, il quotidiano. Le emozioni. E ne ha dato una sua personale chiave di lettura, intervallando ai dipinti della natura le sensazioni restituite, i pensieri suggeriti, le domande che si è posta e che pone a chi vorrà leggere le pagine del suo libro e soffermarsi, come lei, a cercare una risposta.
Anche se spesso risposte non ce ne sono. E allora, più che di risposte si tratta di opinioni. Ecco perché questo libro non vuole insegnare nulla. E' un semplice mezzo messo a disposizione dall'autrice per far compiere al lettore lo stesso viaggio (anche se non sarà mai lo stesso) senza prendere un aereo, semplicemente con l'immedesimazione.

di Stefania Bergo | Zerounoundici Edizioni | Mainstream Diario diviaggio 
ISBN 978-88-6307-515-1 | ebook 4,99€ Amazon | cartaceo 14,50€ Acquista



Paola Casadei
In origine farmacista e direttore tecnico di laboratorio omeopatico, ha lasciato Forlì per trasferirsi prima a Roma, poi a Montpellier, quindi per dodici meravigliosi anni in Africa (otto in Sudafrica e quattro in Mozambico), dove ha insegnato musica e italiano. Ora risiede a Montpellier con la famiglia.
L'elefante è già in valigia, Lettere Animate Editore.



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