Gli scrittori della porta accanto

L'editoriale di Loriana Lucciarini: il potere evocativo delle parole


Già, evocativo. Perché ogni parola, al di là del reale significato semantico, acquisisce un significato personale secondo il vissuto di chi le introietta dentro sé.
Ecco, allora, che la parola felicità ha una valenza per una persona e ne ha una diversa per un’altra.
Chissà cosa determina l’acquisizione del valore di un termine piuttosto di un altro, di una parola specifica piuttosto di un’altra similare, affine. È qualcosa legato a ciò che siamo? A qualche ricordo del passato, a qualche persona a noi speciale, a un’emozione collegata? Possiamo amare una parola per un motivo e amarne un’altra per un motivo diverso. Per le stesse ragioni possiamo arrivare a odiarle, alcune parole.
Credo che quando entriamo in comunicazione con l’altro dovremmo sforzarci di capire – oltre alle parole – la valenza reale e personale che ognuno di essi dà ai termini che usa.
Possiamo scoprire che “Aggrapparsi”, “Aspettare”, “Accogliere” possono essere terrificanti per chi non ha ancora compiuto un percorso di crescita personale.
Allora, parlando di parole, vi dico le mie, divise per categorie: quelle che spaventano, quelle che si rigettano/si odiano, quelle che si amano/accolgono, quelle dal potere evocativo.

Le parole che mi spaventano: apatia – guerra – vertigine – cima – furia – locusta – spettro

Le parole che odio: prepotenza – intrusione – ladro – annientamento – illusione – schifo – mattanza – decomposizione – liquame

Le parole che amo: schegge – luminoso – argentino – diffondere – rispetto – orgoglio – dignità – equità – farfalla

Per quanto mi riguarda si può notare un filo unico, generale per le diverse serie di parole.
Per quelle di cui ho paura, il filo è l’esperienza personale (ho paura dell’altezza, ho il terrore delle cavallette, ho insofferenza verso il non fare e l’apatia, l’incompiuto, ho il terrore della violenza).
Per quelle che odio, il filo conduttore è la morte, infatti quasi tutte le parole si riconducono ad essa – come se temessi di non riuscire a compiere me stessa in questa vita e mi sembrasse di non avere mai abbastanza tempo.
Per quelle che amo, invece, il filo è l’etereo, lo spirituale: infatti sono quasi tutte legate a sentimenti o concetti elevati.
Per quelle dal potere evocativo… beh, è ovvio, hanno un significato speciale per me, una sonorità speciale a cui lego mille pensieri e sentimenti, quel richiamo che è solo mio a ricordi/desideri/immagini a me care.

La parole dal potere evocativo: anima – luccichio – viaggio – rimpianto – ricordo – cassetto – stanzino – libertà – spina dorsale

Anima è la parte più bella e profonda nuda e pulsante di me stessa.
Luccichio indica un bagliore intenso ma lieve, leggero. Qualcosa di bello e positivo, non invadente.
Viaggio è la predisposizione mentale all’esperienza arricchente dello scoprire, del viaggiare, del conoscere, del confrontarsi.
Rimpianto è qualcosa di me stessa e del mio passato che non voglio più ricreare: la vita va vissuta, non fatta scorrere via.
Ricordo è doloroso e caldo assieme, un attimo passato, un bel ricordo che però è associato al sentimento trascorso che non riesci a trattenere con te, perché si àncora al passato temporale
Spina dorsale è quel qualcosa che ognuno di noi ha che lo guida nella vita, che lo sprona a fare e che gli impedisce di autodistruggersi.
Cassetto/Stanzino sono parole che uso spesso associandole alla mia anima. Lo Stanzino è il luogo dove l’anima mia si rifugia per curarsi e proteggersi, quando la vita le ha dato troppo dolore. Lo stanzino è buio e insonorizzato: lì posso urlare quanto voglio, graffiarmi, sbattere i pugni, insomma far emergere tutto il dolore e la rabbia che ho, nessuno mi sentirà e io potrà farlo senza dover spiegare niente a nessuno e avere sensi di colpa. Cassetto è una parola uso spesso associandole alla mia anima. Il cassetto è un luogo positivo dove custodisco ricordi, gioie, emozioni e sogni.
Libertà è l’ovvio significato di potersi esprimere e realizzare al meglio senza costrizioni.
E per voi? Quali sono le vostre parole evocative?



Loriana Lucciarini
Impiegata di professione, scrittrice per passione. Spazia tra poesia e narrativa. Molte pubblicazioni self e un romanzo “Il Cielo d'Inghilterra” con Arpeggio Libero. E' l'ideatrice e curatrice delle due antologie solidali per Arpeggio Libero, la prima di favole per Emergency “Di favole e di gioia” nonché autrice con la fiaba “Si può volare senza ali” e la seconda di “4 Petali Rossi – frammenti di storie spezzate”, racconti contro il femminicidio per BeFree. E' fondatrice e admin di “Magla-l'isola del libro”



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