Gli scrittori della porta accanto

Le recensioni di Paola Casadei: "Lui è tornato" di Timur Vermes


"Lui è tornato" di Timur Vermes, Bompiani, 2013.

Un libro che si presta a polemiche e discussioni.
Chi è lui? Lui è Adolph Hitler. La trama in breve è questa: Adolf Hitler si risveglia in un piccolo parco di Berlino nel 2011, convinto di trovarsi ancora nella capitale del Terzo Reich, nel 1945. Il suo ultimo ricordo è che si trovava nel bunker con Eva Braun, poi non ricorda altro. Il tutto raccontato in prima persona da Hitler stesso.
È stato il libro del mese al club di lettura a cui ho partecipato il mese scorso, qui a Montpellier. Tutte l’hanno trovato ironico, divertente, utilissimo per le generazioni più giovani che lo studiano sui libri di storia.
Sara Boero, in una recensione su Officina Letteraria, lo definisce “un romanzo inclassificabile: fantascientifico, fantapolitico, irriverente, attuale”.
Hitler, al risveglio, si rende conto gradualmente che sono passati più di 67 anni e che la Germania ha perso la guerra mondiale. Quindi già le premesse sono surreali e assurde, Hitler si stupisce del fatto che la gente che incontra non gli faccia il saluto militare e non lo rispetti come prima. La Germania non domina più, c’è addirittura una donna a capo del Paese. Non soddisfatto di vedere cosa è diventato il suo paese quasi 70 anni dopo la sua dipartita, Hitler compie una scalata al successo – non più al potere – grazie all’attenzione dei media. Lui non nasconde mai i propri obiettivi e le modalità con cui vuole raggiungerli. E lo show televisivo gli permette di intossicare e plasmare parecchie menti. Naturalmente, dai dialoghi si capisce che nessuno crede che si tratti del vero Hitler, ma solo di un ottimo imitatore, di un comico. È quasi una caricatura a volte, ma finisce per attirare sempre più spettatori grazie alla televisione, e decide di rimettere a posto il paese a modo suo. A un certo punto sente che ora il paese è di nuovo pronto perché lui lanci la stoccata finale per portare a termine il suo progetto.
In Germania il romanzo è diventato un best-seller, il libro ha venduto oltre 2 milioni di copie ed è stato tradotto in 41 lingue. E si tratta di un’opera prima.
Il libro è molto documentato; in appendice c'è una sezione, sempre compilata dall'autore, in cui si spiegano gli avvenimenti citati nel testo narrativo, con una approfondita serie di rimandi a persone e eventi che inquadrano il romanzo nella sua prospettiva storica.
Il prezzo, in Germania, era di 19,33€ (come la data, 1933, anno di ascesa al potere).
Quello che ho trovato incredibile è che lo scrittore, alla sua prima opera letteraria, abbia osato, lui, tedesco, di origine ungherese e padre ebreo, sfidare un simile personaggio e scriverci sopra in prima persona: in fondo Hitler è un personaggio che suscita ancora emozioni, fa molto effetto, mette a volte un po’ a disagio. Il fatto che possa tornare con le sue follie davanti alla sua nazione strappa sorrisi un po’ amari e graffianti, ma anche altri sentimenti.
Le critiche sono numerose, probabilmente non è una grande opera dal punto di vista letterario ma ha raggiunto il suo scopo. Il finale ha lasciato alcuni insoddisfatti: non è così netto e decisivo. È stato più volte paragonato a Borat, assurdo e grottesco, perché nel complesso con l’ironia provoca a volte qualche risata, senza però rilassare del tutto la testa: chi legge mantiene il cervello in stato di allerta, anche perché il personaggio creato non è del tutto un buffone patetico e ridicolo: cosa accadrebbe se davvero una cosa simile potesse succedere? La Germania in primis, quindi il resto del mondo, potrebbe far rinascere un personaggio simile? Come userebbero nella realtà, gli attuali mezzi di comunicazione, un messaggio come quello nazista? E qualcuno si potrebbe ancora lasciare sedurre dalla sua ideologia?
È normale che questo libro abbia provocato in Germania molte polemiche: il tema è di certo provocatorio, l’autore alla fine ridicolizza la figura di Hitler e gli conferisce delle qualità che la gente, un paio di generazioni dopo il vero Hitler, non vuole ritrovarsi davanti. Molti non trovano ancora possibile ridere di un fatto come l’Olocausto.
Nel complesso non si tratta forse di alta letteratura, ma secondo me vale la pena leggerlo. E la copertina è bellissima!


È la primavera del 2011. 
Adolf Hitler si sveglia in una di quelle campagne vuote che ancora si possono vedere nel centro di Berlino. È una Berlino, ai suoi occhi, alquanto bizzarra, almeno rispetto a quando l'aveva lasciata. Senza guerra, senza insegne nazionalfasciste e accanto a lui non c'è Eva. 
E le stranezze non finiscono qui. Berlino sembra in un periodo di pace, eppure è invasa da migliaia di stranieri (addirittura cinesi!), e la Germania è governata da una donna (!) tozza e bassina che in Europa fa quello che vuole. 
Così, 66 anni dopo la sua caduta, il redivivo si getta di nuovo nell'agone politico, per iniziare una nuova carriera. Naturalmente, tutti lo credono uno straordinario imitatore con una perfetta somiglianza fisica al Fuhrer, dunque perfetto per fare il comico in televisione, spopolare su youtube e i social network. 
Ma lui, invece, non scherza affatto, anzi è semplicemente se stesso.


di Timur Vermes | Bompiani | Narrativa
EAN 9788845272813 | cartaceo 15,72€ Acquista



Paola Casadei
In origine farmacista e direttore tecnico di laboratorio omeopatico, ha lasciato Forlì per trasferirsi prima a Roma, poi a Montpellier, quindi per dodici meravigliosi anni in Africa (otto in Sudafrica e quattro in Mozambico), dove ha insegnato musica e italiano. Ora risiede a Montpellier con la famiglia.
L'elefante è già in valigia, Lettere Animate Editore.



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