Gli scrittori della porta accanto

Pag. 69 | #32 "La ciociara" di Alberto Moravia

LA CIOCIARA Acquista
di Alberto Moravia
Bompiani | 322 pagine

Il figlio forse pensando che ero una contadina e non valeva la pena di sprecare parole con me, si avviò anche lui, come gli altri, verso la tavola.
Che tavolata! Me ne ricorderò finché campo, un po’ per le stranezze del luogo e anche un po’ per l’abbondanza. La stranezza: una tavola lunga e stretta , sulla macera lunga e stretta ; sotto di noi la scalinata gigante delle macere giù giù fino alla valle di Fondi ; intorno a noi la montagna; e sopra di noi il cielo azzurro, illuminato dal sole di settembre, dolce e caldo. E, sulla tavola, l’abbondanza: piatti di salame e di prosciutto, formaggi di montagna, pagnotte fatte in casa, fresche scricchianti, sottaceti,uova sode e burro, e la minestra di pasta e fagioli in certi piattoni colmi fino all’orlo, che ,via via ,la figlia , la madre e la moglie di Filippo portavano in tavola uscendo l’una dopo l’altra dalla capanna dove cucinavano. C’era anche il vino, in fiaschi, e c ‘era perfino una bottiglia di cognac. Insomma nessuno avrebbe potuto pensare che a valle c’era la carestia e un uovo costava otto lire e a Roma la gente moriva di fame. Filippo girava intorno alla tavola fregandosi le mani, la faccia luccicante di soddisfazione. Ripeteva: “Mangiamo e beviamo… tanto poi vengono gli inglesi e torna l’abbondanza”. Dove, poi,lui avesse pescato quest’idea che gli inglesi avrebbero portato l’abbondanza, non saprei dire. Ma lassù tutti ci credevano e non facevano che dirselo l’un con l’altro. Credo questa convinzione venisse loro dalla radio dove,come mi dicevano, c’era un inglese che parlava l’italiano come un italiano, il quale faceva la propaganda ripetendo, appunto, ogni giorno, che una volta arrivati gli inglesi, avremmo tutti nuotato nella grascia.
Basta, una volta scodellata la minestra, ci mettemmo a tavola. In quanti eravamo ? C’era Filippo con la moglie, e i due figli; c’era Paride, con la moglie Luisa, una piccola bionda dai capelli crespi e dagli occhi celesti, con l’espressione sorniona, e il loro bambino Donato; c’era Tommasino con la moglie, una donna lunga e magra dalla faccia paffuta e arcigna, e la figlia che anche lei ci aveva la faccia cavallina della madre, ma dolce , con gli occhi neri e buoni: c’erano quattro o cinque uomini, malvestiti con la barba lunga che, a quanto capii, erano gente di Fondi, sfollati lassù e stavano sempre attorno a Filippo come al loro capo riconosciuto.

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