Gli scrittori della porta accanto

[Professione scrittore] Concorso: II Premio Letterario Nazionale “Terra di Guido Cavani”, i semifinalisti e le nostre impressioni come giurati


Il secondo Premio Letterario Nazionale "Terra di Guido Cavani" è entrato nella sua seconda fase. Come descritto in un precedente articolo (II Premio Letterario Nazionale “Terra di Guido Cavani”), nella prima fase di questo prestigioso concorso, abbiamo fatto parte della giuria di preselezione, insieme agli altri blog letterari del collettivo Blogcrossing, per una prima valutazione dei racconti pervenuti. 
Il 7 maggio sono stati pubblicati (qui l'articolo originale) i nomi dei 37 semifinalisti che proseguiranno l'avventura e che dovranno ora essere giudicati da un Comitato di Lettura, costituito dagli Assessori alla Cultura dei Comuni che sostengono la manifestazione. Tra tutti gli elaborati semifinalisti, il Comitato di Lettura ne porterà 18 in finale alla Giuria Tecnica e il 28 maggio conosceremo finalmente i nomi dei finalisti di quest'anno.

Per noi del collettivo Gli scrittori della porta accanto si tratta della prima esperienza come giurati in un concorso letterario nazionale e, come sempre facciamo, abbiamo cercato di essere all'altezza e di rendere onore agli scrittori che hanno partecipato, garantendo imparzialità, dedicando ad ogni racconto letto lo stesso tempo e applicando gli stessi criteri di valutazione.
Non è stato facile come può sembrare, non si tratta infatti solo di esprimere un'opinione, un indice di gradimento sulla storia narrata, ma di valutare lo scritto anche dal punto di vista tecnico, ovvero la capacità dell'autore di raccontare una storia brevemente (cosa in realtà assai difficile), gli eventuali errori o refusi e la coerenza con il tema trattato.


Elena Genero Santoro
Valutare 38 racconti all’inizio mi atterriva perché temevo di confondermi tra un racconto e l’altro e di non saperli mettere in ordine. Invece ho iniziato fin da subito a stilare una classifica, partendo dai primi due racconti per i quali mi sono detta: questo è meglio di quest’altro. E sono andata avanti.
Ci tengo a dire che fare da giuria è stata un’esperienza altamente costruttiva e formativa per me come scrittrice. Infatti mettendomi dalla parte di chi deve valutare mi sono fatta un'idea migliore di cosa deve avere un racconto per piacere.
Il testo deve essere scritto correttamente, okay, ma avere una trama accattivante e un buon ritmo che attiri in poche righe. Altrimenti è noia e il valutatore non vede l’ora di passare al prossimo.
Un racconto deve avere un ritmo diverso rispetto a un romanzo. Un racconto non ha tempo.
In quest’ottica ho capito che alcuni miei racconti agli occhi di uno che ne deve leggere 38 in pochi giorni non sarebbero piaciuti e ne terrò conto, la prossima volta che scriverò un racconto.
Anche se, in tutta sincerità, mi sono convinta una volta di più che un testo scritto, dal romanzo al racconto, si deve giudicare solo alla fine. Nella fattispecie, racconti che partivano bene, con un ritmo sincopato e qualche espediente accattivante, magari si perdevano nella narrazione o cadevano su errori e banalità. Altri, invece, che all’inizio non catturavano l’attenzione, verso il fondo trovavano un loro senso e magari una loro poesia.
Comunque sarò davvero curiosa di vedere la classifica generale dei racconti per vedere se i miei gusti sono sentiti anche dagli altri oppure il mio modo di giudicare non rientra in quello della maggioranza.


Valentina Gerini
Essere un giurato in un concorso letterario è, senza dubbio, un'esperienza unica. Ci si sente importanti ma anche responsabili. L'esito della classifica dipende da noi giurati e per questo si deve svolgere al meglio il nostro compito. Leggendo attentamente i vari scritti ho constatato che molti presentavano errori sciocchi, errori che, con un paio di riletture in più, gli autori avrebbero potuto evitare. La fretta a volte gioca brutti scherzi (spesso anche a me capita di cadere in questa trappola!). Un vero peccato se si pensa che un buon racconto poi perda punti solo per degli errori di grammatica o delle piccole distrazioni! Tra i racconti letti, se devo essere sincera, sono pochi quelli che mi hanno entusiasmato per la loro storia. Ed è quello che io, personalmente, cerco in un racconto: una storia con un inizio ed una fine, che riesca ad essere narrata e che lasci qualcosa al lettore, anche in poche righe. È difficile. Anzi, è difficilissimo riuscire a strutturare una storia che regga in un racconto breve. Dei racconti letti, dunque, solo alcuni riuscivano a soddisfare questa mia richiesta. In questa cerchia ristretta poi c'era da controllare la qualità della scrittura e gli errori nel testo. Un compito non semplice e, a tratti, noioso ma necessario. È così che, scartando scartando, sono arrivata a decretare il mio personale vincitore. La giuria completa esprime un'insieme di giudizi personali che poi sommati rivelano il vincitore assoluto. Ed è così che giudizi differenti e criteri differenti si mescolano dando vita ad una selezione e un metro di giudizio impeccabile, perché non è più strettamente personale e dovuto al singolo.

Stefania Bergo
È la prima volta che mi capita di fare il giurato in un importante concorso letterario. Quando Moreno, Irma e Andrea di Il mondo dello scrittore ci hanno coinvolte, mi sono sentita lusingata. Essere un giurato non è cosa banale, non è da tutti. Essere scelti per farlo significa che gli altri ti ritengono all'altezza. Quindi, con molto senso di responsabilità, ho iniziato la lettura dei racconti che il nostro sito letterario doveva valutare. Alcuni sono scivolati via senza lasciare particolare traccia, alcuni stridevano per la pesantezza della trama piatta, altri per errori che forse, ad una rilettura più attenta, si sarebbero potuti evitare. Alcuni, invece, li ho trovati davvero interessanti, originali, addirittura commoventi. Ben scritti, senza errori, certo, ma svolgere semplicemente il compito in classe non è da concorso letterario. Si deve stupire, catturare l'attenzione. E una manciata di racconti, a mio avviso, è perfettamente riuscita nell'intento.
Una cosa che ho notato è il ripetersi di alcuni temi trattati, di immagini ricorrenti, di ambientazioni comuni, come se alcuni racconti facessero parte della stessa antologia.  Addirittura curiosa la coincidenza di due racconti che parevano narrare la stessa storia da due punti di vista differenti: i personaggi di una vicenda erano anche nell'altra, ciò che cambiava era il protagonista.  All'ultimo momento era il tema da seguire e per la maggior parte questo coincide con il mancato appuntamento con la morte, raccontato in modo differente. Il treno, invece, pare il mezzo di trasporto preferito dai protagonisti.


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Siamo un gruppo di mamme, professioniste, scrittrici indipendenti, blogger, conosciute sul web, attraverso i nostri libri, che nel tempo abbiamo scoperto non essere il nostro unico punto d'incontro.
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Attualmente in redazione: Stefania Bergo, Valentina Gerini, Tamara Marcelli, Ornella Nalon, Silvia Pattarini, coadiuvate validissimi collaboratori.






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