Gli scrittori della porta accanto

[Blog tour + Contest] Anteprima: Arianna Berna, Monica Coppola, Loriana Lucciarini e Silvia Devitofrancesco raccontano "4 petali rossi", nell'intervista di Tamara Marcelli e Ornella Nalon (I tappa)


In questa prima tappa del Blog Tour #questononèamore, vi presentiamo, in tre appuntamenti successivi, l'antologia di quattro racconti che verrà regalata alla fine del tour, nel contest parallelo per cercare lo slogan più efficace per la prossima campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne (#questononèamore Blog Tour e Contest di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne), oltre ad un ebook a scelta tra quelli messi a disposizione dalle nostre autrici, che verranno resi noti nelle prossime tappe. Già è stato detto che parlarne non basta, ma non credo queste siano solo chiacchiere. È il nostro modo, di donne, scrittrici, blogger, di far sentire la nostra voce, di fare qualcosa, perché l'indifferenza proprio non ci piace!
Diventate lettori fissi di questo blog, e lasciate il vostro commento, se vi va di far sentire la vostra voce. Sarà per noi un contributo prezioso e significherà che tutto questo nostro parlare non è vano. Grazie!

4 PETALI ROSSI. Frammenti di storie spezzate.
di Arianna Berna, Monica Coppola, Silvia Devitofrancesco, Loriana Lucciarini
Arpeggio Libero
Narrativa | Racconti
cartaceo 14,00€Acquista

Troppe volte ci sono storie che non vengono raccontate.
Parole imbrigliate sotto strati spessi di silenzi che non trovano la forza di trasformarsi in gridi acuti e disperati.
Le labbra restano serrate e ferite, a volte sanguinano come l’anima e il cuore, altre volte si sollevano appena in un impeto coraggioso ma poi tremano forte e si richiudono, senza riuscire ad emettere nessuno dei suoni distorti che mascherano un’angosciante verità.
Sono storie abortite, che non nasceranno mai e che anzi, spesso, portano alla morte: sono le storie delle donne vittime di violenze.
Per provare a dare forza e voce ad alcune di loro abbiamo deciso di realizzare questo progetto per dare voce alle donne, anche quelle che non ce l'hanno più e accendere una piccola luce, in quel buio opprimente che troppe volte, e ormai quasi ogni giorno, colpisce silenziosamente e si porta via una donna come noi.
L'antologia solidale destinerà parte del ricavato delle vendite al centro antiviolenza BeFree per il progetto “Casa delle donne nella Marsica”.
All'interno del volume le storie: “Bella da rubare” di Arianna Berna, “Il coraggio di raccontare” di Loriana Lucciarini, “L'equilibrio perfetto” di Monica Coppola, “Una gabbia di vita” di Silvia Devitofrancesco.
Un progetto importante, per dare voce alle donne, un progetto non fatto solo di parole, ma anche fatti!

L'autore racconta...

Ciao ragazze, benvenute. Vi descrivete brevemente per chi non vi conosce?
Arianna Berna - Sono laureata in giurisprudenza, lavoro come auditor in una multinazionale e vivo a Treviso. Ho un mio blog personale dove racconto momenti di vita e emozioni. Le mie pubblicazioni sono: “La magia di Wit” (favola, Arpeggio Libero), “Imperfetta” (romanzo, Amazon), Una normale strana vita (romanzo, Ilmiolibro) e poi sono tra gli autori del volume “Dai un morso a chi vuoi tu” (antologia, Booksalad)
Monica Coppola – Vivo a Torino, sono laureata in lettere e mi occupo di marketing e comunicazione. Ho un blog violavertiginievaniglia.blogspot.it in cui descrivo le varie avventure di autrice emergente Le mie pubblicazioni sono: “Viola, vertigini e vaniglia” (chick-lit, Booksalad) e sono curatrice nonché autrice del volume “Dai un morso a chi vuoi tu” (antologia, Booksalad) presentato quest'anno al Salone del Libro di Torino (con molta emozione!)
Silvia Devitofrancesco – Sono la più giovane del gruppo, sono laureata in lettere, vivo a Bari e collaboro con blog e testate web. Da sempre sogno di poter scrivere e posso dire che la mia determinazione è stata premiata! Le mie pubblicazioni sono: “Lo specchio del tempo” (romanzo, Amazon), “Ultimo accesso alle...” (humor, Amazon).
Loriana Lucciarini – Romana trapiantata a Viterbo nella splendida Tuscia e lavoro in un sindacato. Sono pendolare esaurita ma piena di energie che rosicchia tempo per la scrittura! Collaboro con blog e testate web, scrivo su mEEtale. Le mie pubblicazioni sono: “Il cielo d'Inghilterra” (romanzo, Arpeggio Libero), “Si può volare senza ali” (favola, Arpeggio Libero), “Una fantastica caccia al tesoro” (narrativa ragazzi, Arpeggio Libero), e poi tre volumi di poesie pubblicati su Ilmiolibro.it (I legami sottili dell'anima; Sotto le nuvole; Little Thoughts)


4 petali rossi frammenti di storie spezzate” un libro scritto a otto mani, le vostre. Com'è sorta la vostra collaborazione
Monica Coppola - Ci siamo incontrate virtualmente partecipando ad un concorso narrativo nel 2013. Abbiamo letto e recensito i rispettivi romanzi e da lì e nata la voglia di collaborare insieme anche per un progetto sociale come “4 Petali Rossi”.

Come vi è venuta l'idea di scrivere questo libro? Quattro storie forti, di donne che hanno subito varie forme di violenza. Perché proprio questo tema?
Loriana Lucciarini – Dopo l'ennesimo episodio di femminicidio, arrabbiata e combattiva, ho proposto alle altre tre di realizzare questo progetto, mettendo a disposizione la nostra capacità narrativa per una causa sociale. Le altre, che comunque in passato avevano già affrontato nei propri scritti questo tema dimostrando sensibilità e attenzione, hanno accettato con entusiasmo e così 4 Petali Rossi ha iniziato a prender vita...
Silvia Devitofrancesco – Infatti, tutte noi avevamo molto a cuore questa tematica, della quale ormai si parla quotidianamente. Abbiamo pensato di dare il nostro concreto contributo alla lotta contro la violenza, mettendo il nostro saper scrivere al servizio di una nobile causa.

Titolo e copertina, sono venuti d'impulso oppure hanno richiesto un’attenta riflessione? Perché la scelta dei petali, cosa vogliono rappresentare?
Monica Coppola - Il titolo è frutto di un brain storming via chat: il 4 ci rappresentava bene sia per il logo 4writers che per i temi differenti come le storie descritte. E siamo subito state d’accordo sull’utilizzo dei petali che simboleggiano la levità della vita e il modo in cui, purtroppo, è estremamente facile spezzarla. I petali sono molto delicati ma, con un soffio di vento possono volare, liberi. Ed è questa la linfa vitale del progetto: la possibilità di cambiare il corso di alcuni eventi. Dando un sostegno economico per la realizzazione di una casa delle donne ma anche stimolando discussioni e riflessioni legate ai racconti. A volte basta una parola detta al momento giusto, una parola al posto del silenzio, un gesto (e il petalo) sono quella vita che non si spezza, ma torna a volare.
Silvia Devitofrancesco – Aggiungo che la copertina è stata realizzata da Maria Teresa di Mise, nostra grafica di fiducia, che ha saputo interpretare al meglio il tema di fondo dell’opera.

Le storie narrate sono frutto di fantasia oppure sono tratte da esperienze vissute? In questo caso, come avete raccolto le testimonianze?
Arianna Berna - La storia di Bella da rubare è frutto della mia fervida fantasia, seppur nasca dalla realtà. L’ispirazione è scaturita da un articolo di cronaca in cui delle fotografie osé scattate fra marito e moglie erano state pubblicare in modo improprio a seguito della rottura del legame, vi ho aggiunto il mio personale disgusto per la mercificazione del corpo femminile ed è uscito il racconto. In una società in cui, se sei bella sei un oggetto, ho voluto portare una voce fuori dal coro: una bellissima ragazza che non vuole sfruttare la sua immagine.
Loriana Lucciarini – Per Il coraggio di raccontare ho fatto ricerche storiche e sociali relative su quanto successo durante la guerra nella ex Jugoslavia. Ho letto gli atti del processo dell'Aja, comprese le testimonianze delle vittime e alcuni articoli correlati, che mi hanno fatto sprofondare in quell'orrore. Poi mi sono immedesimata nella mia protagonista, per immaginare cosa possa aver provato e come descrivere il suo disagio psicologico e fisico. Il racconto narra fatti storici accaduti in quegli anni, alcuni degli episodi menzionati nel racconto sono realmente accaduti; ma la protagonista (Selina) e la sua amica (Adila) sono frutto della mia fantasia.
Monica Coppola - La mia storia L’equilibrio perfetto amalgama finzione narrativa e cronaca. Spesso le tragedie che ci colpiscono durante l’infanzia ce le portiamo appiccicate addosso come una seconda pelle e, condizionano le nostre scelte, a volte in modo inconsapevole.
Silvia Devitofrancesco - Nel mio caso, la violenza psicologica del racconto Una gabbia di vita, mi sono ispirata a fatti di cronaca ma ho scelto di narrare una storia di fantasia.

Le recensioni di Tamara Marcelli: "4 Petali Rossi" di L. Lucciarini, A. Berna, M. Coppola, S. Devitofrancesco, dopo l'inferno si può rinascere

Parlateci delle 4 protagoniste delle vostre storie. Come le descrivereste?
Arianna Berna - Gaia è una bionda e bella ragazza, che esteticamente rappresenta l’emblema della frivolezza, ma l’apparenza inganna, perché la protagonista è una donna seria, tenace e di sani principi. Un’instancabile lavoratrice, che si scontrerà con una leggerezza commessa nel passato e con l’inarrestabile macchina della comunicazione mediatica. Dopo un primo istante di sconforto, Gaia reagisce, lottando per far valere i suoi diritti.
Loriana Lucciarini – Selina è una tredicenne fragile e impaurita, che si ritrova scaraventata nell'orrore della guerra e subisce quei terribili eventi. Data la sua giovane età non è in grado di affrontare quanto le accade e così, terminata la guerra, rimuove il suo passato per tentare di sopravvivere. Adila, più adulta e consapevole, affronta invece l'orrore nella sua completezza, superandolo e diventando più forte, reagendo e mettendosi a disposizione delle altre donne. Due donne diverse e due modi di reagire alla violenza differenti, pur se è comune il trauma subito.
Monica Coppola - Anna, la mia protagonista ha cercato un rifugio in cui nascondere le sue paure e la sua vitalità. Ma alla fine quella sua ricerca di un amore idilliaco e plateale, quasi come quello raccontato nei romanzi, diventa una trappola in cui anche lei cade. Perché anche se la realtà è lì davanti ai nostri occhi, cruda e nuda, troppo spesso noi chiudiamo gli occhi, facciamo finta di non vederla. Perché distruggere un ideale, un sogno ci fa troppo male. E, negli amori malati, questo si paga anche con la vita.
Silvia Devitofrancesco - Alba, la mia protagonista, è una ragazza normale. Vive sola, è una grande sognatrice, una ragazza tranquilla che preferisce al caos di una discoteca il silenzio delle pagine di un libro. Alba è innamorata dell’amore e sogna di poter vivere un giorno una storia da favola con il lieto fine, come accade nei romanzi che ama leggere. Ecco, forse la sua debolezza è proprio quella: rincorrere il sogno d’amore e confonderlo con la realtà.

Qual è il fine del vostro progetto?
Arianna Berna - Lo scopo di 4 Petali Rossi è di dare voce a chi non ce l’ha e sensibilizzare l’opinione pubblica. Avere il coraggio di raccontare storie che potrebbero accadere o che sono accadute, in cui donne sono state calpestate sia moralmente, che fisicamente, ricordandoci che la violenza ha molti volti, e ciascuno di essi è da aborrire.
E per chiudere il cerchio, abbiamo deciso di devolvere quelli che sarebbero stati i nostri proventi, così come l’editore, a BeFree, un centro antiviolenza, per la costruzione di una casa in cui donne possano sentirsi al sicuro.

Il centro antiviolenza BeFree si occupa, come avete detto, del progetto Casa delle Donne della Marsica, situato in Abruzzo. Come lo avete conosciuto e per quale motivo lo avete scelto?
Silvia Devitofrancesco - Abbiamo svolto un lavoro certosino riguardo la scelta dell’ente da sostenere. Il progetto di BeFree ci è sembrato il più importante e tramite Loriana siamo riuscite a metterci in contatto con loro.
Loriana Lucciarini – Dopo varie ricerche abbiamo individuato il centro antiviolenza che più era in “sintonia” con il nostro progetto. BeFree ha vari servizi per le donne: nel pronto soccorso del San Camillo Forlanini di Roma offre aiuto e sostegno immediato alle vittime di violenza, gestisce un numero Sos h24 e altri servizi assieme al comune di Roma. E' al Cie di Ponte Galeria a supporto le donne migranti, con il proprio centro antiviolenza Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, a Roma, aiuta chi si rivolge a loro a ricostruirsi e poi, con la Casa delle donne nella Marsica offre un luogo sicuro dove le donne possono ritrovare serenità e la possibilità di raccogliere i pezzi per riprendere in mano la propria vita. Quando ho contattato Oria Gargano, presidente BeFree, è stata lieta di accogliere la nostra iniziativa e l'ha immediatamente veicolata su quest'ultimo progetto, offrendoci la possibilità non solo di sostenere il loro lavoro ma anche di realizzare qualcosa di concreto: la casa rifugio è quella infatti che il volume 4 Petali Rossi sostiene e finanzia.

La casa antiviolenza cui devolverete i proventi ha anche una sezione per "supporto a uomini violenti" per una sorta di rieducazione? Se si potreste spiegare se lo ritenete un intervento valido, efficace? Cosa pensate degli uomini maltrattanti, violenti?
Loriana Lucciarini – Il centro antiviolenza sta lavorando anche su questo. La casa rifugio nella Marsica però ospiterà solo donne in difficoltà. Rispondendo alla vostra seconda domanda: gli atti di violenza sono da condannare e punire con forza, cosa che purtroppo la nostra giurisdizione italiana non fa davvero del tutto. Però c'è anche da comprendere perché questo fenomeno sia in costante crescita. Ritengo che gli uomini maltrattanti siano il frutto di una società che spinge alla competizione e all'aggressività; sono uomini incapaci di gestire le proprie emozioni perché nessuno ha insegnato loro a farlo e che, anzi troppo spesso, hanno il mito dell'uomo forte da dover ostentare, pertanto ricacciano ogni forma di debolezza. Questo provoca rabbia e frustrazione che genera, in situazioni di tensione emotiva forte, la violenza. Se fornissimo nelle scuole e nei percorsi formativi un'educazione all'emotività, ai rapporti personali, al riconoscimento delle proprie emozioni, forse renderemmo tutti – anche questi uomini e, soprattutto alle nuove generazioni sempre più “virtuali” – più capaci di gestire la rabbia e accettare, con rispetto, l'individualità dell'altra persona, in questo caso della propria compagna o ex compagna.
Silvia Devitofrancesco – A tal proposito, segnalo che nel mio racconto inserisco il punto di vista maschile per spiegare proprio questa condizione di disagio. Personalmente credo che un uomo violento è da condannare ma anche da aiutare. È inconcepibile e ingiustificabile che un uomo usi la violenza sulla sua compagna.
Oria Gargano (BeFree) - Nella casa delle donne nella Marsica no. Il prossimo anno, se vinciamo il bando del D.P.O. implementeremo questo servizio. Noi di BeFree siamo favorevoli a un'idea di incontri di tipo psicosociale con gli uomini maltrattanti, ma con molti distinguo. E, assolutamente mai con gli uomini delle donne che seguiamo.

Pensate che questo libro possa essere d’aiuto alle Donne? Quali sono le vostre aspettative?
Silvia Devitofrancesco - Spero che le donne possano non sentirsi sole. Spesso la paura le blocca e non le permette di esternare ciò che provano. Io mi auguro che possano trovare coraggio per dare una svolta alla propria vita.

Sembra ovvio che il pubblico a cui il vostro libro tende a rivolgersi sia quello femminile, ma ritenete possa essere utile anche agli uomini? Secondo voi, potrebbe servire a qualcuno di loro a prendere coscienza di come certe situazioni possano degenerare? Gli attribuite un qualche fine “educativo”?
Silvia Devitofrancesco - Certo, deve essere letto da tutti! Quando si legge qualcosa, le parole tendono a penetrare nella mente e, chissà, magari questi racconti riescono a suscitare riflessioni anche negli uomini, aiutandoli a sensibilizzarsi sul tema.

Se vi trovaste nella condizione di dare un consiglio a una donna vittima di violenza, cosa le direste?
Arianna Berna - Le direi che c’è sempre una via d’uscita e che la vita merita di essere vissuta al meglio, in un ambiente sereno e pacifico, senza abusi e senza botte. Le direi di essere forte e vincere le paure e i legami che la imbrigliano e di uscire dal tunnel, consigliando di rivolgersi a centri specializzati, come BeFree, per ottenere un supporto competente.

E se invece dovreste dire qualcosa a un uomo violento, quali sarebbero le vostre parole?
Arianna Berna - Dipende dai casi ovviamente, ma in linea di massima gli direi di farsi curare. Lo so che detta così può sembrare un insulto, ma non lo è. Spesso la violenza è generata da violenza pregressa o da abusi, anche psicologici, subiti. Nei casi in cui un uomo non riesca a controllare il suo istinto animale di prevaricatore, a volte, l’unico vero aiuto può essere dato da persone specializzate, che possono aiutarlo a superare i conflitti interiori che lo hanno portato a diventare violento.


Avete progetti futuri che prevedano una vostra ulteriore collaborazione? In caso affermativo, il tema è il medesimo?
Loriana Lucciarini – Certo che ci sono! Legati a 4 Petali rossi c'è un concorso per scrittori su questo tema aperto a tutti e che si sta svolgendo su mEEtale: i migliori racconti selezionati diventeranno un ebook che, con le vendite, creerà una campagna di sensibilizzazione sui social network; in palio anche una copia del nostro libro. Altre iniziative stanno nascendo, anche grazie al sostegno di tante associazioni culturali a cui questo tema è caro, e prevedono delle giornate informative con l'ausilio di psicologi e operatori sociali e anche uno spettacolo teatrale.
In questi mesi abbiamo visto che la nostra iniziativa ha innescato tanto interesse e una serie di collaborazioni che via via vengono definite. Speriamo di poter avere la possibilità di fare molte altre cose su questo tema!
E, ovviamente, se qualcuna di voi vuole proporre eventi per sostenerci vi invito a contattarci a questa email: quattropetalirossi@gmail.com per organizzare insieme! 


>> "4 petali rossi", le storie, i contenuti, gli stralci
>> Nella mente della violenza di genere, lo psicologo Stefano Eleuteri delinea i tratti dell'aggressione
>> Dalla parte delle donne: Oria Gargano, presidente del centro antiviolenza BeFree



Tamara Marcelli
Artista poliedrica, eccentrica, amante dell'arte in tutte le sue forme. Una sognatrice folle. Ha studiato Lettere e Tecniche dello Spettacolo, canto e recitazione per oltre dieci anni e ha lavorato come attrice in alcuni importanti Teatri del Lazio. Scrive poesie, romanzi, testi teatrali, articoli e saggi.
Il blu che non è un colore,  Montag.
Evoluzione storico culturale del crimine organizzato in Sardegna, Albatros.
Il sogno dell'isola, Montag.




Ornella Nalon
I miei hobby sono: il giardinaggio, la buona cucina, il cinema e, naturalmente, la scrittura, che pratico con frequenza quotidiana. Scrivo con passione e trasporto e riesco a emozionarmi mentre lo faccio. La mia speranza è di trasmettere almeno un po’ di quella emozione a coloro che leggeranno le mie storie.
Quattro sentieri variopinti”, Arduino Sacco Editore
Oltre i Confini del Mondo”, 0111 Edizioni
Ad ali spiegate”, Edizioni Montag
Non tutto è come sembra”, da 0111 Edizioni.



Ti siamo davvero riconoscenti per il tempo che ci hai dedicato. Se sei stat* bene in nostra compagnia, che ne dici di iscriverti alla NEWSLETTER SETTIMANALE per restare sempre aggiornat* sui nostri argomenti? Oppure potresti offrirci UN CAFFÈ o sostenerci acquistando i GADGET ispirati ai nostri libri. Te ne saremmo davvero grati!
Oppure potresti lasciarci un commento per farci sapere che ne pensi di questo articolo, il tuo feedback è davvero importante per noi.
NB: Gli autori non sono responsabili per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ad ogni post. Tuttavia, verranno cancellati i commenti ritenuti offensivi o lesivi della immagine o della onorabilità di terzi, razzisti, sessisti, spam o che contengano dati personali non conformi al rispetto delle norme sulla Privacy e, in ogni caso, ritenuti inadatti a insindacabile giudizio degli autori stessi.

About Gli Scrittori della Porta Accanto

Il webmagazine degli scrittori indipendenti.
42 commenti
  1. Non è mia, l'ho letta sul web due giorni fa, era il cartello di una ragazza in un corteo di protesta. "La violenza spesso ha le chiavi di casa".

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' uno slogan davvero rappresentativo, utilizzato anni fa per una campagna di sensibilizzazione, ancora attuale ai giorni nostri, soprattutto per il fatto che purtroppo la violenza è sempre più all'interno della famiglia e delle relazioni di coppia. Grazie Stefania per il supporto e la partecipazione <3

      Elimina
  2. Grazie per la bella intervista! ragazze siete grandi ♡

    RispondiElimina
  3. Questo é davvero un bellissimo progetto da portare avanti. É ora che le donne facciano sentire la loro voce.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Laura! Noi ci proviamo sempre a smuovere un po' le acque.. magari non serve, magari sì... nel dubbio, meglio "fare" che "restare indifferenti", vero?
      Grazie ancora ^_^

      Elimina
    2. Ciao Laura, hai ragione: è ora che noi donne iniziamo a muoverci. E' un problema che colpisce tutte. Una donna su 3 subisce violenza e se non siamo direttamente coinvolte ciò tocca una nostra amica, parente, collega. Non possiamo non farci sentire. Più siamo meglio siamo. Benvenuta in questo progetto <3

      Elimina
  4. "La violenza è sorda, io ti ascolto"

    Questo è il mio slogan, ragazze avete fatto un lavoro immane grazie a nome di tutte le donne.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bello slogan. Include la "sordità" della rabbia e l'annullamento dei sentimenti e subito dopo... arriva la mano tesa. Una mano di donna verso un'altra donna. Più solidarietà e unione. Ce la possiamo fare. Grazie Liliana per la partecipazione e la condivisione del nostro progetto. Ti scrivo a nome anche delle altre autrici dell'antologia, le 4writers! <3

      Elimina
  5. "Usa la testa, non le mani".

    Iniziativa encomiabile!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Lisi per essere qui con noi a sostenerci. Il progetto è importante e, soprattutto, è nato dal "basso": da 4 donne autrici che hanno deciso di impegnarsi per realizzare qualcosa di concreto. Infatti il volume sostiene la casa rifugio delle donne nella Marsica, economicamente in modo concreto, reale. Mi fa piacere che tu abbia apprezzato e complimenti per lo slogan. Grazie davvero <3

      Elimina
  6. Non spegnerai mai il mio sorriso, nemmeno con i pugni sul mio viso

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La forza delle donne. La determinazione. La voglia di vivere e di riappropiarsi del proprio tempo.
      Tutto questo nel tuo breve slogan.
      Bello, davvero.
      Grazie Tamara per aver partecipato e esserti fatta coinvolgere da questo progetto <3

      Elimina
  7. Impara ad amare te stessa. È questo il primo piccolo passo verso la libertà.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Francesca, ecco volevo dirti che nelle parole del tuo slogan c'è tanta verità.
      Sta a noi, per prime, renderci libere, vincere la paura, amarci a tal punto da decidere che è meglio stare sole che invischiate in un rapporto che ci fa male.
      E' il primo importante passo per realizzare che bisogna liberarsi da una storia che ci fa soffrire, un primo passo verso la consapevolezza.
      Grazie per il tuo slogan, grazie per la tua partecipazione. <3

      Elimina
  8. L'Amore genera Amore, non genera violenza.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Una verità assoluta. Purtroppo sempre più spesso non è così.
      Grazie per il tuo bel slogan, Francesca e grazie per partecipare all'iniziativa <3

      Elimina
  9. Se la tua giornata finisce a botte ! Non esitare chiama !

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Diretto, immediato, concreto. Uno slogan che spinge a chiedere soccorsi, aiuto, supporto.
      Grazie Vincenzo, ancor di più perché sei il primo uomo a commentare e partecipare attivamente a questa iniziativa. Spero ne vengano coinvolti altri: la violenza sulle donne coinvolge tutti! <3

      Elimina
  10. Monica Rosina Sorrenti18 giugno 2016 alle ore 09:22

    Che sia fragile e dolce o forte e determinata la donna va abbracciata non spezzata.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Monica, volevo ringraziarti pubblicamente per il supporto che ci stai dando. Davvero di <3
      Il tuo slogan è molto bello, delicato e forte allo stesso tempo.
      Grazie per aver partecipato!

      Elimina
  11. "Insieme per abbattere il muro del silenzio"

    ragazze, complimenti per esservi messe in gioco e per tutto il lavoro che avete fatto e che spero possa essere non solo un esempio ma un traino. Diffondo anche tramite EWWA e vi preannuncio che in ottobre l'associazione ha in programma un workshop proprio su questo tema. Mi auguro che potremo lavorarci insieme. Forza!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Elisabetta, grazie per il tuo messaggio. Lo slogan è d'impatto e comprende molti temi su cui riflettere.
      Mi fa davvero piacere questa sinergia con EWWA, come socia non posso che esserne orgogliosa: un luogo dove le donne creano unione, progetti, collaborazione vera. Quella che anche qui si ritrova, supportando questo progetto. Grazie di vero cuore e, per quanto mi riguarda (ma parlo anche a nome delle altre autrici di 4 Petali Rossi) siamo disponibili a organizzare qualcosa insieme. Sono certa che anche le fantastiche admin di questo sito accoglieranno la tua proposta con entusiasmo, vero ragazze? :-D
      Grazie ancora a te e un abbraccio forte a tutte le EWWE!

      Elimina
  12. Non si può morire per amore. Non può essere amore se fa male.

    RispondiElimina
  13. Grazie per la vostra intervista e il vostro impegno

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Silvia hai visto che lavorone hanno fatto le ragazze de Gli scrittori della porta accanto? Sono un gruppo straordinario, davvero bisogna render merito al loro impegno e alla professionalità con cui lo stanno portando avanti <3

      Elimina
  14. Grazie per questa bella iniziativa! Ragazze facciamo sentire la nostra voce! Monica

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Monica, grazie per essere passata e grazie per il tuo messaggio!

      Elimina
  15. Uno slogan a cui ho pensato: "Ferma il gYnocidio" , col prefisso gyn- (donna) , e col riferimento al 'genocidio'; ma è un pò forte e si riferisce soprattutto al femminicidio più che alla violenza in sè. poi sto pensando a qualche cosa d'altro, in riferimento a ciò che c'è da fare per aiutare in primis gli uomini violenti. Bisogna andare, per me, a monte del problema. Ci sono alcuni centri in varie città italiane che si occupano di aiutare psicologicamente gli uomini violenti, e questa sì che è una cosa essenziale. Uno slogan visto sui campi di calcio un paio di stagioni fa era: "la violenza sulle donne è un problema degli uomini", ed è proprio così.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Alessandra, concordo con te e lo slogan citato è rappresentativo della nascita del problema violenza a monte. Gli uomini sono sempre più confusi e incapaci di gestire le emozioni, la rabbia e la frustrazione derivanti dalla fine di un rapporto. Vanno aiutati in questo, perché la società non permette loro una educazione alla gestione delle emozioni, dell'affettività con le corrette modalità. I centri antiviolenza operano anche in questo, ma tanto c'è da fare ancora e a lungo termine. Andrebbero, secondo me, coinvolte anche le scuole: formare nuove generazioni capaci di relazionarsi in modo sano sarebbe un grande passo avanti.
      Grazie per il tuo contributo e... continua a proporre, partecipare, supportarci. Benvenuta qui, nel percorso che Gli scrittori della porta accanto hanno creato per sensibilizzare e porre l'attenzione su questo importante e grave problema.
      Un abbraccio <3

      Elimina
  16. Grazie per lo spazio che avete dato al nostro progetto, perché ogni piccolo gesto può servire per rompere il muro dell'indifferenza e del silenzio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Arianna, hai detto proprio bene: dobbiamo diventare virali! Diamoci da fare! Una piccola goccia può diventare un oceano, se riusciamo a creare condivisione, sinergia, supporto e collaborazione!
      un bacio, writer! <3

      Elimina
  17. Anche l'indifferenza è violenza. Non sarà originale, ma è vero.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Elena, quanta verità c'è nelle tue parole! L'indifferenza è il secondo muro da abbattere, dopo il silenzio.
      E la cosa è davvero incomprensibile, perché è impossibile (almeno secondo il mio sentire, partecipare e essere) rimanere indifferenti quando si parla di violenza, in tutte le sue forme, verso un altro essere umano.
      Forse è la paura a rendere incapaci di empatia. Forse dobbiamo lavorare anche su questo, e molto.
      Proprio per questo il sito "Gli scrittori della porta accanto" che, assieme ad altri 4 blog, ha deciso di creare il blogtour e la campagna di sensibilizzazione. E' un modo per fare attivamente qualcosa. In più, e di questo non finirò mai di ringraziare le fantastiche admin di questo sito, danno una mano anche al progetto di 4 Petali Rossi, l'antologia che sostiene il centro antiviolenza BeFree, permettendo di farlo conoscere a tante persone.
      Un'inziativa che sono felice di vedere che si sta espandendo e che sta ricevendo molte adesioni.
      Sicuramente c'è molto da fare, ma intanto si fa qualcosa e non si rimane, appunto, indifferenti.
      Grazie per essere con noi, grazie per la tua partecipazione <3

      Elimina
  18. Grazie per la vostra partecipazione, per far sentire, con noi, la vostra voce ^_^

    RispondiElimina
  19. Le mani di un uomo devono accarezzare: non permettere che ti facciano del male.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bello il tuo slogan, Lisa! Anche qui si racchiudono vari elementi: la violenza di chi la fa e di chi la subisce, l'amore per se stesse, la spinta alla consapevolezza di non rinchiudersi in un rapporto "sbagliato".
      Grazie per il tuo commento e per la tua partecipazione <3

      Elimina
  20. Non sono bambole!
    Non puoi distruggere la loro vita, senza distruggere la tua!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Riccardo, voglio ringraziarti per la tua partecipazione e per il tuo slogan, efficace, concreto che centra l'obiettivo di stimolare a una riflessione profonda.
      Grazie di vero cuore per la tua partecipazione, è importante e spero che altri uomini decidano di lasciarsi coinvolgere da questo progetto. Grazie <3

      Elimina
  21. mentre cerco l'ispirazione per uno slogan (ho dato fondo alle risorse del mio cervello), vi rinnovo la mia stima e mi unisco alla vostra voce.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Emma, ti ringrazio a nome anche della altre autrici di 4 PETALI. Sono certa che l'ispirazione arriverà e ci proporrai uno slogan fantastico. Intanto, continua a pensarci sù. Intanto grazie per il supporto e per esserti unita a noi in questo bel progetto che le admin di questo blog e degli altri hanno realizzato. <3

      Elimina
  22. Ama con il cuore, ama con la mente, basta Violenza altrimenti sei un demente.

    RispondiElimina

<< ARTICOLO SUCCESSIVO
Post più recente
ARTICOLO PRECEDENTE >>
Post più vecchio
Home page

Parole chiave


Pubblicità
Abbonamento Audible Amazon




Libri in evidenza