Gli scrittori della porta accanto

Le tematiche dell'amore nei libri


Professione lettore Di Samantha Terrasi. Le tematiche dell'amore nei libri: dall'amore tra donne omosessuali di "L’amore è per tutti" all'amore tra padre e figlia di "Ti aspetto"

L’amore è per tutti (2016, Nativi Digitali), un romanzo di Mara Boselli, narra le vicende di tre coppie di donne omosessuali alle prese con la vita. Con l’amore. Amore che è una delle vie che percorre Ti aspetto ( 2014, Lupo Editore), il mio libro.

Mara Boselli, vedere due donne baciarsi o due uomini è ancora fonte di disprezzo o tabù, si preferisce non vedere, non sapere. Qualcuno considera l’omosessualità una malattia. Nel tuo romanzo, invece, tu hai portato a galla il diverso. Perché scegliere di dar voce a tre coppie di donne omosessuali?
Ho scritto d’amore in molti dei miei lavori. Anche Una vita a colori (2014, Nativi Digitali Edizioni) è un libro che parla d’amore. Trovo che l’amore sia un ottimo punto di partenza per raccontare storie. Quando ha cominciato a nascere in me l’idea di L’amore è per tutti, infuriava il dibattito sulle unioni civili, ma quello è stato solo lo spunto. Le tre coppie del libro misi si sono presentate da sole, un personaggio alla volta. Io ho semplicemente pensato: perché no? Scriviamoci su e vediamo cosa ne esce.

Ti aspetto narra le vicende di un padre e di una figlia. Di Michele e della sua voglia di cavalcare sempre l’onda delle emozioni. Di Audrey e del suo essere innamorata dell’idea dell’amore. Punti di vista differenti che si sono conciliati con le storie narrate.
Anche qui, infatti, ci troviamo su tre storie differenti. 
Il rapporto genitore/padre di Nina e Nina che in realtà si chiama Giovanna, ma tutti la tengono bambina con quel diminutivo. L’amore che unisce padre e figlia è un amore fatto di attese, non si sono conciliati dopo la fuga della madre, non hanno trovato il modo di dirsi "Ti voglio bene". 
Michele vuole l’adrenalina. Si innamora di tutte le donne che lo fanno emozionare. In ogni donna cerca la figura materna mancante. 
Audrey è innamorata e ingenua. Pensa che l’amore sia un film a lieto fine e sogna ad occhi aperti senza mai calare l’amore nella realtà.

L'AMORE È PER TUTTI
di  Mara Boselli 
Nativi Digitali
ISBN 978-8898754472
ebook 3,99€ |  Acquista
cartaceo 10,00€ |  Acquista

Cosa ti ha spinto a narrare l’amore fra donne? Se ne parla di meno effettivamente. Due uomini fanno molto più scalpore.
Ciò che mi spinge a scrivere è sempre quell’esigenza di fermare le storie che mi passano davanti. Io credo che facciano più scalpore due donne, se di scalpore vogliamo parlare. Siamo meno abituati a pensare all’omosessualità femminile. Proviamo, banalmente, immaginarci un generico individuo gay. Siamo onesti: la prima cosa che ci viene in mente è un uomo omosessuale, non una donna omosessuale. Eppure, se sono davvero le definizioni che ci interessano, in entrambi i casi avremmo a che fare con una persona che si può definire gay.

Quando ho scritto Ti aspetto, il mio intento era di dare risalto all’attesa come nuovo equilibrio. Si aspetta che un sogno si avveri o si aspetta talmente tanto che il sogno sfuma. Il rapporto di Nina con suo padre è un rapporto tra libri di scuola. Il padre desidera per lei quel futuro che lui non ha scelto perché innamorato di una donna, la madre di Nina. Lei pittrice lo aveva trasportato fuori dai suoi schemi. Quando lei se ne è andata lasciando Nina una bambina dai codini rossi alla finestra, l’amore è stato sottratto al rapporto. L’amore si è congelato. Nina aspetta un "Brava" dal padre. Aspetta che quell’amore di cui si era nutrita da piccola, ritorni.

Pensi che l’amore fra etero sia diverso da quello tra omosessuali?
Sì e no. Sì: è diverso come ogni amore è diverso. Perché l’altra persona è diversa, e che sia del tuo stesso sesso o di quello opposto, non cambia un granché. Perché noi, ogni volta che ci innamoriamo, siamo diversi. E anche no: l’amore eterosessuale non sia credo sia poi tanto diverso da quello omosessuale. Perché, poi, l’amore vero è fatto, per tutti, di piccoli gesti che ci si regala reciprocamente ogni giorno: dal bacio al mattino (e l’amore vero resiste anche a quelli non esattamente freschi di dentifricio) al “lascia, vado io”, quando la sera sei già spalmato sul divano e ti suonano alla porta. E’ fatto di bollette da pagare e poesia da dedicare. Di viaggi lampo e di lunghi periodi di ozio davanti al TV. E sfido chiunque, in questa rapidissima descrizione, a capire se mi riferisco a una coppia gay, oppure a una eterosessuale.

Nina non sa sognare ma l’amore verso Michele le spalancherà una finestra sul futuro. Scopre chi è sua madre, una donna segnata dalla depressione. Scopre un corpo. Michele aggiungerà una sfumatura invece al suo modo di amare perché Nina è una ragazza fuori dagli schemi. Michele ama se stesso, cerca chi lo completi, chi lo faccia sentire bene. Il suo amore è chiuso in una scatola di cristallo, dovrà sciogliersi. Audrey insegue l’amore anche quando questo non si gira, e non la prende per mano. Lo insegue calpestando l’amore per se stessa. Lei vuole essere amata, ma non sa amarsi.

Quale sono le difficoltà dell’amore nel tuo romanzo?
Più che difficoltà dell’amore, parlerei di difficoltà per l’amore. Il vero problema che le mie tre coppie incontrano, in quanto omosessuali, è quello di essere riconosciute dall’Italia come tali. E’ proprio questo che mi ha fatto riflettere: con cosa, una coppia gay, deve scontrarsi rispetto ad una eterosessuale? In cosa, uno Stato che dovrebbe sancire quell’uguaglianza universale dettata dalla Costituzione come senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche e di condizioni personali e sociali, invece, indugia, o pecca. Ca e Milla si vogliono sposare. In Italia. Ma, in fase di scrittura, la Cirinnà era ancora lontana dall’essere approvata – e anche ora che ha ottenuto un’approvazione mutilata, personalmente, ritengo che le cose non siano cambiate di molto – e nessuna delle due sa bene come impostare la cosa. Robbi e Giò, invece, cercano ostinatamente di avere un figlio e, dall’Italia, se ne devono andare. Alessia e Ilaria, poi, come coppia, dall’Italia, non vengono proprio considerate, nel momento difficile che stanno attraversando.

Audrey è innamorata dell’idea dell’amore. Sta per sposarsi e trova il suo fidanzato nella loro nuova casa a letto con un’altra. Sprofonda ma quando incontra Michele il cuore le batte subito. Michele però è troppo innamorato di se stesso per capire la sua sofferenza. Anche in Audrey l’amore si trasforma in attesa. Aspettare che Michele corrisponda quello che lei prova. Si può aspettare per sempre?
Nina invece abbraccia l’amore. Lo pensa come un giardino in cui fiori possano sbocciare tutti insieme.
Nina non ha paura di amare. 
Michele sì. Michele è il caos.

Come si relazionano queste tre coppie con la famiglia di origine? C’è disprezzo, competizione, rivalsa. O solo attesa che qualcosa cambi?
Ca e Milla sono le ragazze più giovani, mentre le più mature sono Robbi e Giò, anche se tutte e sei sono donne adulte, con un proprio trascorso e, quindi, con una propria storia familiare. In L’amore è per tutti ho voluto provare a raccontare diversi modi di relazionarsi all’omosessualità di una figlia. C’è chi accetta la situazione come del tutto naturale; c’è chi, invece, la rifiuta e si allontana; c’è chi supera le diversità quando sente che la figlia ne ha bisogno. Non credo, tuttavia, che ci sia attesa, non nella speranza che qualcosa cambi. Le mie donne sono donne che vivono il presente, ben piantate nella vita che vivono. E, con loro, le loro famiglie.

Amore e attesa si sposano nelle difficoltà e nell’amarezza di un sogno. Il sogno, per quanto siamo abituati a pensarlo come qualcosa di magico, positivo, può anche essere l’ultima isola sprofondata in fondo al mare. Nina non sa sognare, lei finalizza, concretizza. Audrey sogna un futuro non vivendo il presente, Michele vive di sogni ma di quegli degli altri. I sogni diventano veleni. L’attesa è il nuovo equilibrio dell’amore, per tutti.

I tuoi protagonisti sono felici o il termine felicità è una meta da conquistare?
Io, Mara, uso raramente il termine felicità. E’, contemporaneamente, tanto impegnativo e tanto effimero, che non so mai come affrontarlo: la felicità è uno stato d’animo così prorompente da sconvolgerti, eppure è anche così delicata da scapparti via in un soffio. Un po’ mi fa paura. Non so se i miei protagonisti, queste sei donne, ma, più in generale, tutti quelli che ho descritto anche negli altri libri, si curino di andarla a cercare, la felicità. Forse è semplicemente la tensione istintiva dell’uomo che li spinge a farlo. Ognuno di loro vive la propria esistenza e io amo descrivere la loro quotidianità, nella speranza che, leggendo le mie pagine, qualcuno ci si posso riconoscere.

Felicità, è una brezza leggera che si alza in una calda giornata di sole. Ti fa chiudere gli occhi e per un attimo ti fa sentire sospesa. Poi tutto ritorna come prima. La felicità è un attimo di presente. I protagonisti di Ti aspetto non sono felici. Michele dovrà trovare chi è Michele. Audrey non è felice, dovrà scegliere di amarsi e attraversare il dolore. Nina non sa coniugare l’idea di felicità con la sua realtà. Il ritorno di sua madre o l’abbraccio di suo padre, potrebbe essere la felicità. La cercherà in Michele che però non sa cosa sia.

L’amore è veramente per tutti? E’ davvero così universale il termine amore o il verbo amare o c’è più di una declinazione?
L’amore è davvero per tutti: io lo penso realmente. Questo non significa non ci possano essere declinazioni. C’è l’amore giovane dei ragazzi che si baciano in piedi, contro ai muri e quello maturo delle coppie sposate da sessant’anni; c’è quello passionale di Paolo e Francesca e quello platonico; c’è l’amore clandestino, tanto ben descritto nell’ultimo libro di De Silva e quello vissuto alla luce del sole, come tutti dovremmo aver diretto di fare. Le declinazioni, le diversità, fanno bene a tutti, anche all’amore, se positive. Purtroppo, invece, leggiamo sempre più spesso di amori morbosi, malati, assassini e il mio pensiero non può che andare alle tante, sempre troppe, vittime di violenza. Di ogni genere.

Il verbo amare è per tutti. Tutti lo possiamo fare. Amore non è possessione. Amore è lasciare libero di andare colui che si ama. L’amore è di tutti ma ognuno sa come amare. E’ una cosa naturale. E non ci sono tipi di amore, ma una grande energia che si irradia da dentro. Chi ama sorride anche se non viene riamato. Amare è saper ascoltare la voce della tempesta perché dopo spunta sempre il sole.

C’è un messaggio che il tuo romanzo vorrebbe lasciare?
Mi piacerebbe che, arrivati all’ultima pagina, i miei lettori alzassero gli occhi e si dicessero che, alla fine, poi, allora, non è tutto questo gran problema se ci sono individui che amano in maniera diversa da come amano loro. Credo, molto onestamente, che accorgersi delle differenze che animano ognuno di noi, che colorano la nostra società, sia anche meglio di definirci semplicisticamente tutti uguali. Non lo siamo. Siamo diversi e questo non può essere che un punto di forza. Eppure, anche se siamo diversi l’uno dall’altro, l’amore continua ad essere per lutti. L’amore è per tutti.

L’amore è speranza anche quando tutto precipita nel burrone più profondo. Anche quando i sogni diventano stelle senza più luce. C’è la speranza, una pagina bianca da dove poter ricominciare a scrivere. L’attesa è un faro che si illumina proprio quando ce n'è bisogno.



Samantha Terrasi
Vivo tra Torino e Roma, dove sono nata. Mia nonna avrebbe voluto che mi chiamassi Maria Concetta, ma per fortuna mio padre di ritorno da un viaggio negli States mi ha chiamato Samantha, rigorosamente con la h. Formazione scientifica, una laurea in biologia molecolare per poi scegliere di tramandare il mio sapere agli studenti. Sono una professoressa di matematica e scienze senza occhiali e quando non mi trovo tra equazioni e studenti, scrivo.
Parole nel vento, Aletti Editore, 2012.
Ti aspetto, Lupo Editore.


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