Gli scrittori della porta accanto

[Anteprima] Silvia Lorusso Del Linz racconta “Giulia, una donna fra due Papi”, nell'intervista di Ornella Nalon


“Giulia, una donna fra due Papi” di Silvia Lorusso Del Linz, Parallelo 45, 2013. Un romanzo storico, il ritratto inedito e profondo di Giulia Farnese.


GIULIA, UNA DONNA TRA DUE PAPI
di Silvia Lorusso De Linz
Parallelo 45
Romanzo storico
ISBN 978-8883092008
ebook 4,99€ 
ebook 10,20€ Acquista

Finalmente dietro la storia e la leggenda della Sponsa Christi, appare la donna: Giulia Farnese. 
Un ritratto inedito e profondo di una figura femminile al centro di intrighi e trame di potere, che non si è sottratta al proprio destino, ma l’ha voluto vivere da protagonista e non da vittima. 
Bella, elegante, raffinata, questo ritratto le restituisce quella intensa umanità, che nessuno degli uomini che la possedevano, per folle desiderio, diritto familiare e amore coniugale (il cardinale e poi papa Rodrigo Borgia, l’ambizioso fratello Alessandro, il marito per procura Orsini) le poteva togliere.

L'autore racconta...

Ciao Silvia, è un piacere averti nostra ospite. La tua biografia esordisce in questo modo: “Da sempre amante delle parole e della scrittura”. Dunque, sei una delle poche persone che è riuscita a fare delle sue passioni una proficua carriera. Giornalista per importanti testate giornalistiche, critica cinematografica, regista e drammaturga teatrale, nonché scrittrice. Professionalmente sappiamo come ti sei realizzata ma, se ti chiedessi di svelare un po' il tuo lato caratteriale , come ti definiresti?
Sinceramente non è una domanda facile per me. Sono una persona caratterizzata da due aspetti: lato estroverso nell’approccio sociale e lavorativo, molto diretta; introverso invece per ciò che concerne la vita privata. La mia indole in questo senso è caratterizzata dalla riservatezza, una sorta di pudore per ciò che rientra nella sfera intima. Interagisco con le persone, il mio lavoro è fatto anche di questo, ma raramente entro nel personale. Credo che ciò sia dovuto anche dal tipo di educazione ricevuta. Nei miei scritti comunque, si intuisce chiaramente che cosa penso.

Torniamo alle tue molteplici attività e nel complimentarmi con te, vorrei sapere quale ritieni sia più impegnativa e qual è stata quella che ti ha dato maggiori soddisfazioni.
Se per impegno si intende anche quello fisico, ebbene, il teatro è quello che ne richiede di più. Ci sono prove da sostenere, ore di applicazione insieme agli attori, acquisizione dello spazio scenico, una serie di cose che contemplano anche un notevole esercizio fisico. Sia l’attività giornalistica, che quella legata al teatro in veste di drammaturga e regista, mi hanno dato molte soddisfazioni, ma la stesura del romanzo, la ricerca storica, la tangibilità del libro stampato tra le mani, sinceramente è ciò che mi ha più emozionata.

Tra le rappresentazioni teatrali da te scritte e dirette, molte sono centrate sulle figure femminili come protagoniste: tre opere sono dedicate a Marina Cvetaeva, Anna Magnani e Charlotte Perkins Gilman, altre a donne qualunque a rappresentanza della loro epoca. Questo mi fa supporre che tu abbia un occhio di riguardo verso il tema della condizione femminile. In base agli studi e alle ricerche che sicuramente avrai sostenuto, quali sono le tue considerazioni su questo tema? Quali progressi hai riscontrato nei tempi e quanto ancora si può e si deve migliorare?
A partire dall’adolescenza ho provato interesse per la storia e per le donne che ne sono state protagoniste, specie in ambito letterario. La condizione femminile ha attraversato le epoche in uno stato subalterno rispetto alla società, alla cultura, all’arte, pur avendo al suo interno figure di grande rilievo. I maggiori progressi sono avvenuti nel Novecento, nella prima parte con il movimento delle Suffragette, la conquista del diritto di voto da parte delle donne. Negli anni Sessanta e Settanta il contesto si è arricchito ulteriormente affiancando alle conquiste civili il diritto ad una maggiore consapevolezza e ad una maggiore libertà per le donne in merito alla sessualità. Oggi purtroppo, constato una regressione, una specie di involuzione rispetto ai progressi sostenuti dalle donne negli anni passati. Approfondire richiederebbe un’analisi molto lunga, sintetizzando, credo che le cause siano da ricercarsi in un decadimento dei valori, del rispetto per l’altro, nonché della commercializzazione del corpo a fini consumistici. I mass media sono intrisi di volgarità e di superficialità, e ciò si avverte in ogni manifestazione della società. Ciò che conta è avere, sembrare, e non essere, e le donne in questo sono l’anello più debole. Ci sono donne che rappresentano delle eccellenze nei loro settori, ma sono ancora troppo poche, e le roccaforti del potere sembrano essere diventate ancora più sessiste. Si può migliore ritrovando il rispetto per se stesse, rompendo il silenzio in caso di abusi o di discriminazione in ambito lavorativo e sociale, facendosi valere come donne e come individui, e soprattutto cercando di vedere le altre donne non come rivali, ma come alleate. Fare rete è importante, è attraverso l’unione che le donne hanno ottenuto i risultati che ci hanno portate fino ad oggi.

Una donna è protagonista anche del tuo romanzo storico “Giulia, una donna fra due Papi” edito da Parallelo 45: Giulia Farnese. Ora due domande: come ti è venuto l'input di scrivere un romanzo e perché la scelta è caduta su questo personaggio?
Scrivo da sempre, fin da bambina tenevo una specie di diario, un quadernetto su cui annotavo pensieri, cose che vedevo o vivevo. Crescendo il quadernetto si arricchiva anche delle riflessioni su ciò che leggevo. Mi sono cimentata in molte forme di scrittura, sia per lavoro che per passione: dall’approccio giornalistico a quello drammaturgico, dalla struttura poetica a quella del racconto. Sapevo però che prima o poi avrei iniziato a scrivere libri, che mi sarei dedicata alla struttura del romanzo. Aspettavo lo spunto giusto, l’idea e il personaggio che avrebbe costituito lo stimolo che aspettavo.
Così è arrivata “Giulia una donna fra due Papi”. Per un periodo della mia vita ho vissuto per lavoro a Roma. La sera l’impegno in teatro, la mattina e il pomeriggio, lo dedicavo a visitare la parte culturale e storica di Roma. Gli edifici di San Pietro, Palazzo Farnese, la residenza dei Conti Orsini, mi hanno fatto viaggiare: mi sono immersa in un’epoca, scoprendo un volto di donna, quello di Giulia Farnese. Le pietre su cui ho poggiato le mani mi hanno comunicato parole, ho avvertito il suono di una storia che avrebbe voluto essere raccontata: quella di una donna che è nota solo attraverso ciò che le biografie intendono, nozionistiche e sterili, ma che al contrario, è densa di sentimenti, dignità e amore: sua figlia Laura. La storia di Giulia Farnese mi ha colpita in profondità, nelle vicende che l’hanno caratterizzata ho colto una serie di elementi riconducibili a molte altre storie di donna vissute in quell’arco temporale: il totale dominio della famiglia, il potere decisionale degli uomini, l’uso della persona come moneta di scambio per l’acquisizione di potere e benefici. Con un valore aggiunto: la grande personalità di Giulia Farnese. Nel mio romanzo il suo personaggio è affrontato dal punto di vista prettamente femminile, interiore, cercando di immaginare e di vedere le cose dal suo punto di vista e non all'ombra dello sguardo dei "grandi" al potere che la circondano. Infatti il mio intento è quello di ritrarla oltre il mito della Sponsa Christi, dipingendo un ritratto inedito e profondo di una figura femminile al centro di intrighi e trame di potere, che non si è sottratta al proprio destino, ma l’ha voluto vivere da protagonista e non da vittima. Bella, elegante, raffinata, questo ritratto le restituisce quella intensa umanità, che nessuno degli uomini che la possedevano, per folle desiderio, diritto familiare e legame coniugale (il cardinale e poi papa Rodrigo Borgia, l’ambizioso fratello Alessandro futuro papa Paolo III, il marito per procura conte Orso Orsini) le poteva togliere.

Il tuo romanzo riporta una fedele ricostruzione degli eventi storici oppure è una loro libera ricostruzione basata anche sulla fantasia? 
Il romanzo è basato su ricerche storiche e approfondimenti a cui hanno contribuito le documentazioni dell’Archivo storico nazionale. Infatti, nel libro sono riportate anche alcune delle lettere scritte da Rodrigo Borgia. Ho passato molto tempo a ricostruire il periodo rinascimentale, gli aspetti sociali e politici, la condizione in cui versava la donna in quell’epoca. Una ricerca anche di costume per scoprire abiti, acconciature, gioielli. I fatti sono attinenti agli svolgimenti storici, arricchiti dalla mia interpretazione in merito ai personaggi, altrimenti avrei scritto una biografia e non un romanzo. In “Giulia una donna fra due Papi”, la narrazione corre sul pensiero di Giulia Farnese, sul suo rapporto emotivo con chi la circonda, sugli aspetti psicologici e le reazioni che gli eventi suscitano nei personaggi e nelle loro azioni.

Il suo genere è storico ma anche di formazione, poiché non si sofferma a raccontare solo un periodo della vita di Giulia la Bella, ma riporta tutto il suo percorso esistenziale. Come ti sei posta nell'esporre gli eventi? Ti eri prefissata di essere una semplice voce narrante oppure, in qualche modo, volevi esporre il tuo sentire?
Entrambe le cose. Leggendo il libro appare chiara la posizione del narratore che si amalgama evitando però di sovrapporsi, interpretando e sostenendo ciò che attraverso le ricerche storiche, credo sia stato il percorso esistenziale di Giulia Farnese. Ho cercato di donarle voce e in questa operazione l’impostazione timbrica mi appartiene.

Supponi che il tuo libro possa essere apprezzato solo dagli amanti della storia oppure anche da altri lettori e per quale motivo?
Giulia una donna fra due Papi” è uscito nel 2013, e nel corso di questi anni ho potuto verificare, sia attraverso i lettori che le presentazioni, che il romanzo riscuote interesse non solo fra gli amanti della storia, ma anche in altre fasce. Si tratta di un interesse eterogeneo, per il tipo di argomento e per i temi trattati. Credo che i motivi siano da ricercarsi nel fascino che queste vicende suscitano, e spero anche nel modo in cui sono narrate. C’è una riscoperta per ciò che concerne le figure femminili nella storia, sia in ambito culturale che dal punto di vista narrativo. Personalmente, ritengo che la conoscenza dei personaggi femminili del passato contribuisca a colmare le lacune, a renderci consapevoli che la storia è stata fatta da uomini e donne, e che ci sono donne che ne hanno influenzato gli eventi.

Per concludere, ci sveli quali sono i tuoi progetti futuri? 
Ho ultimato un secondo romanzo storico che è ambientato nella Napoli del Settecento, caratterizzato da figure forti, sia femminili che maschili. Attualmente è in attesa di pubblicazione.

A nome di tutti noi del blog, ti ringrazio per la disponibilità e ti faccio un enorme in bocca al lupo per tutto. 






Ornella Nalon
I miei hobby sono: il giardinaggio, la buona cucina, il cinema e, naturalmente, la scrittura, che pratico con frequenza quotidiana. Scrivo con passione e trasporto e riesco a emozionarmi mentre lo faccio. La mia speranza è di trasmettere almeno un po’ di quella emozione a coloro che leggeranno le mie storie.
Quattro sentieri variopinti”, Arduino Sacco Editore
Oltre i Confini del Mondo”, 0111 Edizioni
Ad ali spiegate”, Edizioni Montag
Non tutto è come sembra”, da 0111 Edizioni.



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