Gli scrittori della porta accanto

[Cinema] "La casa delle estati lontane", recensione di Sara Cancellara




LA CASA DELLE ESTATI LONTANE
Shirel Amitaï REGIA
En Compagnie Des Lamas, France 2 Cinéma, Centre National de la Cinématographie (CNC) PRODUTTORE
Shirel Amitaï SCENEGGIATURA
2016 ANNO
Reno Isaac MUSICA

CAST
Géraldine Nakache, Yaël Abecassis, Judith Chemla, Arsinée Khanjian, Pippo Delbono, Makram Khoury







Che come ti conosce lei nessun altro ti conosce perché tra le sue mura ti ha visto crescere. La casa delle estati lontane che ha conservato intatti i tuoi ricordi.
I tuoi segreti.
E mentre tu giravi il mondo e rincorrevi i tuoi sogni, lei immobile stava lì ad aspettarti, invecchiando ma restando sempre bella come una volta.
Ci aspettano in silenzio, le case delle estati lontane, perché sanno che da loro, prima o poi, si ritorna.
Il legame con la propria terra è il legame più forte. Che non si può spiegare. Perché le case delle estati lontane sono calde. Sono eternamente nostre.



"La casa delle estati lontane", la commedia drammatica, surreale, della regista franco-israeliana Shirel Amitaï, una preghiera leggera e gioiosa per la pace tra israeliani e palestinesi.

Siamo nell'ottobre del 1995.
Darel, Calì e Asia tornano nel loro paese nativo Atlit, una piccola città costiera a sud di Haifa in Israele, per vendere la casa ereditata dai loro genitori. Tornano nel loro giardino e camminano a piedi nudi. Si raccontano. Si confrontano. Devono decidere se tenere o no quella casa che un tempo le ha viste innamorarsi con la spensieratezza che solo gli adolescenti hanno. Quella spensieratezza che forse non si dovrebbe mai perdere. Perché ci suggerisce scelte che, giuste o sbagliate, partono da dentro e seguono l'istinto, o meglio il cuore.
La regista Shirel Amitaï ci regala una pellicola vivace e gioiosa, dove ancora tutto è possibile. Come lo stesso Rabin, Primo Ministro israeliano, pensava prima della sua uccisione.
Ancora tutto è possibile.
Perché la pace non è poi cosi lontana.
Perché i conflitti possono essere messi a tacere.
Perchè di Israele e Palestina forse si può parlare anche non in termini di guerra.
Perché esiste una parte nel mondo dove la pace esiste, come in quella casa lontana d'estate dove il tempo si è fermato e che ha imparato a seguire solo una voce. Quella più innocente e primitiva che conduce alla vera libertà.





Sara Cancellara
Lucana di origine, studi classici alle spalle ed educatrice scolastica vive a Torino. Si pone mille domande al giorno alle quali non è sempre in grado di rispondere. Il cinema è la sua seconda casa. Adora Firenze. Ama l'arte, la letteratura e i viaggi, quelli reali e quelli che i libri meravigliosi le permettono di realizzare ogni volta che li ha tra le mani.



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