Gli scrittori della porta accanto

In vacanza sulle Alpi coi nostri amici a quattro zampe



Di Nicolò Maniscalco. In vacanza con nostri amici animali: escursioni sulle Alpi, quattro umani, quattro Border Collie e una barboncina cieca.

Conoscete l’aforisma: “Chiedi al tacchino cosa ne pensa del Natale!”?
Beh, la frase si potrebbe trasferire al cane, allora suonerebbe così: “Chiedi al cane cosa ne pensa dell’estate!”.
L’estate, stagione di vacanze e di libertà dagli impegni pressanti, è anche stagione d’abbondono degli animali domestici. Il cucciolo che d’inverno è così carino, un batuffolo di pelo, d’estate si trasforma in una catena che non ci permette di migrare dove, magari, siamo soliti andare perché… “quest’anno c’è anche lui!”. Sento già le “frasi fatte” di chi condanna quest’orrenda abitudine senza entrare nell’argomento vero e proprio. Frasi del tipo: «L’hai voluto, ti faceva compagnia e ora lo butti come uno straccio vecchio!» oppure «Sei senza cuore, non ti fa un po’ pena, abbandonarlo?».
“Ti faceva compagnia…?”, “…non ti fa un po’ pena…?”. No, non si deve ragionare così. Abbandonare un animale è un reato commesso da un delinquente, ma chi monta in cattedra superficialmente non ha capito che non si può considerare un cane come una semplice compagnia perché equivale a considerarlo un passatempo televisivo, una rivista da leggere, un conoscente che ti fa visita quando sei in ospedale.
Vivere con un cane è senza dubbio un impegno ma dà soddisfazioni non immaginabili, soprattutto a chi non ha mai provato queste sensazioni.

Un cane diventa subito un membro della famiglia. 

Attenzione, quello che ho scritto non è una frase fatta perché “la ricerca della famiglia” è nel suo DNA. Lui è un essere sociale, vive in branco e… vive “il branco” e, anche noi (seppur sembri anacronistico a seguito degli ultimi avvenimenti di cronaca) siamo esseri sociali che vivono in gruppi piccoli, poi un po’ più grandi fino a creare regole di convivenza per intere nazioni. La nostra base antica è la tribù, un insieme di famiglie e qui s’inserisce il nostro amico da quando era ancora un lupo o uno sciacallo primitivo addomesticato.
Il cane è molto altruista e rivolge l’abbandono verso di sé, se ne incolpa, forse pensando “sicuramente ho fatto qualcosa di male”, l’idea che il padrone si sia stufato di lui, non lo sfiora minimante!
Se il cane è uno di famiglia, allora, non deve essere abbandonato, così come non si può abbandonare un fratello o… stavo per scrivere la “nonna”, ma questo è un altro problema sociale, purtroppo.
Si può e si deve portare in vacanza il nostro fedele amico, nel farlo si scoprono nuovi piaceri esistenziali.
Descriverò, con una serie di fotografie e relativa didascalia, le vacanze che faccio da anni in compagnia di amici a due e a quattro zampe, le escursioni per le Alpi di quattro umani con i loro Border Collie e una barboncina cieca, mascotte del gruppo.


Riposo durante la gita alle cascate di Lillaz, Val D’Aosta.


Una pappa improvvisata durante la passeggiata nei dintorni di Cogne, Valle d’Aosta e il riposo in paese al ritorno dalla passeggiata.


Un bel dislivello verso Malga Tuena, nel Parco del Brenta in Trentino, ma vale la fatica della salita. E poi, al ritorno un bel tuffo e una nuotata, nel lago di Tovel, con i nostri amici a quattro zampe.


Presso il vecchio confine italo–austriaco, a Prato della Drava, in Alto Adige, abbiamo trovato questo vecchio carro, quale occasione migliore per fare una foto ai nostri Border Collie… oops non fate caso alla Barboncina perché, a forza di vivere con i Border, é convinta di esserlo anche lei!

Per chi volesse approfondire i segreti di questa razza, ancora oggi studiata per la sua particolare intelligenza e capacità lavorativa, consiglio la lettura del libro che, sedici anni fa, mi ha fatto conoscere il Border Collie: "Border collie" di Valeria Rossi, De Vecchi Editore.


Nicolò Maniscalco


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