Gli scrittori della porta accanto

Quando un post su Facebook insulta le donne e tutti acconsentono con un "like", di Giulia Mastrantoni


Facebook spesso rappresenta solo l’illusione della discussione, in realtà è il luogo dell’accumulo di parole impronunciabili.

Su Facebook ognuno scrive ciò che desidera, ma, quando si parla delle "ragazze" e si dice che sono tutte, indistintamente, accomunate dalla "passione" per il genere maschile nel suo dettaglio più sopravvalutato, mi sento chiamata in causa. 
Non conosco la persona che ha scritto questo post, ma era tra le mie amicizie virtuali fino a pochi minuti fa. Sono stata indecisa se rispondergli o meno, dato che il tono del post era estremamente provocatorio, ma il livello intellettuale dell’eventuale discussione si prospettava piuttosto basso.

«Ci sono poche ragazze che hanno delle vere passioni a parte quella per il c***o...che le accomuna tutte‼!»

Il post era questo, inclusa la punteggiatura e i non-spazi dopo di essa. Ho abbozzato varie risposte, per poi decidere che profondermi in una spiegazione dell’antitesi sarebbe stato inutile. Ho optato per la brevità: «Pensieri come questo mi lasciano perplessa, nel 2016, con le università e tutto il resto».
No, non brillo per l’accuratezza con cui non ho smontato la sua tesi, ma voi avreste perso tempo con un post simile? Per dovere morale, ho sentito la necessità di rispondere a questa persona, ma ero ben consapevole dell’inutilità di qualunque mio commento. Gli avrei dato un’attenzione che non meritava.
Altri utenti avevano commentato dichiarandosi d’accordo con l’autore del post o ridendo. Uno di loro aveva persino taggato una ragazza, che aveva poi replicato con tre smiley. A contorno, insulti alle lesbiche e alle madri. Il post aveva 36 like.
L’unica persona che aveva risposto con quella che spero fosse ironia, aveva esclamato: «Che classe!». Era una ragazza.

like-Facebook

Delusione sentimentale?

Ignoro se il post fosse dedicato a descrivere le recenti delusioni sentimentali del suo autore, eventualità che, comunque, non lo giustifica. Anch’io potrei scrivere che «voi uomini fate tutti schifo», basandomi su un buon 97% delle mie relazioni passate, ma non è né sensato, né interessante per chi scorre la propria newsfeed e si ritrova a fare i conti con i miei sfoghi personali. Sebbene "scientificamente" si baserebbe su dati reali, ovvero su un campione di uomini e di relazioni, e sebbene la percentuale possa essere calcolata con assoluta esattezza, un post del genere otterrebbe solo l’effetto di dare il via a una discussione inutile e sterile. Perché Facebook, non dimentichiamolo, spesso rappresenta solo l’illusione della discussione, quando, in realtà, è il luogo dell’accumulo di parole impronunciabili.
E poi il privato deve, o dovrebbe, restare privato.
Inoltre, non dimentichiamo neanche questo, nelle relazioni ci sono sempre due facce della medaglia. Se quel post era riferito a un’ex, chiunque essa fosse, la ragazza avrebbe senz’altro la sua versione delle cose. Anche quando una relazione si conclude con un tradimento, questo non è sempre un atto casuale e ingiustificato. La noia, l’incompatibilità nella coppia, la poca disponibilità del partner: sono tutti fattori che spingono il traditore a compiere questo atto.
Quindi, caro ex amico facebookiano, probabilmente avevi una piccola parte di colpa anche tu, se questo è il caso. Ma non serve andare troppo in là con la fantasia, perché magari il post era solo una perla di saggezza che volevi elargire ai tuoi contatti...

Una preziosa perla di saggezza?

Si possono vivere mille esperienze in sedici anni e sedici esperienze in mille anni. Un sedicenne può essere più saggio e più rodato alla vita di un millenario, come pure un ventenne può avere un’introspezione e una capacità fuori dal comune e decodificare situazioni e persone. Sono scenari verosimili e neppure troppo rari; in fondo, il ventunesimo secolo ha stravolto le regole e le tempistiche della crescita. Però, il tono del mio simpatico ex amico mi ha portata a pensare che no, lui non rientra in questo gruppo di adulti anzitempo e non è neppure un saggio per natura. Il suo "aforisma" fa sicuramente fermare a riflettere, ma sulla profonda ignoranza che affligge il nostro meraviglioso, tecnologico, densissimo secolo.
Di ragazze che nutrono una passione, o più d’una, infatti, ne conosco moltissime; al contrario, di ragazze che non hanno una vera direzione nella vita, non ne conosco molte. Perché, non dimentichiamolo, ognuno attira le persone che merita, ognuno si circonda di coloro che hanno superato il proprio test selettivo e ognuno si crea, o quanto meno ci prova, il proprio ambiente. Se il mio amico non ha amicizie femminili interessanti, forse non le cerca o non sa tenersele accanto. Forse loro scappano?
delusione-sentimentale
Essere accomunate dalla passione per il principale dettaglio del genere maschile, poi, è qualcosa che mi fa sorridere, se non fosse che c’è solo da piangere. Se siamo tutte così ninfomani, facili e alla portata del primo che ci passa davanti, perché gli uomini si divertono tanto a violentarci? Accade con frequenza e ormai non suscita neanche più scalpore. Spesso ci picchiano, fanno di noi quello che vogliono, ci convincono che non valiamo che quello che sono disposti a darci: nulla. Ci rovinano la vita, ci impediscono di vivere serenamente i nostri futuri rapporti, ci portano a concentrarci sulla carriera e sugli studi, perché tanto non siamo più in grado di avere relazioni sane e felici. Ci tolgono la possibilità di avere una vita sorridente, con una famiglia tutta nostra. Forse non se ne rendono neppure conto, ed è questo a spaventarmi maggiormente: sono inconsapevoli della gravità degli atti che commettono.
Le vittime, poi, stanno ben attente a evitare qualunque contatto con i loro carnefici, cosicché questi ultimi non hanno mai la reale occasione di toccare con mano il danno che hanno fatto. Non hanno idea di che cosa significhi essere una vittima.
E intuire da quel post che tutte queste cose non solo non sono state considerate dall'autore, ma neppure da tutti coloro che hanno messo "like", mi ha fatto male.

La sociologia del sesso senza cuore?

Viviamo in un’epoca in cui i rapporti sessuali senza cuore abbondano, è vero. Ma non è un’analisi un po’ semplicistica, attribuire la colpa al nostro essere di dubbia moralità? Eppure, ci sono articoli, manuali, romanzi, film e servizi in televisione che parlano di questi argomenti. L’istruzione non è più elitaria e non ci sono scuse per coloro che non vogliono vedere al di là del loro naso.
Mi dispiace, caro ex amico di Facebook, ma non posso e non voglio giustificarti: la tua analisi sommaria dei rapporti nel ventunesimo secolo è banale, falsa e ignorante. È l’aggettivo giusto.

Di articoli come il mio, ce ne sono sin troppi e non saranno certo queste parole a fare la differenza. Però, e questo spero che la faccia questa maledetta "differenza", posso garantirti che di ragazze come me, che non si proclamano femministe, intellettuali né altro, ce ne sono tante. Sono ragazze normali, che una passione ce l’hanno eccome, che non ci dormono la notte (e non per il motivo a cui accennavi tu) e che danno il 1000% in quello che fanno. Sono ragazze che hanno davvero tanto da imparare, ma che ci mettono impegno e voglia di migliorarsi. Sono menti giovani che non si arrendono davanti a stupidi post come il tuo. Perché, magari non ci hai pensato, quando lo scrivevi, ma pubblicando quella banalità senz’anima hai insultato anche me (e le donne che stanno leggendo quest'articolo). E non puoi farlo, perché di me non sai niente. E allora, permettimi di concludere anch’io con una banalità: «Non fare di tutta l’erba un fascio». È una regola di vita che ti tornerà utile e mi sembra alla tua portata. Sbaglio? Spero di no.

Giulia-Mastrantoni

Giulia Mastrantoni
Da quattro anni collaboro all’inserto Scuola del Messaggero Veneto, scrivo per il mash up online SugarPulp e per la rivista dell’Università di Trieste Sconfinare.
Dopo aver trascorso un periodo in Inghilterra, ho iniziato un periodo di studi in Canada, ma, dovunque sia, scrivo.
Misteri di una notte d’estate, ed. Montag.
One Little Girl – From Italy to Canada, eBook selfpublished.
Veronica è mia, Pensi Edizioni.



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