Gli scrittori della porta accanto

[I luoghi dei libri] Da Saint-Tropez a Montecarlo con Guy de Maupassant

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Da Saint-Tropez a Montecarlo con Guy de Maupassant, in crociera sul Mediterraneo a bordo del Le Bel-Ami, tra le pagine del diario nautico Sull’acqua.

In questo diario non si troverà né una storia né un’avventura interessante. La primavera scorsa, durante una mia breve crociera lungo le coste del Mediterraneo, mi sono divertito a scrivere ogni giorno quello che ho visto e quello che ho pensato. Insomma, ho visto acqua, sole, nuvole e rocce – non posso raccontare altro – e ho pensato semplicemente, come si pensa quando l’onda vi culla, vi porta e vi impigrisce.
Guy-de-Maupassant
Guy de Maupassant, che nasce nel 1850 vicino a Dieppe, trascorre i primi anni della sua vita insieme alla madre a Étretat, dove conduce esistenza libera e selvaggia, a contatto con la campagna normanna e i suoi contadini.
All’età di vent’anni comincia a frequentare l’ambiente dei burocrati, grazie ad un modesto impiego in ambito ministeriale, e quello dei giovani snob della capitale francese.
In quegli stessi anni, in particolare tra il 1871 e il 1880, egli comincia anche a gettare le basi della sua folgorante carriera letteraria: compone le prime poesie e soprattutto si avvicina a Gustave Flaubert, amico d’infanzia della madre, che esercita su di lui un’influenza importante, sollecitandolo a osservare la realtà con occhi nuovi e sottoponendo il giovane allievo a dei veri e propri “esercizi di stile” che ne affinano la penna. Decisivo è tuttavia, l’incontro con Émile Zola, che pubblica in Les soirées de Medan il suo racconto Boule de suif, un breve e incisivo scritto che gli assicura immediata popolarità e sancisce definitivamente la sua vocazione di scrittore.
A partire dal 1880, Maupassant comincia a pubblicare a ritmo frenetico: trecento novelle, raccolte successivamente in ben diciotto volumi, e sei romanzi: Una vita (1883), Bel Ami (1885), Mont Oriol (1887), Pierre e Jean (1888), Forte come la morte (1889) e Il nostro cuore (1890). Il successo letterario gli spalanca le porte dell’alta società e della vita mondana al fianco di donne affascinanti, ma gli procura altresì un sovraccarico intellettuale e fisico che aggrava le dolorose nevralgie di cui egli soffre fin da giovane.

Il diario marittimo Sull’acqua, in viaggio sul Mediterraneo.

Nel 1888, prostrato dalle sofferenze e dalle allucinazioniossessionato dalle immagini morbose della morte e dal fantasma della follia, Maupassant decide di abbandonare la vita febbrile ed eccitante di Parigi, a lungo vagheggiata ma trasformatasi ormai in un insostenibile fardello, per fuggire in Costa Azzurra, dove prende il largo a bordo dello yacht Le Bel-Ami, acquistato grazie alle ricchezze accumulate con i recenti successi ottenuti come scrittore. L’acqua, il sole e gli smaglianti paesaggi del Mediterraneo riescono, almeno fugacemente, a lenire i tormenti che gli mordono cuore e mente.
Nelle pagine del breve diario marittimo Sull’acqua, che descrive il suo viaggio sulle acque del Mediterraneo, da Saint-Tropez fino a Montecarlo, passando per Saint-Raphaël, Cannes, Antibes e Nizza, Maupassant lascia cadere i filtri e gli artifici della prosa letteraria mettendosi a nudo con umile sincerità, confessando timori e inquietudini, ma soprattutto benedice con cuore grato lo scenario mozzafiato nel quale si trova immerso, capace di regalargli solitudine, serenità e consolazione, proteggendolo dai muti eppur spaventosi abissi del dolore:
È la calma, la calma soave e calda di un mattino di primavera nel Mezzogiorno, e di già mi pare di aver lasciato da settimane, da mesi, da anni le persone che parlano e si agitano; mi sento pervadere dall’ebbrezza di essere solo, la dolce ebbrezza del riposo che nulla turberà, né la lettera bianca, né il dispaccio turchino, né il campanello della mia porta, né l’abbaiare del mio cane. [….] Sono solo, veramente solo, veramente libero. Corre, il nastro di fumo del treno sulla riva! Quanto a me, galleggio dentro una dimora alata che si dondola, graziosa come un uccello, piccola come un nido, più morbida di un’amaca e che erra sull’acqua, a piacere del vento, senza essere attaccata a nulla.

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La potenza dell'acqua

Al riparo dalla lontana e disturbante frenesia di Parigi Maupassant dimentica preoccupazioni e turbamenti dello spirito, recupera energia e vitalità e sembra riconciliarsi con il suo Io più profondo. Il contatto vibrante con l’Elemento liquido risveglia prepotente il suo amore per la vita, quell’attaccamento selvaggio e istintivo alla natura che egli ha conosciuto e sperimentato durante la sua felicissima infanzia nella campagna normanna:
La carezza dell’acqua sulla sabbia delle rive o sul granito delle rocce mi commuove e mi intenerisce, e la gioia che mi pervade, quando mi sento spinto dal vento e portato dall’onda, nasce dal fatto che mi abbandono alle forze brute e naturali del mondo, che torno alla vita primitiva. Quando fa bello come oggi, ho nelle vene il sangue dei vecchi fauni lascivi e vagabondi, non sono più il fratello degli uomini, il fratello di tutti gli esseri e di tutte le cose!
La potenza dell’Acqua rende vibrante ogni particella, ogni singolo granello del mondo naturale che lo circonda e avvolge, facendogli percepire con sensi acuiti e sconosciuti, quasi primordiale emozione anche il risuonare ventoso dell’aria:
Mi piace quest’ora fredda e leggera del mattino, quando l’umanità dorme ancora e la terra si risveglia. L’aria è piena di misteriosi fremiti, sconosciuti a chi s’attarda a letto. Si aspira, si beve, si vede la vita che rinasce, la vita materiale del mondo, la vita che percorre gli astri e il cui segreto è il nostro immenso tormento.
L’amarezza e il pessimismo tornano, a sprazzi, ad oscurare il cielo limpido delle sue solitarie e pacifiche ore galleggianti, inducendolo a fare lucide e dolenti considerazioni sul suo destino di homme de lettres:
Ah! Ho desiderato tutto senza godere di nulla. [….] Perché quindi questa sofferenza di vivere mentre la maggior parte degli uomini ne provano solo la soddisfazione? Perché questa ignota tortura che mi rode? […] Il fatto è che porto in me questa seconda vista che è al tempo stesso tutta la forza e tutta la miseria degli scrittori. Scrivo perché capisco e soffro per tutto ciò che è, perché lo conosco troppo bene e soprattutto perché, senza poterlo gustare, lo osservo in me stesso, nello specchio del mio pensiero.
Antibes-Costa-Azzurra

La bellezza luminosa della natura

I pensieri cupi si arrendono tuttavia al cospetto della bellezza luminosa del paesaggio, e un autentico senso di benessere lo pervade e lo invade alla vista di quella magnificenza che lascia ammutoliti.
Maupassant non può rimanere insensibile all’atmosfera moresca della penisola montuosa denominata “paese dei Mori”:
Attraversai molto rapidamente il golfo in fondo al quale si getta l’Argens, e non appena fui al riparo delle coste, il vento cessò quasi del tutto. È là che comincia quella regione selvaggia, scura e superba che ancor oggi viene chiamata il paese dei Mori. […] Saint-Tropez, all’entrata del magnifico golfo chiamato un tempo golfo di Grimaud, è la capitale di questo piccolo reame saraceno [….].
Le sfumature cangianti del cielo che sovrasta la catena tormentata dell’Estérel sono di assoluta trasparenza e incomparabile potenza, tanto da lasciarlo esterrefatto:
La catena montuosa dal disegno nitido e preciso si staglia al mattino contro il cielo azzurro, di un azzurro tenero e puro, di un azzurro pulito e incantevole, di un azzurro ideale da spiaggia del meridione. Ma la sera, le pendici boscose delle coste si oscurano e stampano una macchia nera su un cielo di fuoco, su un cielo inverosimilmente drammatico e rosso. Da nessuna parte ho mai visto questi tramonti favolosi, questi incendi di tutto l’orizzonte, queste esplosioni di nuvole, questa messa in scena abile e superba, questo quotidiano rinnovarsi di effetti eccessivi e fantastici che suscitano ammirazione […].
La traversata a piedi della foresta nei pressi della Certosa della Verne eccita i suoi sensi all’erta con i suoi colori e i profumi e gli trasmette un’impalpabile quanto piacevole inquietudine, offrendo al suo sguardo avido il potente splendore di dirupi selvaggi e lande desolate:
Mi misi quindi a salire, solo, a piedi e a passi lenti. Ero in una favolosa foresta, una vera macchia corsa, un bosco incantato di liane fiorite, di piante aromatiche dall’odore penetrante e di grandi alberi maestosi. Le pietre di granito sul sentiero brillavano e rotolavano e attraverso gli squarci tra i rami scorgevo all’improvviso larghe valli oscure, che si distendevano a perdita d’occhio, straripanti di vegetazione.

Costa-Azzurra

La forza del mare, "caos liquido e danzante".

La bellezza primitiva dello scenario boscoso si rispecchia e riflette nella brutale forza del mare, «caos liquido e danzante» che gli fa assaporare il contatto con l’infinito:
Chi non ha visto questo mare al largo, questo mare di montagne che si rincorrono rapide e poderose, separate da vallate che si spostano di secondo in secondo, colmate e riformate di continuo, non immagina, non si figura nemmeno la forza misteriosa, temibile, terrificante e superba dei flutti.
Benché Maupassant abbia l’impressione di essere in viaggio da mesi – e il lettore con lui – la crociera sul Mediterraneo a bordo del Bel-Ami dura in realtà qualche giorno appena, dal 6 al 14 aprile del 1887. Due anni dopo lo scrittore tornerà a bordo del suo battello, per solcare nuovamente quelle onde rumorose e farsi carezzare e cullare da quel sole rabbioso, costeggiando l’Italia per arrivare giù fino al Maghreb.
Le sublimi visioni del Mediterraneo rimarranno indelebili nella sua mente. Quegli istanti di oziosa e paga tranquillità e di felicità genuina potranno tuttavia allontanare ma mai sconfiggere il buio accecante della follia, che lo travolgerà inesorabilmente, per mai più abbandonarlo fino al momento della morte, che lo coglierà nel 1893 fra le pareti incolori della clinica del Dottor Blanche.

Tutte le citazioni sono di Guy de Maupassant, dal suo diario Sull’acqua. Da Saint-Tropez a Montecarlo, Ibis, Como-Pavia, 2002 (Traduzione dal francese di Barbara Besi Ellena)

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Ilaria Biondi
Laurea in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Bologna. Durante il Dottorato di Ricerca in Letterature Comparate vive per lunghi periodi in Francia. Si occupa di traduzione letteraria e critica della traduzione, di letteratura francese e belga (in lingua francese) e letteratura tedesca dell’Ottocento. È appassionata di letteratura fantastica , science-fiction, letteratura al femminile, di viaggio, per l’infanzia e poesia.
Raymond Radiguet. Giovinezza perduta, eterna giovinezza, Delta Editrice.


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