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[Libri] "La natura esposta" di Erri De Luca, recensione di Silvia Pattarini

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La natura esposta di Erri De Luca, Feltrinelli, 2016. Sacralità, senso del pudore, omertà, immigrazione ed enigmi, un romanzo breve che offre molti spunti di riflessione.

"La natura esposta" di Erri De Luca si è fatto notare sullo scaffale di una libreria con la sua copertina intrigante. Era lì, aspettava me. Ho accolto il suo richiamo e l’ho fatto mio. Voleva raccontarmi la sua storia. Non ho potuto fare a meno di ascoltarla.
Il protagonista è un uomo sulla sessantina, senza nome, forse un po’ selvatico, come la montagna che lo circonda.
Abito vicino al confine di Stato, sotto montagne sapute a memoria. Le ho imparate da cercatore di minerali e fossili, poi da scalatore. L’incerto guadagno mi viene dal commercio di quello che trovo e da piccole sculture in pietra e legno.
Uno spirito libero, poco avvezzo ai sentimentalismi, schivo, ha qualche difficoltà a relazionarsi con i suoi simili, ma non disdegna la compagnia femminile, e si ritrova a fare da guida agli "stranieri spaesati".
Cercano di attraversare il confine, le autorità lasciano fare, per non doversi occupare di loro.
Esistenze parallele che si incrociano, uomini, donne, bambini. Come non vedere la metafora della denuncia sociale, il dramma dell’immigrazione clandestina.
I confini funzionano in pianura. Si stende il reticolato e non si passa. Non si può fare in montagna.
Ma lui è diverso dagli altri, la sua generosità lo rende famoso e, suo malgrado, è costretto ad abbandonare il paese e rifugiarsi in una città lontana, sulle rive del mare, dove per vivere deve cercarsi un lavoro: sa fare il restauratore. Accetta l’incarico di restaurare un crocifisso.
Oggi la Chiesa vuole recuperare l’originale. Si tratta di rimuovere il panneggio.
Si rischia di rovinare un'opera sacra. La sacralità dell'opera non può essere messa in discussione. Ci vuole un artista, il migliore. Non gli interessano gli onori e le riviste patinate, ma la passione per il suo lavoro si trasforma in ossessione per la perfezione, arrivando perfino agli eccessi.
La “natura” è l’organo di riproduzione maschile che dovrà essere ricostruito: quello è il suo compito. Una volta completata, la nuova opera d’arte tornerà esposta, a splendere nella luce. La scultura diventa un protagonista comprimario della narrazione, è talmente perfetta da sembrare viva.
Da qui in poi il restauratore inizia un percorso interiore catartico; è un uomo umile, in conflitto con la sua coscienza (o col gemello).

Sacralità, senso del pudore, omertà e traffico di esseri umani, un romanzo con diverse chiavi di lettura.

La trama è un buon pretesto per affrontare tanti temi diversi. Si passa dalla sacralità al senso del pudore, al traffico di esseri umani sia ai giorni nostri, sia in tempi andati, passando anche attraverso ambienti squallidi. L’autore offre la possibilità di interpretare il romanzo con due chiavi di lettura: oggettiva, limitandosi alla narrazione in quanto tale, e soggettiva, aperta al libero arbitrio.
Il protagonista sul suo cammino incontra, oltre al prete e al vescovo, anche esponenti di altre religioni. La collaborazione con loro si rivelerà proficua (in barba ai sostenitori dell’ipotesi dello scontro tra religioni) per risolvere l’enigma legato alla scultura. E qui si entra in campo teologico, vengono tirati in ballo antichi simboli. Che l’autore voglia lanciarci nuovi segnali, una terza chiave di interpretazione? Che si celi un codice tra le righe, un ipotetico “codice De Luca”? A voi il piacere di scoprirlo.
Ma non finisce qui. Erri De Luca col pretesto del tradimento da parte della figura femminile, evidenzia un'altra metafora: l’omertà.
Con abilità l’autore stempera e attenua la drammaticità della situazione. Utilizza uno stile asciutto, essenziale nel lessico e nella sintassi, mai volgare, come se volesse alleggerire la narrazione e regalare un’intensità poetica alle immagini, ai suoi personaggi, agli ambienti e alla “natura” stessa che sul finale ci sorprenderà.
Frasi brevi, principali e coordinate, qualche subordinata. Incisi. Non si perde in fronzoli sfarzosi, non intende umiliare il lettore con idiomi troppo aulici, il suo linguaggio fluido e semplice, è sicuramente alla portata di tutti, anche dei ragazzi.
Un romanzo relativamente breve, si risolve in poco più di cento pagine, ma decisamente intenso, offre tanti spunti di riflessione. Consigliato a un vasto pubblico, dai ragazzi in su (tanto si sa, l'autore è già nelle antologie scolastiche), a chi ama gli intrecci, gli enigmi, le storie d’attualità.

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La natura esposta

Un uomo di molti mestieri è incaricato di un delicato restauro. La statua del crocifisso contiene segreti che si rivelano solo al tatto. Bisogna risalire a diverse nudità per eseguire. C’entra una città di mare e un villaggio di confine, un amore d’azzardo e una volontà di imitazione.

"Abito vicino al confine di Stato, sotto montagne sapute a memoria. Le ho imparate da cercatore di minerali e fossili, poi da scalatore. L’incerto guadagno mi viene dal commercio di quello che trovo e da piccole sculture in pietra e legno.
Intaglio nomi per gli innamorati tenaci, che li preferiscono incisi su rami e sassi, anziché su tatuaggi. Durano di più, senza sbiadire. Cerco radici secche, pietre somiglianti a lettere dell’alfabeto. Facili da trovare quelle a forma di cuore, risalendo il greto dei torrenti in secca. Altre forme più aspre le trovo sui ghiaioni, dove si accumulano i distacchi dalle pareti. In natura si trovano sillabari."



di Erri De Luca | Feltrinelli  | Narrativa
ISBN 9788807031991 | ebook 8,99€ | cartaceo 11,05€ Acquista

Silvia Pattarini
Diplomata in ragioneria, ama scrivere racconti e componimenti poetici, alcuni dei quali compaiono in diverse antologie. Partecipa a concorsi letterari di poesia, prosa e premi letterari per narrativa edita.
Biglietto di terza classe,  0111Edizioni.
La mitica 500 blu,  Lettere Animate.


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