Gli scrittori della porta accanto

Medicina tradizionale e alternativa tra bufale e verità. E se fosse solo questione di missione in sospeso?

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Di Angelo Gavagnin. Tumori: dalle ortiche alla chemioterapia, medicina tradizionale e terapie alternative tra bufale e verità del web. Regressione spontanea: e se fosse solo una questione di missione in sospeso?

Da un po' di tempo, si legge di persone che rifiutano le cure tradizionali per malattie anche gravi, decisione che porta qualche volta anche alla morte.
In realtà, non è da oggi che conosciamo la medicina alternativa. Chi non ha usato, qualche volta, l'omeopatia, magari senza nemmeno sapere bene cosa sia, tutti abbiamo messo i cetrioli sugli occhi stanchi e mangiato semini di lino che fa rima con intestino.
Altra cosa è rischiare la vita rinunciando alle cure tradizionali, per esempio, quando si è malati di tumore.

Da qualche tempo succede pure questo e una buona responsabilità ce l'ha il web.

Tutti vediamo girare nel mondo del www decine, ma che dico, centinaia di consigli più o meno intelligenti riguardo la salute. Insieme ad alcuni bravi professionisti, naturopati, viaggiano purtroppo anche ciarlatani, millantatori, che forse non sono nemmeno medici ma pretendono di curare il prossimo. Intendiamoci, ci sono anche non laureati che possono saperne più dei medici, ma verificarlo sulla propria pelle è leggermente pericoloso.
È curioso, alcuni rimedi che sono oggettivamente da medioevo, passano e si pubblicizzano su internet, che è il mezzo più moderno che abbiamo. Si trovano cure improvvisate per tutti i gusti, come curare il cancro col succo di limone, che, per carità, anch’io lo prendo come buon consiglio di prevenzione, ma penso che se avessi un cancro proverei qualcosa di più sperimentato.

È anche vero che a volte la chemioterapia e la radioterapia fanno più danni del male che devono curare, che fare, allora?

Ognuno ha certamente il diritto di scegliere di che morte morire. Ci si può curare con le ortiche, al massimo muori tutto verde ma, tanto, col tempo saresti morto lo stesso. Un ragazzo che conoscevo di vista, aveva un difetto: ogni tanto, senza nessun motivo, tirava un urlo e contemporaneamente alzava le braccia al cielo. Niente di drammatico, la gente si era abituata. Un giorno, però, è finito addosso a un albero con la macchina ed è morto. La cura per lui sarebbe stata semplicemente togliergli la patente...

Regressione spontanea dei tumori: e se la verità non fosse poi così lontana dalla bufala?

Interessante è invece una bufala che ho letto tempo fa su internet, di uno studio condotto in Svizzera su un campione di cadaveri. Sappiamo tutti che un lavoro strano che fanno taluni buontemponi è quello di inventare notizie da spandere sul web e nessuno ha ancora capito per quale motivo ciò succeda: si divertono? Ci guadagnano? Tentano di fare danni? Di sicuro ci fanno perdere un sacco di tempo perché ogni volta bisogna andare a verificare la bontà del sito che lancia la notizia. Nel caso citato, però, si devono mangiare le dita perché secondo me la bufala della scoperta «che in molti cadaveri erano presenti dei tumori, ma che quelle persone erano morte di vecchiaia», anziché colpirci e farci un danno, ci ha dato un’idea positiva, e forse anche credibile, sull’intelligenza innata del nostro corpo. La bufala parla, infatti, di regressione spontanea dei tumori. A me pare tutt’altro che improbabile che il nostro corpo abbia di queste possibilità:
I tumori erano stati fermati o erano regrediti senza che le persone si fossero nemmeno accorte di averli. Il corpo si era difeso da solo, gli anticorpi, avevano per loro conto aggredito e sconfitto il tumore.

La ricerca è fasulla, nessuno l’ha svolta davvero, ma se accadesse, a mio avviso la realtà potrebbe essere per una volta vicina alla bufala.

Sarebbe logico e consigliabile che, scoprendo di avere una grave malattia, ci rivolgessimo alla medicina, che in questo ultimo secolo ha fatto passi giganteschi. Ma possiamo anche immaginare che, autonomamente, il corpo abbia una sua intelligenza e si difenda dalla morte, magari finché pensa di non aver concluso la missione che ognuno di noi ha da quando nasce. Magari vi stupirete pensando a qualche vostro conoscente cui questa regressione è successa. Così, mi piace pensare: quando il corpo ci molla, vuol dire che abbiamo finito, altrimenti, ci supporterà fino alla fine della nostra missione.
Voi che ne pensate?



Angelo Gavagnin


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