Gli scrittori della porta accanto

Il realismo epico di Émile Zola

Il realismo epico di Emile Zola

Letteratura | Di Tamara Marcelli. Émile Zola e il crudo realismo dei suoi personaggi, attraverso cui raccontò la società a lui contemporanea.

Figlio di un ingegnere militare italiano e di una donna francese, Emile Zola nacque a Parigi il 2 aprile 1840, ma visse la propria infanzia ad Aix-en-Provence, dove il padre aveva ottenuto la direzione della costruzione di una diga e dove, tra l’altro, conoscerà Paul Cezanne, famoso pittore francese con il quale stringerà una profonda amicizia.
Quando il padre morì, il giovane Zola andò a vivere con la nonna e terminò i suoi studi con enormi sacrifici.
Nel 1858 tornò con la madre a Parigi ma non riuscì ad ambientarsi facilmente, incontrando grandi difficoltà. Fu respinto alla maturità del liceo.
Nel 1862 trovò lavoro come fattorino presso la casa editrice Hachette e si fece subito notare per le sue qualità letterarie che gli valsero un ingaggio prima come addetto alla pubblicità, poi come giornalista.
Cominciò a frequentare i salotti culturali dell’epoca e a scrivere poesie e racconti, articoli e saggi: il suo stile non era ancora definito, ma era chiara l’influenza del Romanticismo (NOTA 1) e di Musset in particolare. Presto si accorgerà che la letteratura ha bisogno d’altro e si appassionerà alle correnti del Positivismo (NOTA 2).

Teresa Raquin”: nel 1867 gli valse una grande popolarità ma anche feroci critiche per il crudo realismo.

La sua prima opera fedele al Naturalismo (NOTA 3) fu Teresa Raquin” pubblicata nel 1867 che gli valse una grande popolarità ma anche feroci critiche per il crudo realismo con cui rappresentò la storia dei suoi personaggi principali: Thèrèse e Laurent. Due esseri umani che seguono i propri istinti. E’ questa la sua via. Come Balzac, che però secondo lui non aveva mai saputo rinunciare agli eccessi romantici, Zola volle presentare al lettore l’immagine della società contemporanea attraverso la storia dei suoi protagonisti.


Il vero successo arrivò dalla pubblicazione di L’Assommoir nel 1877.
Divenuto celebre, comprò una villa nei pressi di Parigi, a Médan, dove cominciò ad accogliere alcuni intellettuali dell’epoca, scrittori, pittori, artisti di ogni genere, tra cui Maupassant, Flaubert, Daudet, Turgenev, Alexis, Huysmans, Manet, Monet. Da questi incontri nacque il cosiddetto “gruppo di Médan”. Zola ne trasse ispirazione per la creazione di una raccolta di novelle dal titolo Les soirées de Médan in cui ogni scrittore del gruppo partecipò con un racconto.
Zola scrisse anche dei saggi in cui espose le proprie idee sul Naturalismo: Il romanzo sperimentaledel 1880; Il Naturalismo a Teatrodel 1881; I romanzieri naturalistidel 1881.
Tra le sue opere più importanti: 1873 Il ventre di Parigi; 1880 Nana; 1884 La gioia di vivere; 1885 Germinal; 1888 Il sogno; 1890 La bestia umana; 1891 La disfatta.

Per Zola, lo scrittore naturalista deve rappresentare ai lettori storie non basate sull’immaginazione, ma sulla realtà. 

Deve “registrare” ciò che egli vede intorno a sé, deve “calarsi” nella vita reale, nel mondo della quotidianità. Zola scrive osservando la vita, proprio come gli scrittori realisti, ma aggiungendo un tassello in più, il cosiddetto “metodo scientifico”, diretta influenza del Positivismo: concentrato sui fatti, su ciò che si può verificare con l’esperienza, con i sensi. Descrivere la realtà psicologica e sociale degli uomini contemporanei con gli stessi metodi utilizzati nell’osservazione delle scienze naturali, rappresentare oggettivamente e impersonalmente il mondo facendo sì che i fatti stessi comunichino un messaggio. Per questo la descrizione dei personaggi di Zola è quella dei temperamenti, non dei caratteri.
Dal Naturalismo assume la convinzione dell’esistenza di una legge dell’ereditarietà e del determinismo per cui ogni individuo ha un destino predeterminato. Race, milieu et moment sono i tre fattori determinanti nella vita di un uomo. Ereditarietà, luogo (ambiente sociale) e epoca storica.
Zola mescola le sue teorie naturalistiche al suo innato romanticismo, creando così pagine intense di elevato spessore poetico. La forza delle parole rimane uno dei suoi elementi più caratteristici. La sua capacità di descrivere la realtà, gli oggetti, trasformandoli in esseri viventi; di dare la vita anche alla nuda e fredda pietra. La parola risveglia i sensi. Le sue descrizioni superano i limiti sensoriali coinvolgendo il lettore, catapultandolo in quel quadro, tra quei colori, rendendolo spettatore partecipe tra una pennellata e l’altra della realtà. Le visioni poetiche che trasudano dalle pagine dei suoi scritti raggiungono l’apice quando descrive la follia.
Per queste sue capacità, l’opera di Zola viene definita di “realismo epico”.
Il suo stile è musicale, ritmico, ondeggiante tra il dolce e l’aspro, il forte e il sognante. In un perfetto equilibrio che rende ogni pagina un piacere per l’anima.


Il sogno d Emile Zola.

Il sogno - Poster originale vintage
Uno dei libri più famosi di Emile Zola è Il Sogno .
Il sogno non è forse la vita che teniamo chiusa, nascosta, per paura che svanisca alla luce del sole?
…una sera, finalmente, che una più calda oscurità cadeva dal cielo senza luna, qualche cosa cominciò. Temette di sbagliarsi, tanto era lieve, quasi impercettibile, proprio un rumore da nulla, ma nuovo tra i rumori che conosceva.
La descrizione dei luoghi, delle opere d’arte, delle leggende, dei ricami, del tempo, delle sensazioni appena intuite, della vita.
Ciò che ella attendeva, veniva dall’invisibile, emergeva pian piano da tutto quanto le fremeva intorno; si sprigionava a poco a poco dal suo sogno come l’avverarsi dei vaghi desideri della sua giovinezza.
I dettagli storici che irrompono in modo quasi accademico, realistico, appaiono però avvolti da una spessa aurea di favola. E così la storia s’impossessa della vita, sotto un cielo fiabesco.
Il sogno vive altrove, si eleva e lascia dietro di sé una scia di piccole vite rese grandi da una fede.
Raggiunto il proprio sogno, ogni cosa torna al suo posto. Ogni singolo pensiero, ogni emozione, ogni vita ha in sé la propria natura, il proprio senso. Nelle pagine di un’esistenza trovare il proprio senso equivale a capire il perché del passato, della storia.
Ma… Chi vive in un sogno non può svegliarsi.
Terminato il trionfo, ella usciva dal sogno, si dirigeva laggiù, per entrare nella realtà. Quello squarcio di luce viva era spalancato sul mondo che ella ignorava… Allora, sulla soglia del portale, a sommo la gradinata che scendeva sulla piazza ella vacillò. Non era forse giunta fino all’estremo limite della felicità? Non era forse là che finiva la gioia?

NOTA 1
Romanticismo: movimento artistico, letterario, culturale, concentrato sull’arte come espressione del sentimento. Fu un fenomeno complesso, nato in Germania alla fine del XVIII secolo poi diffuso in Francia, in Italia e successivamente in tutto il mondo nel XIX secolo. Tra i suoi illustri rappresentanti nella letteratura vi furono Goethe, Hugo, Byron, Leopardi, Poe, Schiller, Foscolo, Novalis, Holderlin, Hoffmann, Buchner, Coleridge, Blake, Shelley, Keats, Austen, Bronte, Chateaubriand, Madame de Stael, Lamartine, de Vigny, Sand, Dumas, Stendhal, Pushkin, Lermontov, Manzoni, Ewald, Stagnelius, Béquer, Ferràn, Echeverria.

NOTA 2
Positivismo: movimento filosofico e culturale nato in Francia nella prima metà dell’Ottocento che basava le sue teorie sulla ragione e sul progresso. Definito dal filosofo Abbagnano come il “romanticismo della scienza”. Il motto fu “L'amore per principio, l'ordine per fondamento, il progresso per fine” di Auguste Comte, 1852.

NOTA 3
Naturalismo: movimento artistico e letterario che nasce in Francia nella seconda metà dell’Ottocento secondo cui lo scrittore deve rappresentare, riprodurre la realtà che lo circonda con estrema fedeltà, aderendo alla natura delle cose. Si sviluppò parallelamente alla corrente italiana del Verismo (Verga, Capuana, Serao), entrambe derivanti dal Realismo.



Tamara Marcelli
Artista poliedrica, eccentrica, amante dell'arte in tutte le sue forme. Una sognatrice folle. Ha studiato Lettere e Tecniche dello Spettacolo, canto e recitazione per oltre dieci anni e ha lavorato come attrice in alcuni importanti Teatri del Lazio. Scrive poesie, romanzi, testi teatrali, articoli e saggi.
Il blu che non è un colore,  Montag.
Il sogno dell'isola,  Montag.


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