Gli scrittori della porta accanto

[Cinema] "Pets - Vita da animali", recensione di Stefania Bergo

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PETS - VITA DA ANIMALI

Chris Renaud, Yarrow Cheney REGISTA
Universal Pictures, Illumination Entertainment PRODUTTORE
Ken Daurio, Brian Lynch, Cinco Paul SOGGETTO
2016 ANNO

DOPPIATORI ITALIANI
Alessandro Cattelan, Pasquale Petrolo, Francesco Mandelli, Laura Chiatti, Francesca Manicone, Luigi Ferraro, Selvaggia Quattrini, Carlo Valli, Andrea Mete, Marco Mete, Paolo Macedonio, Paolo Vivio, Francesco Sechi







Una commedia d'azione sfrenata, puro intrattenimento, grafica digitale mirabile, giullaresco ma senz'anima: Pets - Vita da animali, che cosa succede ai nostri animali domestici quando noi non siamo a casa? 

Questo il fulcro della storia dell'ultimo film d'animazione della Illumination Entertainment, i creatori di "Cattivissimo Me". Questo è anche quello che racconta il trailer, che appare come la solita sequenza delle principali gag del cartoon, condensate in pochi minuti: le porte di casa che si chiudono all'unisono, i padroni che escono per le faccende quotidiane, gli animali che diventano i padroni indiscussi delle quattro mura e, almeno alcuni di loro, smettono la maschera da bravi, mansueti, animaletti da appartamento per dilettarsi con musica rock, simulazioni di volo, saccheggio indiscriminato delle provviste del frigorifero, utilizzo degli elettrodomestici per il proprio diletto personale.
In realtà, il trailer è semplicemente l'incipit del film, di per sé insieme di spot che presentano i protagonisti  e le loro vite. Il film, poi, si sposta altrove, come ambientazione e come contenuti.

Max-pets

La trama.

Max, il vero protagonista, è un Jack Russell terrier che vive con la sua amata padrona Katie, una ragazza sola che lo ha salvato dalla strada da cucciolo, in un luminosissimo appartamento  affacciato sul celebre skyline newyorkese. E si chiede, come possiamo immaginare facciano tutti i nostri animali, dove vada Katie ogni volta che esce, perché non si trattenga con lui l'intera giornata. E, come spesso accade, non fa altro che starsene davanti alla porta di casa ad attendere solo il suo ritorno. Ma la dolcezza e la poesia del lungometraggio finiscono qui...
Katie rincasa con un altro randagio salvato dalla sua sorte, l'ingombrante Duke, invadente in termini di spazio fisico e vitale. Ne nasce una lotta per la "sopravvivenza", una convivenza acre per il naturale dominio dello spazio vitale limitato. E proprio da questa rivalità, nasce l'artefatto che dà vita alla reale trama del cartoon. Max e Duke si ritrovano, loro malgrado, compagni in un'avventura fuori casa, con l'unico fine di tornare da Katie.
Impossibile non riconoscere la trama e la dinamica di "Toys", sostituendo ai giocattoli gli animali domestici...

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I personaggi.

Molti sono i personaggi che si alternano sulle scene, con caratterizzazioni molto marcate: dalla cagnolina Pomerania Gidget, vaporosa e candida come una nuvola, al bassotto Buddy, dalla gatta sovrappeso Chloe, al bavoso Mel, dal vecchio Nonnotto (Pops), con gli arti posteriori sostenuti da una carrozzina, a Pisellino (Sweetpea), un pappagallino con la determinazione di un marine (l'unico animale senza voce umana). Battute, situazioni slapstick, una galleria di caricature e smorfie, a volte anche troppo forzati, la trasposizione di atteggiamenti tipici dei nostri amici, come l'ossessione dei cani per le palle o quella dei gatti, attratti da un fascio di luce in movimento.
Dall'altra parte della barricata, invece, troviamo una gang di animali randagi, abbandonati a se stessi da padroni che se ne sono liberati. Capo del gruppo di "teppisti rivoluzionari", un coniglietto bianco, Nevosetto (Snowball), la cui morbidezza e il cui candore stridono con la sua esagerata aggressività. Nel suo gruppo, coccodrilli e serpenti (notoriamente spesso rilasciati nel sistema fognario della città), tarantole, criceti, tartarughe, un maiale (tatuato perché utilizzato da tatuatori in erba, per far pratica) e ovviamente tanti cani e gatti.

pets

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Punti di forza e punti deboli: azione sfrenata, gag esilaranti, situazioni slapstick, una commedia d'azione che fa il verso a Toys e pecca di aggressività e scarsa empatia. 

Se da un lato il film rispecchia senza filtri la durezza della vita di strada, diametralmente opposta a quella agiata tra le mura domestiche, e denuncia l'abbandono indiscriminato di animali, spesso esotici, frutto di mode assurde ed effimere, è anche vero che il messaggio iniziale non è, a mio avviso, "sano". L'aggressività degli animali abbandonati verso chi ha fatto indiscutibilmente loro del male, è forse troppo marcata, arrivando alla sete sadica di vendetta, intesa come soppressione della vita dei padroni (gli umani), al grido di "libertà per tutti". Niente a che fare con il romantico desiderio di libertà del Vagabondo ("Lilli e il Vagabondo", della Disney), che preferisce dormire vicino alla ferrovia e tirare a campare piuttosto che indossare un collare e dover fedeltà ad un bipede. Questi animali si eccitano per racconti raccapriccianti, dettagli di sangue, e gridano libertà come acerrimi rivoluzionari.
A metà film, la situazione migliora. Le gag esilaranti si susseguono ad un ritmo serrato al fulmicotone, le buffonate brillanti e gli incidenti rocamboleschi sono decisamente più immediati e alla portata dei bambini, senza i messaggi sottintesi e la sottile ironia dei lungometraggi con doppio binario interpretativo (vedi Zootropolis o Dragontrainer 2, tanto per citarne un paio).
"Pets" è decisamente una commedia d'azione sfrenata, non lascia un attimo di tregua agli spettatori. Apprezzabili i dialoghi e mirabile il dettaglio della computer grafica, nel paesaggio autunnale di Central Park o nelle panoramiche a effetto drone su New York, ad esempio; degni di nota alcuni riferimenti al cinema d'autore, come la scena finale di "A qualcuno piace caldo" e il serafico "nessuno è perfetto" di Osgood o la colonna sonora di "Grease".
L'unica pecca, a mio avviso, una sceneggiatura e una regia che non si permettono di rallentare, di dare respiro alla trama e lasciarci affezionare agli animali. Il film è sovrabbondante di simpatia e azione, ma mancano la tenerezza, la dolcezza, l'empatia. È un parco giochi multimediale, un otto volante giullaresco, puro intrattenimento. Ma non lascia nulla su cui riflettere davvero, non regala emozioni, tanto meno dissipa i dubbi su cosa combinino davvero i nostri amici, quadrupedi o volatili che siano, quando noi ci allontaniamo, oltre a mostrare stereotipati cani in attesa dietro la porta o gatti indifferenti.
Forse il mio è solo un giudizio da adulta abituata a commuoversi fino alle lacrime con cartoni animati emozionali, non più in grado di godersi un semplice spettacolo. Emma, infatti, la mia bimba di sei anni, dopo la paura iniziale per l'aggressività degli animali ribelli, ha trovato un significato nel lungometraggio: "è una storia che parla d'amicizia, mamma, e della voglia di tornare a casa".





Stefania Bergo
Non ho mai avuto i piedi per terra e non sono mai stata cauta. Sono istintiva, impulsiva, passionale, testarda, sensibile. Scrivo libri, insegno, progetto ospedali e creo siti web. Mia figlia è tutto il mio mondo. Adoro viaggiare, ne ho bisogno. Potrei definirmi una zingara felice. Il mio secondo amore è l'Africa, quella che ho avuto la fortuna di conoscere e di cui racconto nel mio libro.
Con la mia valigia gialla, 0111Edizioni.


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