Gli scrittori della porta accanto

[Libri] "Immagina di aver sognato" di Elena Genero Santoro, incipit #92

Londra, 10 maggio.

Immagina-di-aver-sognato

Immagina
di aver sognato

di Elena Genero Santoro
PubGold

ebook 2,99€
cartaceo 13,00€
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Da quando a lei era stato diagnosticato il morbo celiaco, Futura e Patrick non andavano spesso al ristorante: troppo complicato. Ma quel giorno era il venticinquesimo compleanno di Futura e Patrick aveva fatto le cose per bene: aveva prenotato con largo anticipo in un locale molto raffinato e intimo, aveva concordato il menù in tutti i particolari, quindi era uscito prima dal lavoro, – cosa che capitava davvero di rado – si era recato personalmente dal fioraio e infine si era presentato a casa, dove lei lo stava aspettando già vestita per la serata, con una meravigliosa composizione floreale.
La cena, a lume di candela, era stata davvero molto romantica e, sul finire, lui aveva fatto materializzare sul tavolo anche una scatolina contenente un gioiello.
Una volta varcata la soglia di casa, Patrick aveva abbracciato Futura e l’aveva condotta in camera da letto dove l’aveva amata con passione e dedizione, curando ogni dettaglio.
Era stata una serata perfetta, solo per loro due.
Più tardi, tra cuscini e lenzuola disfatte, un’appagata Futura con i capelli scuri sparpagliati sul guanciale, cercava di prendere sonno, ma Patrick non smetteva di contemplarla in silenzio, mentre le accarezzava un braccio.
«Tesoro, non dormi?» biascicò lei.
Patrick non rispose.
Futura si sollevò sui gomiti, ridestandosi.
«Perché ho come la sensazione che tu voglia dirmi qualcosa?»
Patrick sorrise, un po’ imbarazzato:
«In effetti ci sarebbe una cosa importante che vorrei chiederti…»
Futura sorrise e scherzò:
«Non vorrai chiedermi di sposarti? L’abbiamo già fatto dieci mesi fa! Ed è stata la scelta più felice della mia vita…» disse toccando emozionata la vera che portava all’anulare sinistro.
Ma Patrick, pur sorridendo, si era fatto più serio e continuava a permanere in uno stato di leggero disagio.
«Okay» disse lei rassicurante. «Coraggio… Ti ascolto.»
Patrick prese fiato, poi si buttò:
«È un po’ che ci sto pensando, sai?»
«A cosa?» lo incalzò lei.
«Che forse dovresti smettere di prendere la pillola, che forse siamo pronti per avere un bambino… Cioè, forse finalmente sono pronto io, magari tu lo eri già…»
Futura ebbe come un capogiro:
«Dici sul serio? Veramente vorresti un bambino?»
«Sì, lo vorrei davvero. Adesso lo vorrei davvero. Penso che i tempi siano maturi, penso che noi siamo maturi e che ce la possiamo fare. Il mio lavoro va bene, anche tu hai ingranato e non sei vincolata a presentarti in ufficio tutti i giorni… ma non è solo questo… non si tratta soltanto di considerazioni di ordine pratico… è che lo voglio, Futura, lo desidero. Voglio un figlio, amore, e lo voglio da te! Questo è ciò che volevo dirti… Ma tu… tu cosa ne pensi? Vorresti anche tu un bambino ora? Credi anche tu che sia giunto il momento?» aggiunse alla fine, nel timore di essere stato troppo impositivo.
Futura si sentì vibrare per l’emozione. Certo che voleva un figlio da Patrick! Certo che lo desiderava anche lei e questo gli rispose, sull’onda dell’entusiasmo, e lo pensava davvero.
Più tardi però, dopo aver fatto ancora l’amore, mentre cercava di nuovo di prendere sonno, fu colta da un po’ di inquietudine e si domandò:
«Saremo in grado? Saremo capaci veramente?»

Torino

La febbre lo coglieva sempre al momento di andare a dormire. All’inizio non l’aveva capito subito, pensava che fosse stanchezza. Credeva che tutto quel sudore e quella spossatezza fossero dovuti ai primi caldi. Ma poi il disturbo si era fatto più intenso, il disagio maggiore, la difficoltà a prendere sonno crescente. Ovviamente il giorno dopo si sentiva uno straccio, ma non poteva permettersi di fermarsi. Massimo gestiva una Casa di Accoglienza per donne in difficoltà, al mattino insegnava religione in una scuola superiore e nella restante parte del tempo si occupava dei due figli, Sergio e Caterina, che la sua ex moglie Ljuda gli aveva gentilmente scaricato quando era partita per la sua tournée come ragazza immagine nelle discoteche romagnole. La stagione estiva stava iniziando e i locali della riviera adriatica cominciavano a popolarsi di turisti. Ljuda sarebbe stata impegnata fino a settembre. Lui non si era opposto, sia perché in fondo era contento di tenere i bambini, sia perché era consapevole che gli introiti della moglie derivanti da quello squallido lavoro erano tuttavia necessari, anzi, indispensabili per continuare a foraggiare la famiglia, seppure divisa.
Così Massimo era da solo con i bimbetti, di quattro e tre anni, e si barcamenava con sempre maggiore difficoltà.
Che qualcosa non gli stesse andando per il verso giusto se n’erano accorte anche alcune volontarie che gli davano una mano nella Casa. Lo avevano visto veramente a terra. Gli avevano chiesto se stesse bene. Gli avevano fatto notare che era molto dimagrito, gli avevano domandato se mangiava a sufficienza.
Lui non ci aveva fatto neppure caso, anche perché raramente si curava di quello che ficcava in bocca. L’unica ragione per cui metteva in tavola pranzi e cene erano i suoi figli. Se non avesse avuto loro, il suo regime alimentare sarebbe stato ancora più disordinato.

Quarta di copertina
"Immagina di aver sognato" di Elena Genero Santoro, PubGold, 2016.

Futura e Patrick sono freschi sposini. La carriera di Patrick è in ascesa, la felicità è a portata di mano e le vacanze sono dietro l’angolo. Quale periodo migliore per concepire il loro primo un bambino?
L’incanto è rotto da Gualtiero, lo scriteriato padre di Patrick, che, incapace di onorare i propri doveri di genitore e di marito, affida ai giovani sposi Pietro, il figlio di due anni nato dal suo secondo matrimonio, e si dilegua subito dopo per un tempo indeterminato. Pietro si rivela da subito un bambino problematico e ingestibile e porta Futura e Patrick dritti filati all’esaurimento.
Le cose non migliorano quando, giunti in Italia, Futura e Patrick accettano di ospitare nella loro casa al mare anche Sergio e Caterina, i figli di Massimo che è gravemente ammalato.
La baraonda arriverà al punto limite quando sotto il loro tetto si troveranno anche Manuela, sempre alla ricerca del sogno romantico, Mac, il vicino di casa irlandese circondato da un alone di mistero e Claire, la collega di Patrick in via di redenzione, che dopo aver provato a fargli le scarpe una volta ora vuole dimostrare di essere cambiata.
E poi c’è un infermiere intransigente e burbero che assomiglia come una goccia d’acqua a un noto politico italiano…
Una commedia sentimentale, introspettiva, con una venatura ironica.

★★★★★

Il buon giorno di vede dal mattino, dicono, e un buon incipit e una copertina accattivante possono essere il perfetto bigliettino da visita di un libro.
Secondo voi, quante stelline si merita il biglietto da visita di questo libro?

Tutti i nostri incipit:




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