Gli scrittori della porta accanto

[Libri] "1976. L'urlo dell'Orcolàt" di Angélique Gagliolo, recensione di Silvia Pattarini

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1976. L'urlo dell'Orcolàt di Angélique Gagliolo, Panda Edizioni, 2015. Ieri il Friuli, oggi il centro Italia.  Devastazione, polvere, macerie, ma anche tanta speranza per trovare la forza di ricominciare.

Un salto nel passato, nel lontano 1976, per affrontare un tema purtroppo oggi più che mai d’attualità.
Elvira giovane maestrina friulana, trascorre un’esistenza serena, di buona famiglia con saldi principi morali, è appassionata di fotografia. Sua madre l’ha educata a non credere troppo nei sogni: per andare avanti è necessario un lavoro vero che garantisca il pane quotidiano.
Momentaneamente accetta l’incarico di insegnante, anche se in cuor suo quel lavoro non la entusiasma.
Suo padre, emigrato in Svizzera per lavoro, le manca parecchio: ogni venerdì attende una sua telefonata al bar del paese.
Una domenica mattina diserta la messa pur di inseguire la sua passione e si reca sul monte San Simeone a scattare qualche fotografia. Sulla montagna incontra Valerio, un amico d’infanzia che vive a Bologna e si rende conto di nutrire una grande simpatia per quel ragazzo, che, contrariamente a sua madre, la sprona a inseguire i suoi sogni, le sue passioni.
Un pomeriggio, mentre è nella sua stanza in soffitta a correggere i compiti, giunge cavernoso l’urlo dell’Orcolàt… e trema la terra.
Ieri in Friuli, come oggi in centro Italia.
Tutto è devastazione, polvere, macerie. Nel suo paese, Gemona, si contano i morti. Elvira finisce travolta dalle macerie ma miracolosamente si salva grazie all’intervento del padre che è corso in soccorso dalla Svizzera, mentre perde gli affetti più cari, la sua cara amica e tanti conoscenti.
La luce si spense d’improvviso, avvolgendo tutto nel buio. Solo un rumore lugubre, sordo, pauroso e tutto quello che fino a pochi secondi prima era famigliare divenne  uno spazio ignoto, in movimento incostante. Non c’erano più le rassicuranti pareti di casa, ma mostri sibilanti minacciosi.

C’è un prima e c’è un dopo. 

Il mondo fino a pochi secondi prima e il mondo due secondi dopo. L’esistenza di Elvira è lacerata e si intreccia inevitabilmente con altre vite, gente che ha perso la casa, gli affetti, il lavoro, la speranza.
C’è il momento del dolore.
Riuscirà Elvira a trovare la forza di ricominciare e inseguire le sue passioni? Incontrerà l’amore e troverà un poco di serenità? Sicuramente ci sarà da lavorare e ricostruire pietra su pietra, senza perdere mai la speranza.
A tratti m’è parso di scorgere le immagini dei telegiornali, le cronache trasmesse in questi giorni, oggi come ieri la triste storia si ripete. L’autrice Angélique Gagliolo si è dimostrata abile a imprimere su carta delle istantanee fotografiche.
Una storia emozionante decisamente attuale, a tratti commuovente, da leggere con attenzione. Una scrittura semplice e scorrevole, si percepisce a pelle il dolore, il senso di vuoto, il nulla che affligge l’animo umano all’indomani di una grande calamità naturale. Ma il messaggio di speranza che si percepisce tra le righe, merita di essere portato a conoscenza di un vasto pubblico, specialmente di questi tempi. La grande macina del tempo tritura le stagioni, tritura anche il dolore.
Consigliato a chi ama la storia, le storie d’attualità e le vicende di donne coraggiose.

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1976. L'urlo dell'Orcolàt

Nel 1976 il Friuli fu colpito da un terribile terremoto, che spezzò un migliaio di vite umane e frantumò case, fabbriche e chiese.
In questa devastazione i friulani non perdettero la propria dignità e si rimboccarono le maniche e con laboriosità ricostruirono i loro paesi, dando una nuova vita al Friuli.
In questo frangente è ambientata la storia di Elvira. Ce la farà?


di Angélique Gagliolo | Panda Edizioni | Narrativa 
ISBN 9788899091309 | cartaceo 8,46€  Acquista | ebook 2,99€

Silvia Pattarini
Diplomata in ragioneria, ama scrivere racconti e componimenti poetici, alcuni dei quali compaiono in diverse antologie. Partecipa a concorsi letterari di poesia, prosa e premi letterari per narrativa edita.
Biglietto di terza classe,  0111Edizioni.
La mitica 500 blu,  Lettere Animate.


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2 commenti
  1. Grazie davvero per la bellissima recensione! Hai saputo cogliere quello che volevo trasmettere e che mi ha accompagnato per tanti anni nel profondo.
    Solo una precisazione: il padre era immigrato in Svizzera. ;-)

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    Risposte
    1. hai ragione, scusa la gaffe, provvedo immediatamente a correggere!E' stato un enorme piacere leggere il tuo libro, mi ha tenuto compagnia in treno. Buon week end!

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