Gli scrittori della porta accanto

[Libri] "Il rumore del tempo che passa" di Antonio De Giovanni e Patrizia Fabbri, recensione di Elena Genero Santoro

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Il rumore del tempo che passa, di Antonio De Giovanni e Patrizia Fabbri, 0111 Edizioni, 2014. Un viaggio a Cuba per ricominciare, alla scoperta di una terra magica e della sua gente, ma anche alla riscoperta di sé. 

Il viaggio come metafora, il viaggio come esperienza formativa. Questo è il senso del libro di Antonio De Giovanni “Il rumore del tempo che passa. Romanzo che, per ammissione dello stesso autore, ha sicuramente qualche spunto autobiografico visto che il protagonista si chiama Antonio, è un medico, trascorre sei mesi a Cuba e alle fine di questi lascia il lavoro fisso per dedicarsi a Medici Senza Frontiere, esattamente come lui.
Questo il dato reale, sul quale si innesta la storia, il viaggio di quest’uomo che si trova in un momento di grande depressione. Il suo grande amore è finito (le cause e le circostanze verranno rivelate a metà libro e sono spiazzanti, in verità). Lui deve farsene una ragione. Deve capire se vuole continuare a vivere, se la sua vita può avere ancora un senso oppure se non c’è più un motivo valido per stare al mondo. A quel punto, decide di partire e di vivere una parentesi in seguito alla quale sceglierà se tornare alla sua vecchia esistenza oppure, chissà...
È l’inizio della sua avventura, il suo viaggio verso un posto dall’altra parte del mondo, che in realtà è un viaggio interiore molto profondo.
Antonio, a Cuba, non è interessato alle avventure erotiche. Gliene verranno propose alcune, ma lui le rifiuterà sempre, facendosi passare addirittura per omosessuale. 
In verità, Antonio non è interessato proprio a nulla
Ma una volta là si farà degli amici, il primo dei quali Raul, un anziano e saggio pescatore e uomo dalle mille sorprese e sfaccettature. 
Antonio entrerà in contatto con la realtà cubana, con il comunismo che ha chiuso la nazione al resto del mondo, ma che qualche beneficio l’ha anche portato, visto che la sanità e l’istruzione sono di ottimo livello. Si renderà conto che farsi fregare a Cuba, per lui che è un turista, è un attimo (per esempio quando una madre chiede soldi per il latte del figlio e in realtà li intasca lei), che la povertà è diffusa, ma anche che molti cubani, in fondo, apprezzano il regime. 

Alla fine si confronterà anche con la spiritualità, con la filosofia, dopo una intensa chiacchierata con Raul. 

Costui gli spiegherà i miti e gli dei della tradizione cubana ante cattolicesimo imposto e di come il comunismo, avendo cancellato il cattolicesimo, aveva riportato in auge proprio gli dei pagani. Questo colloquio servirà ad Antonio non solo come excursus culturale, ma soprattutto per dare un senso agli avvenimenti di cui è stato vittima. 
Intanto, nello scorrere dei mesi, leggerà il diario che Asia, sua moglie, gli ha lasciato. Questo sarà il modo, lento e inesorabile, che darà ad Antonio la forza di lasciarla  finalmente andare.
Un romanzo intenso, intimistico, a tratti filosofico, scritto con dovizia di particolari, che alterna in modo bilanciato ed equilibrato la descrizione di Cuba, dei suoi usi, costumi e tradizioni, ai sentimenti del protagonista
Lo stile è fluido, senza fronzoli e scorre liscio senza mai annoiare.
I temi trattati sono importanti, ma mai pesanti e inducono alla riflessione.
È uno di quei libri che confermano ciò che da tempo sappiamo: un libro scritto bene e con mano sicura non si trova solo nelle collane dei  grandi editori. Ne consiglio vivamente la lettura.

Il rumore del tempo che passa

Suicidarsi o partire per Cuba.
Giunto alla soglia dei cinquant’anni, Antonio si ritrova a un bivio. A spingerlo sull’orlo del baratro non è tanto una crisi di mezza età, non il timore di invecchiare o la certezza di aver varcato il confine che separa il tempo delle attese da quello dei rimpianti, quanto piuttosto l’incapacità di accettare di essere stato abbandonato dalla donna della sua vita.
Nonostante tutto, Antonio riesce a concedersi un’ultima chance: un viaggio a Cuba per staccare la spina e provare a ricominciare.
Ha inizio così un viaggio alla scoperta di una terra magica e della sua gente, ma anche un viaggio interiore che condurrà il protagonista alla riscoperta di sé.
Il rumore del tempo che passa è il racconto di un viaggio fisico, ma anche e soprattutto metaforico. È il racconto di un punto di rottura, di un dolore intollerabile, di un momento di sconforto a cui segue però un percorso di rinascita.

di Antonio De Giovanni e Patrizia Fabbri | 0111 Edizioni | Romance, Narrativa
ISBN 978-8863077247 | ebook 3,99€ | cartaceo 15,00€
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Elena Genero Santoro
Ama viaggiare e conoscere persone che vivono in altri Paesi. Lettrice feroce e onnivora, scrive da quando aveva quattordici anni.
Perché ne sono innamorata, Montag.
L’occasione di una vita, ebook Lettere Animate.
Un errore di gioventù, 0111 Edizioni.
Gli Angeli del Bar di Fronte, 0111 Edizioni.
Il tesoro dentro, 0111 Edizioni.
Immagina di aver sognato, PubGold.


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About Elena Genero Santoro

Il webmagazine degli scrittori indipendenti.
1 commenti
  1. Cuba è sempre un luogo carico di fascino :) La trama di questo libro mi ha fatto un po' pensare alle trame di Ozpetek, questi uomini e donne "adulti e vaccinati" che ad un certo punto della loro vita trovano il coraggio di cambiare...

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