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Recensione: La bambina con il fucile, di Susanna De Ciechi

Recensione: La bambina con il fucile, di Susanna De Ciechi

Libri Recensione di Tamara Marcelli. La bambina con il fucile di Susanna De Ciechi (@uxilia Books). Sullo sfondo della guerra civile in Sri Lanka, occhi spenti, cupi, senza fondo, come la disperazione. Gli occhi dei bambini.

Già dalle prime righe questo romanzo appare per quel che è: un concentrato di emozioni forti al limite dell’orrore. E non si smentisce fino all’ultima pagina.
Non è certamente un libro facile da leggere, occorre una forte dose di equilibrio emotivo e uno stomaco capace di assorbire veleni imprevedibili.
Nella prefazione scritta dal giornalista Davide Giacalone, si ha immediatamente la dimensione di quel che si vivrà poco dopo, pagina dopo pagina, un sentimento di rassegnazione all’orrore che non si può dimenticare.
Queste pagine si ficcano nella testa come una scheggia. La vita poi scorre, si può superarle e dimenticarle, ma non dura: tornano a farsi sentire. Susanna De Ciechi, La bambina con il fucile
Con prepotenza, con estrema forza, quasi fossero una pagina rimossa della nostra vita. Sì, perché la Storia universale, benché poco conosciuta, fin nei suoi meandri più reconditi, ha il potere di travolgerci inesorabilmente e inconsapevolmente. Perché siamo una parte del tutto, di qualcosa di più grande e che non possiamo evitare, neanche lo volessimo. Le distanze sono elastiche, ci avvicinano e ci allontanano dal buio, ma quel buio è sempre, in qualche modo, presente. Anche in prospettiva. Così accade che piccole storie si confondano nella storia più grande, come in una matriosca, con particolari che prendono vita e illuminano, seppur per pochi attimi, le nostre esistenze sul mondo.

Come dei flash improvvisi, eventi in parti sconosciute della terra, le piccole storie si fanno grandi e ci investono di emozioni spesso, purtroppo, devastanti. 

Allora accade che ci immedesimiamo, che proviamo a mettere le nostre esistenze nei panni, scomodi, di altri individui, sconosciuti, lontanissimi, ma così simili a noi almeno nell’anima.
E l’anima del mondo, si dice, sia in ognuno di noi, in quel bambino che custodiamo gelosamente e di cui abbiamo più o meno consapevolezza.
Per questo motivo alcune storie ci toccano più nel profondo rispetto ad altre. È il caso di questo libro. Un romanzo i cui protagonisti sono soprattutto i bambini, piccole anime tra l’orrore e la speranza.
Sullo sfondo della guerra civile in Sri Lanka, in un ventennio di tragedie umane e drammi senza fine, si muovono i personaggi di questa storia. Tanti, tutti che si intersecano a più riprese tra polverosi agglomerati umani, che di umano finiscono per avere solo il ricordo. Immagini che sembrano formarsi, prendere vita tragicamente tra le pagine e non voler più andare via, affezionate, forse, alla nostra pietà. Al nostro sbigottimento.

L’odore del sangue che traspira dal racconto, parola dopo parola, il terrore, la paura, l’orrore che blocca il respiro e l’incredulità. 

Sembra non sia possibile, ma quel che si legge ha un fondo di verità, la storia è una sorta di resoconto di eventi realmente accaduti, trascritti dall’autrice dopo averli appresi dagli stessi protagonisti.
Così il dottor Max, che tanto ha fatto e che con la sua caparbietà continua a fare con @uxilia, una onlus di volontari nell’ambito della cooperazione internazionale, è una persona reale, un medico. Così leggiamo nel libro le sue avventure tra le Tigri Tamil, nel post tsunami, nel suo viaggio verso la guerra, dei suoi incontri con personaggi ambigui, persi, senza umanità. E di quelli con personaggi straordinari che riescono ad illuminare una strada buia tra milioni di strade accese.
«Quando ho smesso di raccontare ho capito che potevo ribaltare la mia vita, lavorare contro la sofferenza.» Così Max descrive gli attimi dell’incontro con Madre Teresa di Calcutta. «Bambini, sono solo bambini...»

In realtà le atrocità che leggiamo sono talmente tante e terribili che il mondo sembra essersi capovolto.

Non solo la guerra, lo tsunami, il lavoro minorile, gli orfanotrofi e i riformatori, il traffico di organi, le bombe umane per gli attentati e soprattutto le consuetudini orribili tragicamente radicate nella cultura di un popolo, sono pennellate di un quadro che rappresenta l’inferno.
[...] è difficile sradicare abitudini che hanno radici nelle tradizioni tribali… devi prendere atto della situazione e basta. Qui il trenta percento dei bambini maschi e il venti percento delle femmine al di sotto dei cinque anni è già stato stuprato. Susanna De Ciechi, La bambina con il fucile

E glielo leggi negli occhi. Spenti, cupi, senza fondo. Come la disperazione.

Lì non c’erano matite per colorare e neppure fogli di carta per disegnare. A quei bambini avevano tolto anche la fantasia. Susanna De Ciechi, La bambina con il fucile
I bambini diventano soldati di una guerra terribile: «I bambini si trasformano in carnefici. È una catena che non finirà mai».

Lo Sri Lanka era chiamato la Terra del latte e del miele, una volta. Ora è quel che resta di terrore e guerra civile. 

Divenne la terra dei dolori indescrivibili, del dolore delle madri.
A volte i bambini sparivano, senza un motivo. Entrava un soldato nella cella, li prendeva e andava via. Finito. Non eri più madre e non ti dovevi lamentare. Susanna De Ciechi, La bambina con il fucile
Un libro estremamente realistico, un concentrato di orrore e impensabili crudeltà. La sua forza dirompente sta nella storia, nella capacità della scrittrice, Susanna De Ciechi, di “permettere” al “contesto” di emergere e sovrastare i vari personaggi che si muovono vorticosamente in vicende più grandi di loro.

Scrittura scorrevole, a tratti cruda, impeccabile. Tema forte. Ottima prova letteraria.

Il finale dà speranza, ma è difficile lasciarsi alle spalle l’orrore. Ci segue inesorabilmente. Non si riesce a smettere di “vedere” quegli occhi.
I bambini sono bambini in ogni angolo di mondo. Non dovrebbero soffrire mai.
Evitare loro i dolori dovrebbe essere il nostro compito primario. Perché è su di loro che pesa il futuro della nostra umanità e noi abbiamo l’obbligo di aprire loro strade di fiori e di luce e non di bombe e guerre.
Tutto per un sorriso.
I bambini non dovrebbero soffrire mai.
La loro disperazione, il loro dolore, sono l’anticamera dell’inferno.


La bambina con il fucile

di Susanna De Ciechi
@uxilia books
Narrativa non-fiction | Biografia
ISBN 9788894211603
cartaceo 15,50€
ebook 4,90€

Quarta

La bambina con il fucile racconta la storia di una bambina-soldato. Oggi i bambini-soldato sono presenti in tutti i conflitti in atto e il loro numero non è quantificabile. Spesso sono strappati alle famiglie per essere addestrati e inviati sui campi di battaglia. Come nel caso di Pratheepa, la giovane tamil di cui narra il libro.
Il romanzo prende ispirazione da una storia vera, attuale, che in qualche modo riguarda ciascuno di noi anche se lo scenario in cui è collocata è molto lontano dalla nostra realtà. Le vicende narrate si svolgono nello Sri Lanka dilaniato dalla guerra civile, in un periodo che parte dal 2000 per arrivare ai giorni nostri.
Pratheepa, quindici anni, è a scuola quando i guerriglieri tamil la rapiscono per addestrarla e costringerla a combattere nelle loro fila. La scolara si trasforma ne La bambina con il fucile, è torturata e, per sopravvivere, diventa un cecchino, una pedina nel gioco della guerra. Ferita a un braccio, non può più muoverlo, tuttavia continua a combattere lanciando granate. I ribelli tamil perdono la guerra e Pratheepa finisce in carcere. Nel frattempo un medico italiano, Massimiliano Fanni Canelles, in missione per verificare la situazione dei bambini resi orfani dallo tsunami, scopre una realtà perfino peggiore: seguendo usi ancestrali ormai fuori legge, ancora troppi adulti violentano i bambini, anche in famiglia. I piccoli sono carne da macello senza diritti e senza difese. Grazie al suo intervento e a quello dei volontari di @uxilia onlus, Pratheepa e tanti altri bambini potranno avere una seconda occasione.
Susanna De Ciechi ha scritto la storia di Pratheepa ispirandosi ai racconti di Massimiliano Fanni Canelles, di Laura Boy, presidente e vicepresidente di @uxilia Onlus, e di altri volontari che hanno avuto una parte nelle vicende di Pratheepa, la bambina-soldato tamil. Quella raccontata in questo libro è una storia vera.
I diritti della vendita di questo libro saranno interamente devoluti a sostegno delle attività di @uxilia Onlus.


Tamara Marcelli


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