Gli scrittori della porta accanto

[Libri] “Pastor che a notte ombrosa nel bosco si perdé…” di Lodovica San Guedoro, una storia d’amore non convenzionale, presentato al Premio Strega 2017

Pastor-che-a-notte-ombrosa-nel-bosco-si-perdé

Pastor che a notte ombrosa nel bosco si perdé…

di Lodovica San Guedoro
Felix Krull Editore 
Romance, Narrativa
Ean 9783939901204
cartaceo 17,56€ |   Disponibile agli inizi di marzo

Pastor che a notte ombrosa nel bosco si perdé... racconta con un tono sommesso, delicato e poetico, di sorprendente sincerità, una storia d’amore del tutto non convenzionale, nata in autunno tra una scrittrice non più giovane e sposata e un conducente della U-Bahn, ancora giovane e sposato, fuggito, ragazzo, dalla Bosnia in guerra.
Lei è atea, lui maomettano, lei è colta, lui non lo è, lei è emancipata, lui in bilico tra retaggio e modernità.
Per quanto li accomunino freschezza di spirito, giocosità e trasgressività vitalistica, per quanto siano fortemente attratti l’una dall’altro, arrivare a una fusione delle anime, che consenta loro di raggiungere un’unione fisica, si rivela perciò un’avventura molto intricata, un’impresa piena di peripezie, di equivoci, di dolori, di felicità e di colpi di scena.

Camminavo per un viale alberato. Dai platani cadevano volteggiando le foglie, per terra ce n’era già un lunghissimo tappeto. Mentre rasentavo il recinto di un piccolo giardino, si era sollevata, inattesa e improvvisa, una fragranza di terra umida e di fresca erba tagliata… così viva! Chiudendo gli occhi, avrei potuto credere che fosse primavera. Li avevo chiusi; petali rosei, le palpebre erano state per un attimo barriera alla legge del tempo. Era primavera. Un sussulto al cuore, un’irragionevole trepidazione… Ma proprio in quello stesso, stravagante momento, un altro odore, un sottile odore di mele fermentate era venuto a ferirmi le narici… Un attimo, quanto era bastato per avvertirmi che il tempo ha la stolta abitudine di andare solo in avanti e mai si concede inversioni. Avevo riaperto gli occhi con un capogiro come d’ebbrezza, stentando a capire dov’ero e che stagione era. Era uno dei primi giorni di settembre.
[...] A fare incontrare i nostri occhi e incrociare le nostre parole, ora lo dico, era stato un cane. A vedere però più audacemente, più spregiudicatamente, anche l’inizio grottesco della storia era il segno della sua eccezionalità, indicava che sarebbe stata una storia unica, senza raffronti…
Ero arrivata quasi all’altezza del Lotto Laden… Ma sul marciapiede un tipico caso di ostruzione mi aveva fatta fermare: passanti si assiepavano intorno a un cane… Un turbinìo di figure con volti scialbi, ottusi e comuni. Sempre le stesse disgustose scene! Quante volte non mi ero già irritata con cani e padroni! Pane quotidiano per me. E anche quella volta non avevo potuto farne a meno. Ero andata in cerca di un testimone con cui sfogare la mia indignazione e la mia pena. Lo facevo spesso, e raramente ne trovavo uno all’altezza. Ma, quella volta, invece, ce n’era uno, in piedi contro il muro del Lotto Laden, che avrebbe curiosamente mostrato di comprendere. Era molto giovane, ma non lo notai subito. Nel primo attimo fu solo una figura qualunque della strada. Si stava fabbricando una sigaretta.
[...] Tra noi un abisso di anni, di esperienze, di cultura… Ma Amore, a quanto pare, è il più spericolato, fantastico funambolo e sa saltare i crepacci con grazia…

L'AUTORE

Lodovica-San-Guedoro
Lodovica San Guedoro , autrice di numerose pubblicazioni per la Felix Krull, casa editrice bilingue che ha sede a Monaco di Baviera, per il secondo anno consecutivo è nella longlist del Premio Strega.
Felix Krull Editore si pregia di annunciare che, dopo aver partecipato nel 2016 allo Strega e al Viareggio con “L’allegro manicomio” di Lodovica San Guedoro, si ripresenta alle edizioni in corso degli stessi con Pastor che a notte ombrosa nel bosco si perdé…, l’ultimo romanzo di questa sua autrice di punta.
Questa cronaca d’amore non è soltanto, come tutte le opere della San Guedoro, un capolavoro di stile e di poesia, ma fa sua una problematica finora mai trattata con pari acuta compenetrazione in letteratura: lo scontro fra l’archetipo maschile e il tentativo femminile di superarlo
Assistiamo al dipanarsi di una drammatica e appassionante vicenda, descritta con elegante precisione e mirabile franchezza, i cui attori sono una scrittrice italiana e un giovane bosniaco mussulmano, lei travolta da un forte amore e lui innamorato ma incapace di esprimere i propri sentimenti, due esseri che, superando le grandi differenze di cultura e di età, si trasfigurano prodigiosamente sempre di nuovo in giocosi fanciulli.


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