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Ugo Foscolo e la funzione sociale della letteratura

Ugo Foscolo e la funzione sociale della letteratura

Professione scrittore Di Tamara Marcelli. Ugo Foscolo: vocazione poetica, innata passione per la letteratura, capace di mediare tra passioni disgregatrici e ideali di concordia di un popolo.

Tu non altro che il canto avrai del figlio,
O materna mia terra.
Ugo Foscolo
Ugo Niccolò Foscolo nacque a Zante (l’antica Zacinto), una delle isole Ionie, il 6 febbraio 1778, da padre veneziano, un medico di nome Andrea, e madre greca, Diamantina. Frequentò il seminario arcivescovile a Spalato, in Dalmazia, dove la famiglia si era trasferita per il lavoro del padre.
La morte improvvisa del padre, avvenuta nel 1788, causò alla famiglia gravi difficoltà, costringendo la madre a chiedere il supporto dei parenti. Così, dopo un primo rientro nell’isola di Zante dalla zia materna Giovanna, si stabilirono definitivamente a Venezia nel 1792.
Qui, il giovane Foscolo riuscì ad assicurarsi, nonostante le difficoltà economiche, un corso di studi e la frequentazione degli ambienti culturali della città.

La sua padronanza con la lingua greca più che con l’italiano e il suo carattere particolare, spesso scontroso e aggressivo, non gli impedirono di essere ammesso presto nei salotti dell’aristocrazia.

In quel periodo iniziò la sua vocazione poetica, agevolata oltre che da una innata passione per la letteratura, dagli studi e dalla lettura dei classici greci, latini e italiani. Si affacciò, inoltre, alle esperienze settecentesche, leggendo i grandi illuministi come Rousseau.
Nel 1796 pubblicò la sua prima composizione poetica e frequentò l’università di Padova, legandosi ai circoli rivoluzionari dell’epoca.
Nel 1797, dopo la rappresentazione al Teatro Sant’Angelo della sua tragedia Tieste, caratterizzata da un certo furore libertario che gli causarono il sospetto del governo veneto, fuggì a Bologna dove pubblicò l’ode A Bonaparte liberatore. Vicino alle tesi francesi, si ritrasferì a Venezia poco dopo, quando si instaurò un governo rivoluzionario. Ma il disinganno arrivò presto, con il Trattato di Campoformio con cui i francesi di Napoleone cedevano Venezia all’Austria.

Fortemente deluso, partì in esilio e si recò a Milano dove conobbe letterati di notevole spessore come Parini e Monti. 

Collaborò alla redazione del Monitore italiano pubblicando articoli a difesa di una visione patriottica e italiana della rivoluzione. I francesi costrinsero il giornale alla chiusura e Foscolo tornò a Bologna dove cominciò la stampa delle Ultime lettere di Jacopo Ortis che vennero pubblicate nel 1802.
Nel 1804 partecipò, con il grado di capitano, alla spedizione di Napoleone contro l’Inghilterra.
Rimase a Calais, Valenciennes e Boulogne-sur-mer, fino al 1806, dedicandosi alle traduzioni dal greco dell’Iliade e dall’inglese del Viaggio sentimentale di Sterne.
Dopo un breve soggiorno a Parigi, dove conobbe Alessandro Manzoni, tornò a Milano, regalandosi un breve viaggio a Venezia per trovare la madre. In questo viaggio nacque in lui l’idea di comporre Dei sepolcri, che pubblicò nel 1807.

Nel 1808 ottenne la cattedra di Eloquenza all’Università di Pavia. 

Il 22 gennaio 1809 inaugurò il suo corso con la lezione “Dell’origine e dell’ufficio della Letteratura” che ebbe un enorme successo.
Nel 1816, dopo alcune difficoltà personali ed economiche, nonché di rottura verso gli austriaci, si trasferì per un periodo in Svizzera, a Zurigo, e poi a Londra, dove terminò i suoi giorni il 10 settembre 1827.
Parea verecondo, perché non era né ricco né povero.
Forse non era avido né ambizioso, perciò parea libero.
Ugo Foscolo

L’opera di Foscolo è caratterizzata da una continua ricerca di assolutezza e tratta temi molteplici, tra i quali la compassione, il sepolcro come simbolo della continuità tra vivi e morti, la patria, l’amore, l’amicizia, la bellezza, l’armonia.

Seppur presentati come illusioni, non trovando alcun fondamento oggettivo nella natura, la quale appare al poeta come indifferente ai desideri e alle passioni umane. Le illusioni per Foscolo rappresentano delle scelte personalissime in cui cercare consolazione e alle quali attribuisce un valore sociale. L’illusione primaria che riassume in sé tutte le altre è rappresentata dall’Arte e in particolare dalla Poesia, che ha il potere di trasformare le illusioni soggettive in una forza impressa nella collettività. Per tramite dell’Arte, sarà possibile quindi superare i conflitti sociali.
Illusioni! Ma intanto senza di esse non sentirei la vita che nel dolore,
o nella rigida noiosa indolenza.
Ugo Foscolo

Nelle società più sviluppate le lettere «ministre delle immagini, degli affetti, della ragione dell’uomo» hanno una funzione di “persuasione” fondata sulla verità, carattere imprescindibile cui il Foscolo attribuisce un valore intrinseco. 

Il letterato «deve far conoscere ed amare la verità eccitando passioni e fantasmi», inserendosi nel più complesso sistema di equilibrio sociale tra oppressori e oppressi, padroni e leggi, con il compito di «dire il vero».
Nell’orazione inaugurale del suo corso presso l’Università di Pavia “Dell’origine e dell’ufficio della letteratura” del 22 gennaio 1809, si intravede chiaramente questa funzione sociale attribuita dal Foscolo alla Letteratura. Da segnalare inoltre le lezioni scritte: ”Lezioni su la letteratura e la lingua” e “Della morale letteraria”, in cui partendo dall’origine storica del linguaggio, sviluppa la sua teoria sull’importanza della Letteratura per la collettività, della sua capacità di mediare tra passioni disgregatrici e ideali di concordia ed equilibrio, portando allo sviluppo delle facoltà morali e intellettuali di un popolo.
Elementi della società furono, sono e saranno perpetuamente il principato e la religione; e il freno non può essere moderato se non dalla parola che sola svolge ed esercita i pensieri e gli affetti dell’uomo.
Ugo Foscolo

L’estrema attualità del Foscolo è evidente sia nelle tematiche affrontate sia nella sua personalissima teoria dell’arte come risolutrice dei rapporti sociali. 

Una rilettura attenta delle opere di questo immenso letterato italiano dell’ottocento, potrebbe, forse, aiutare una società inquieta e in balìa delle mutevoli condizioni economiche mondiali, a superare i tremendi contrasti e a raggiungere un qualche auspicabile equilibrio. Ritornare alla verità sembra, ancor oggi, l’unica chiave per aprire le porte di un futuro altrimenti, quantomeno, instabile.
Tutto quello che è deve essere,
e se non dovesse essere, non sarebbe.
Ugo Foscolo

Tamara Marcelli


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