Gli scrittori della porta accanto

[Libri] Emanuele Rizzardi racconta "L'ultimo Paleologo" nell'intervista di Elena Genero Santoro

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In anteprima L'ultimo Paleologo di Emanuele Rizzardi, Cavinato Editore, 2017. Un romanzo storico ambientato nel Caucaso del Quattrocento, durante l'assedio di Costantinopoli.



Emanuele-Rizzardi-L-ultimo-Paleologo
L'ULTIMO PALEOLOGO
di Emanuele Rizzardi
 Cavinato Editore
Romanzo storico
ISBN 978-88-6982-519-4
cartaceo 21,25€
ebook 5,99€

1453, Ancona. Quattro galee italiche prendono il mare per soccorrere Costantinopoli, assediata dal geniale e terribile sultano Maometto II. Chi le comanda è Alessio, bastardo della casata dei Paleologi, di ritorno a casa dopo un lungo esilio a causa di un turpe delitto.
Dopo aver umiliato le navi dell’ammiraglio turco Baltoglu, Alessio sperimenta la durezza dell’assedio e gli attriti fra occidentali e bizantini in una città agonizzante e prossima alla capitolazione.
Nella disperata ricerca di alleati, il basileus Costantino XI lo invierà nel Caucaso, presso il regno di Georgia, per portare a compimento una promessa matrimoniale rimandata troppo a lungo. Inseguito da vecchi nemici in cerca di vendetta, giungerà alla corte del duca di Kutaisi dove prenderà parte alla lunga e intricata guerra civile per conquistare il trono di ""Re dei Re"", signore di tutta la Georgia.

L'autore racconta


Emanuele-Rizzardi
Raccontaci qualcosa di te: chi è Emanuele Rizzardi nella vita di tutti i giorni?
Ormai da anni sono un impiegato commerciale per una piccola azienda della provincia di Milano, nel settore software.
È un lavoro che chiaramente non è niente a che fare con quanto ho pubblicato. La mia passione letteraria nasce da prima, durante l’adolescenza anche se nella vita lavorativa e scolastica mi sono sempre occupato di altro, vuoi per caso, vuoi per scelta, vuoi perché ho sempre cercato qualcosa di maggiormente concreto a livello professionale.

Questo è il primo romanzo che pubblichi?

Esattamente, è il mio primo romanzo. In passato ho scritto, come “gioco letterario” in lungo e in largo, sempre rimanendo nell’ambito storico. Quest’Opera è la prima in cui mi sono impegnato tenacemente per avere un risultato abbastanza soddisfacente da essere pubblicato. Dopo aver svolto il lungo e certosino lavoro di stesura e correzione, ho contattato alcune case editrici con la speranza di ottenere un’offerta commerciale.
Fra le molte ho scelto la Cavinato Editore che ancora ringrazio per avermi dato fiducia in questa opportunità.

Veniamo al libro, “L’ultimo Paleologo”. Com’è nata l’idea?

La mia passione per il medioevo, in particolare per l’area balcanica, mediorientale e caucasica, mi accompagna da molti anni, fin da quando frequentavo ancora la scuole superiori, leggendo saggi e romanzi a tema per interesse personale.
Mi aveva sempre attratto sopra ogni cosa l’ultima battaglia dell’impero bizantino, quella dell’assedio di Costantinopoli del 1453. Inizialmente il romanzo doveva essere incentrato solamente sul quell’evento e terminare tragicamente. Tuttavia, già durante la prima stesura ho voluto ampliare il periodo trattato ed abbracciare un ventaglio maggiore di eventi, concentrati nel regno caucasico di Georgia.
Questi sono alla fine diventati il corpo principale dell’Opera e hanno permesso che diventasse ciò che è ora.

È un romanzo storico. Ci racconti di che cosa parla?
Il romanzo segue la storia di Alessio, bastardo della casa dei Paleologi, che ritorna a Costantinopoli dopo un lungo esilio, per partecipare all’ultima, disperata difesa. Conscio di non poter resistere, il basileus lo manderà a cercare alleati nel regno georgiano, legato alla sua casata da un importante matrimonio dinastico. Una volta arrivato però vedrà crollare il sogno di ottenere supporto e sarà suo malgrado invischiato in una guerra locale per il controllo del trono del “Re dei Re”, signore di tutta la Georgia. Inizialmente una pedina nelle mani del potente duca di Imerezia, saprà trovare la sua strada in questa nuova “casa”.

Qual è il target a cui ti rivolgi? Che tipo di lettori ambisci a conquistare?
Ho fatto in modo che, pur essendo il romanzo ambientato in un contesto particolarissimo, possa essere tranquillamente fruito dal grande pubblico, senza troppe conoscenze storiche. Spero che possa piacere ad un pubblico molto variegato, indipendentemente dall’età, dagli interessi e dalle tipologie di libri normalmente letti.
Certo, il fatto che sia un romanzo storico presuppone comunque un certo attaccamento alla Storia ma sono sicuro possa rivelarsi piacevole e interessante per chiunque.

Quanto ti ha coinvolto intimamente la stesura di questo romanzo? C’è qualcosa di autobiografico?
Normalmente tendo a cercare di non immedesimarmi troppo nei miei personaggi. Ognuno deve avere un suo carattere preciso e coerente, che evolve a seconda delle vicissitudini percorse. Inserire quello che fare io, che penso io come uomo moderno, a parer mio non porterebbe niente di buono. Anche se, lasciando uno spiraglio aperto, potrei dire di aver inconsciamente inserito una parte di me in ogni personaggio.
Di biografico c’è comunque la mia grande passione per i luoghi in cui è ambientato che ho descritto con cura, tenendoli più possibile vicini alla realtà del tempo.

Ambienti il romanzo ad Ancona nel 1453. Per questa ambientazione dovuto svolgere delle ricerche?
Assolutamente. Le ricerche per la parte costantinopolitana sono relativamente semplici, visto l’abbondanza di fonti che ci sono state tramandate e si possono avere dettagli molto interessanti sia sugli ambienti, sulla storia e perfino sulla psicologia delle persone del tempo. La parte georgiana, invece, è stata più difficoltosa nella sua ricerca, vuoi per la penuria di materiale, vuoi per le difficoltà anche linguistiche (i testi sono praticamente solo in inglese o tedesco). Sono comunque sicuro di essere riuscito a fare una ricerca valida che mi ha permesso di dare al romanzo un’impronta storica coerente, pur lasciando ampio spazio alle infiorettature.

C’è qualche messaggio particolare che speri di comunicare attraverso questo romanzo?
Il romanzo, pur ambientato molto lontano da noi a livello temporale, ha sicuramente molti messaggi sui quali possiamo riflettere.
Sicuramente uno dei temi principali è la crescita della persona a seconda degli eventi ai quali assiste e di conseguenza il suo adattamento ad essi. Si parla poi di rapporti complicati con le proprie azioni passate e i tentativi di guardare avanti, traendone qualcosa di positivo.
I temi del conflitto, del riscatto, accettazione, opportunismo dell’uomo e del suo tentativo di realizzare i propri desideri sono fortemente presenti. Ci sono anche tematiche sociali fortemente attuali come il fanatismo religioso e la convivenza fra gruppi diversi.

Il finale chi l’ha deciso? Tu o i tuoi personaggi?
A livello di trama generale, il finale ho seguito quello che la Storia ci ha lasciato, anche se ho dato una mia personale impronta per rendere tutto un po’ più gradevole e interessante per il lettore. Per quanto riguarda i singoli personaggi, molti hanno una “fine” che è influenzata dalle loro azioni durante tutta la storia, perciò in quel caso sono stati loro a decidere come e quando segnare l’ultimo punto.

Grazie per essere stato con noi, Emanuele. In bocca al lupo per i tuoi progetti futuri.

È stato un piacere!
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Elena Genero Santoro
Ama viaggiare e conoscere persone che vivono in altri Paesi. Lettrice feroce e onnivora, scrive da quando aveva quattordici anni.
Perché ne sono innamorata, Montag.
L’occasione di una vita, Lettere Animate.
Immagina di aver sognato, PubGold.
Un errore di gioventù, 0111 Edizioni.
Gli Angeli del Bar di Fronte, 0111 Edizioni.
Il tesoro dentro, 0111 Edizioni.



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