Gli scrittori della porta accanto

[Libri] Tiziana Viganò presenta "L'onda lunga del Titanic" nell'intervista di Tamara Marcelli

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In anteprima L'onda lunga del Titanic, di Tiziana Viganò, Macchione, 2017. Un'architetto dei giorni nostri sulle rive del lago di Como e un'irlandese innamorata in viaggio sul Titanic: due donne unite da misteriosi ricordi.


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L'ONDA LUNGA DEL TITANIC
di Tiziana Viganò
Macchione Editore
Romanzo storico
ISBN 978-8865703953

Cosa può legare una donna moderna, architetto di successo, con il ricordo di un’altra vissuta oltre cent’anni fa, morta per amore sul Titanic?
Misteriose vie del ricordo uniscono gli avvenimenti del romanzo in una doppia storia d’amore ambientata oggi sulle rive del lago di Como, a Varenna, in un’estate profumata da cascate di rose bianche in fiore.
Un diario della donna irlandese realmente esistita, Mary Mullin, racconta la struggente storia d’amore con Denis Lennon fino all’affondamento della mitica nave in quel lontano 15 aprile 1912: ritrovarlo aiuterà Clara ad ascoltare il suo cuore, capire quello che davvero desidera dalla vita e a scegliere il meglio per sé senza rinunciare alla sua passione artistica né al suo amore.
L’onda lunga del Titanic raggiunge i giorni nostri e, grazie alla precisa documentazione storica che supporta il flashback creato dalla scrittrice, ci immerge di nuovo in quell’atmosfera magica e fatale: una storia intramontabile, che è diventata un simbolo universale.


L'autore racconta



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Nelle prime pagine di questo bellissimo romanzo il lettore viene immerso in un clima particolare, che rimarrà addosso per tutta la storia. L’ambientazione nello splendido lago di Como, i paesaggi di Varenna, non sono una scelta casuale. Puoi dirci cosa rappresentano per te?
Ho voluto concludere la trilogia sulle donne con un romanzo sulla bellezza dell’amore e quindi avevo bisogno di un luogo magico, che portasse il lettore e la lettrice subito in un’atmosfera adatta. Nei miei libri descrivo sempre accuratamente i luoghi: mi piace che il lettore li veda proprio, si senta immerso, ne immagini i profumi e i colori. In questo libro ho voluto mostrarli anche materialmente con un bellissimo servizio fotografico di Chiara Chizzini, fotografa professionista (e anche mia figlia!)
Varenna è per me un “luogo del cuore”: al centro del lago di Como, dove si biforcano i due rami, la punta di Bellagio e quel piccolo borgo intatto costituiscono un insieme di bellezze come raramente si vedono. Credetemi, è uno dei luoghi più incantevoli del Nord Italia e dell’Italia intera, vi consiglio di fare una vacanza, e fermarvi, come ho fatto io, che torno spesso perché non è lontano da casa mia. Nel libro descrivo anche la Festa di San Giovanni a giugno, che aumenta ancora il fascino dei luoghi, con eventi spettacoli luci e fuochi sull’acqua…penso che dopo aver letto il libro non avrete dubbi! 

La protagonista Clara viene subito presentata durante un suo momento difficile, ad un passo dal matrimonio. Un tradimento scoperto, la crisi di una coppia moderna in cui, anche dopo anni di vita insieme, i due si accorgono di non amarsi più. Una rottura che rappresenterà il momento prima della rinascita. Cosa hai voluto comunicare?
Clara e il suo fidanzato vivevano una routine da vecchia coppia concentrata più sulla carriera, pur di successo, che su una buona relazione dove l’amore non può mancare: la protagonista vive lo shock del tradimento e del rifiuto più con rabbia che con dolore, è ferita, ma ha ancora il cuore aperto alla possibilità di amare e così arriva il cambiamento, un colpo di fulmine che porterà nuova vita e nuove possibilità.

La casualità degli incontri. Secondo te esiste il destino? 
A volte si verificano coincidenze strane e particolari nella vita, chiamiamolo pure “destino”, ma perché succedano eventi significativi bisogna essere aperti ad accogliere i segnali: chi vive nella rabbia o nel rancore, chi ha chiuso la porta ai sentimenti per paura di soffrire, chi ha avuto esperienze negative (ma chi ne è immune?) e rimane ancorato a quelle, chi non riesce a superare il dolore vedendo la possibilità di esperienze diverse…difficilmente saprà cogliere quei momenti che lo/la portano a rinascere. Non li vede, non li sente, non li prova. Chi ha paura dell’amore non lo troverà, o lo troverà nella persona sbagliata. Il “destino” è un’alchimia sottile, dove gli ingredienti devono unirsi e fondersi: solo se sono compatibili accade la magia della trasformazione dal piombo all’oro.

Il tuo romanzo è pervaso da un’aura di magia. Tutto ruota intorno al ritrovamento di un baule antico che custodisce preziosi tesori della memoria. Il baule della nonna rappresenterà un punto di riflessione, uno scrigno in cui immergersi per ritrovare se stessa. Per fare la scelta “giusta”. Quanto sono importanti le proprie radici? Hanno un ruolo nella propria evoluzione personale?
Il “baule della nonna” è, proprio come tu hai ben colto, il simbolo di quelle esperienze famigliari che si tramandano di madre in figlia, il ricordo, il tesoro nascosto nella psiche. Ritrovarlo e aprirlo è entrare nel profondo, nella memoria inconscia che tutto sa, ritrovando il proprio Sé. Un albero con poche e deboli radici si sradica facilmente al primo colpo di vento: se le radici sono solide solo il fulmine potrà abbatterlo. Così noi: una famiglia che si nutre d’amore resiste a tutto e rinasce dalle difficoltà. Clara, la mia protagonista, ha proprio questa fortuna, i suoi modelli sono positivi e lei stessa lo è. Vive una vita bella e piena di soddisfazioni: si trova davanti una scelta molto importante che dapprima la mette sottosopra, è confusa e piena di dubbi, ma saprà scegliere il meglio, senza rinunciare alla sua arte né al suo amore, ma trovando quella via che mette in primo piano quello che il suo modello famigliare le ha insegnato: l’amore.

La storia della protagonista si intreccia delicatamente con quella tragica del Titanic, il famoso transatlantico affondato nell’oceano Atlantico il 15 aprile 1912. Da dove nasce l’interesse per un evento così drammatico? Cosa ti ha spinta a raccontare la storia dei due innamorati irlandesi Mary e Denis, che potremmo definire i moderni Giulietta e Romeo?
Avevo in mente la trama della storia di Clara e Giorgio la coppia moderna, professionisti di successo: cercavo un “deus ex machina” che risolvesse i dubbi di Clara. Durante una conferenza di Claudio Bossi, un carissimo amico che è uno dei più importanti esperti internazionali del Titanic, ho avuto l’idea. Gli ho chiesto se ci fosse una bella storia d’amore sulla nave e lui mi ha detto dove trovare nei suoi libri la storia di Mary e Denis. Struggente, ma affascinante: Giulietta e Romeo irlandesi, giovanissimi, fuggirono per amore, attraversarono l’Irlanda e si imbarcarono per l’America, purtroppo sulla nave sbagliata, avrebbero dovuto salire sul Celtic, ma la compagnia cambiò col Titanic. Erano migranti poverissimi, di terza classe, ben diversi dai protagonisti del famoso film di Cameron. Il Titanic è un mito, ma anche un luogo dove fu rappresentato il bello e il buono dell’umanità, i vizi e le virtù, il mistero, l’oscurità ma anche la luce: per questo dopo cent’anni ancora ci seduce.

Le foto e i dettagli hanno indubbiamente impreziosito un libro già di per sé ricco di particolari che attirano il lettore e lo tengono concentrato sulle vicende che via via scorrono con le pagine. Quanto è stata importante la ricerca storica nella stesura del romanzo? 
Sicuramente fondamentale per dare un’ambientazione perfetta di quello che era il Titanic visto dalla terza classe. Con la fantasia ho dato vita, pensieri e sentimenti ai miei personaggi realmente esistiti, ma li ho fatti muovere secondo la storia, i luoghi, la cronologia che ho studiato sui libri di Claudio Bossi. Poi, ovviamente gli ho fatto controllare tutto, così posso dire che il quadro è davvero aderente alla realtà dei fatti storici.

Uno di questi dettagli che colpiscono il lettore attento è sicuramente la presenza delle rose. Il loro fascino e il loro profumo sembrano permeare l’intero romanzo. Qual è il tuo rapporto con le rose? Hanno un significato preciso per te? 
Quando descrivo l’ebbrezza olfattiva e visiva di Clara immersa nel profumo di quei fiori… beh, quella sono proprio io. Adoro i fiori, tutti, ma le rose… soprattutto quelle bianche, antiche, a cascata: e l’olio essenziale distillato dalla rosa damascena… me lo sento anche ora nel naso, solo nominandolo!

Quanto c’è di autobiografico in questo romanzo, il tuo primo romanzo d’amore? 
C’è quello che penso sull’amore, ma non è un’autobiografia, tranne per le rose e per la nonna che dà quella particolare merenda alla bambina…

Il romanzo si chiude con una frase di Marcel Proust: “Amore è spazio e tempo, misurati dal cuore.” Cos’è per te l’Amore?
È una sapiente alchimia, come dicevo prima, dove Eros e Agape si equilibrano e si fondono: la sensualità e la tenerezza, con quella parte di accoglienza dell’altro, di comprensione e condivisione che rendono equilibrato un rapporto di coppia e lo fanno durare nel tempo. In questo senso l’amore travalica distanze e morte, diventa davvero un superamento del finito e tocca l’immortalità, come da sempre cantano i poeti. L’ideale si scontra con la realtà? Certo, ma l’importante è cominciare a percorrere la strada, con impegno e fiducia, senza arrendersi al primo ostacolo e vivere con intensità ogni momento perché duri più a lungo possibile. Dipende solo da noi.

I tuoi prossimi progetti letterari sono già in cantiere? Ce ne vuoi parlare?
Ho già pronto un libro di viaggi “Viaggi di nuvole e terra”, percorsi particolari che ho fatto da sola godendomi le bellezze del mondo ma anche sporcandomi con la polvere del reale. Mi piacciono i contrasti e il mondo è fatto così, almeno così lo vedo: la mia formazione in psicologia e sociologia emerge sempre in tutti i miei lavori e i paesaggi umani sono al centro del mio vagabondare. Per molti anni ho scritto e tenuto tutto “nel cassetto” del mio pc, ora ho pubblicato tre libri “Come le donne”, “Sinfonia nera in quattro tempi”e “L’onda lunga del Titanic”: devono farsi conoscere mentre con molta calma revisionerò più volte il testo dei “Viaggi”, sono una gran pignola quando scrivo e da editor non posso lasciare nulla al caso, limerò, cambierò, maneggerò fino a che sarò soddisfatta!



Tamara Marcelli
Artista poliedrica, eccentrica, amante dell'arte in tutte le sue forme. Una sognatrice folle. Ha studiato Lettere e Tecniche dello Spettacolo, canto e recitazione per oltre dieci anni e ha lavorato come attrice in alcuni importanti Teatri del Lazio. Scrive poesie, romanzi, testi teatrali, articoli e saggi.
Il blu che non è un colore,  Montag.
Il sogno dell'isola,  Montag.


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