Gli scrittori della porta accanto

[People] Paolo Zambon, programmatore freelance, gira il mondo in sella alla sua Vespa, intervista di Ornella Nalon



Paolo Zambon, programmatore e web master freelance con la passione per i viaggi. Nel suo libro, Inseguendo le ombre dei colibrì, alcune delle sue avventure attraverso il mondo in Vespa: 23.000 km in otto mesi, Vancouver-Panama andata e ritorno.

Ciao Paolo, benvenuto nel nostro web-magazine culturale. Ultimamente ho il piacere di intervistare persone “diverse”, volendo dare a questo termina l'accezione che riconduce alla distinzione. Infatti, anche solo conoscendo poco di te, come nel mio caso, non si può fare a meno di pensare che stai affrontando delle esperienze non comuni. Ma prima di tutto, ti vuoi presentare come meglio credi ai nostri lettori? Chi è Paolo Zambon? 
Buongiorno ai lettori di Gli Scrittori Della Porta Accanto, prima di tutto grazie per ospitarmi. Sono Paolo Zambon un ragazzo di (ormai) 36 anni che nella vita fa il programmatore web e che ha il vizietto del viaggio. Un vizietto nato in tenera età e sviluppatosi raggiunta la maggiore età. E la notizia è che sembra non ci siano cure per sbarazzarsi di questa specie di virus.

Paolo-Zambon-Vespa
In che momento della tua vita hai pensato che avresti mollato tutto per andare in viaggio in sella alla tua vespa? E perché proprio con una vespa? 
Non userei l'espressione “Mollare tutto”;  più che altro con il tempo si è formata l'idea di passare tempi sempre più lunghi in viaggio con o senza Vespa.
Più che un momento si è trattato di un processo che ha visto il sottoscritto prendere decisioni atte a formare uno stile di vita che mi consentisse di passare lunghi periodi in viaggio.
La Vespa, in realtà, giunge come seconda scelta. La prima  fu la bicicletta. Amo pedalare e pensai che la bicicletta mi avrebbe dato la flessibilità di raggiungere i luoghi in maniera del tutto indipendente e a passo mio ma, durante il tentativo fallimentare di raggiungere l'Albania pedalando, mi resi conto che non faceva per me. Sebbene atleticamente fossi preparato, per la mia testa fu una sfida troppo lenta e mi trovai a provare un vago senso di noia. Rimasi con il desiderio di avere la mia indipendenza di movimento e la Vespa fece al caso mio. Un compromesso tra la bicicletta e una moto. Niente fatica fisica, una velocità di crociera inferiore a quella delle moto vere e proprie, limite ai chilometri percorribili in un giorno così da essere costretto a soste in località poco battute e infine la possibilità di deviare lungo il percorso senza dover tenere in considerazione i chilometri in più (cosa che i cicloturisti conoscono bene).

Quali sono stati i commenti dei tuoi parenti, amici e conoscenti, quando li hai informati di ciò che avresti fatto? Ce n'è stato qualcuno che ti ha fatto avere qualche ripensamento? 
Il viaggio in Vespa è arrivato quando ormai le esperienze di viaggio con i mezzi pubblici avevano fatto capire a parenti e conoscenti che quel virus chiamato “Nomadismo” mi aveva attaccato. La Vespa ha rappresentato soltanto un cambiamento nella modalità di spostamento.

Il tuo primo viaggio: Budoia (in provincia di Pordenone) - Melbourne. Quanti anni avevi? Perché hai scelto questo tragitto? Con chi sei andato? Quanto è durato? Ci racconti qualche aneddoto? 
Era l'ormai lontano 2012, 15 Settembre 2012 per la precisione. Di anni ne avevo 31 (come passa il tempo). Bisogna usare il plurale in questo caso perché il viaggio è stato progettato dal sottoscritto e dalla mia ragazza Lindsay. L'idea principale era quella di raggiungere l'India e possibilmente il Sud-est asiatico. L'Australia con la visita al lato paterno della famiglia di Lindsay, era una specie di sogno di cui non abbiamo mai parlato, forse per scaramanzia, dal momento che il primo viaggio in Vespa era finito male dopo circa 5.000km con un incidente alle porte di Nouadhibou (la prima città che si incontra in Mauritania provenendo dal Marocco). E' durato 14 mesi dal 15 Settembre 2012 al 15 Novembre 2013. Durante i 40.500 chilometri abbiamo attraversato Grecia, Turchia, Iran, Pakistan, India fino a Kanyakumari il punto più meridionale del subcontinente, Nepal, Thailandia, Malesia, Singapore, Indonesia, Timor-Est e l'Australia da Darwin a Melbourne passando per la costa orientale. Di aneddoti, come puoi bene immaginare, ce ne sono una montagna. Devo però enfatizzare la tensione lungo i primi chilometri in territorio pakistano con i continui cambi di scorta militare fino a raggiungere la città di Quetta. Una scelta, quella di attraversare il Pakistan, estremamente emozionante visti i problemi geopolitici e le storie che abbiamo raccolto ma anche un azzardo che poteva  mettere a repentaglio la nostra sicurezza e quella delle guardie che dovevano garantirci la sicurezza.

viaggi-paolo-zambon
Ora abiti a Vancouver assieme alla tua ragazza che è, per l'appunto, di origini Canadesi. È anche lei una avventurosa e incallita giramondo? Ti segue in tutte le tue avventure? Avete mai fatto programmi a lungo termine, ossia, come lo vedete il vostro futuro di coppia, andando più in là con gli anni? 
Direi che la passione dei viaggi è qualche cosa che ci unisce, ci siamo incontrati in Laos nel 2011 e abbiamo viaggiato insieme in Laos, Cambogia e Vietnam. Non userei la parola “seguire”, le “avventure” sono progetti ai quali lavoriamo insieme. Per quanto riguarda i progetti a lungo termine diciamo che la parola “viaggio” appare piuttosto di frequente. Ci sono diverse aree che abbiamo intenzione di esplorare non necessariamente a bordo della Vespa. Diciamo che per i prossimi 4-5 anni abbiamo qualche idea. Oltre questo lasso di tempo non ci preoccupiamo poi molto.

Assieme avete percorso la bellezza di 23.000 km in otto mesi per il viaggio di andata e ritorno Vancouver-Panama. Ci riporti qualcosa di questa esperienza? 
Abbiamo attraversato il Messico (entrando da Nogales) in lungo e in largo, siamo poi scesi fino a Panama toccando Guatemala, El Salvador, una minuta porzione di Honduras, Nicaragua, Costa Rica. In fase di ritorno verso Nord abbiamo percorso le strade che avevamo lasciato in disparte durante la prima attraversata, visitando l'Honduras ed il Belize. Il calore latino, l'architettura coloniale, i paesaggi talvolta mozzafiato e, soprattutto, le storie di persone comuni che ci hanno raccontato le loro nazioni. Indimenticabile.

Di questa avventura, o di una sua parte, hai voluto lasciare una testimonianza scritta. “Inseguendo le ombre dei colibrì” è il libro che hai scritto e pubblicato a gennaio di quest'anno. Perché questa scelta? 
Ho sempre collezionato tonnellate di appunti durante i miei viaggi che si sommavano ad annotazioni pre-viaggio.  Inoltre, considera la mia passione per la lettura e in particolar modo per la letteratura di viaggio. Il libro sembrava essere una conseguenza quasi naturale dei due fattori sopra citati. I miei appunti hanno trovato casa, e anni di letture si sono resi utili nel processo di stesura del libro.

Inseguendo-le-ombre-dei-colibrì

Inseguendo le ombre dei colibrì

di Paolo Zambon
Alpine Studio
Narrativa di viaggio
ISBN 8899340366
cartaceo 13,60€

È stata la tua prima esperienza come autore? In quanto tempo hai scritto il libro? Lo hai fatto durante il viaggio oppure una volta tornato? Ci sono anche delle testimonianze fotografiche? Primissima esperienza. Otto mesi, giorno più giorno meno, ovviamente non a tempo pieno. Durante il viaggio come già accennato raccolgo note, appunti, interviste, descrizioni e dettagli vari. La casa editrice ha voluto inserire anche 16 immagini di supporto al testo.

Viaggiare e scrivere: sembrano due attività antitetiche eppure formano un perfetto connubio. Quale ti sembra la più faticosa, quale la più soddisfacente, quale la più arricchente? 
Io direi che la più faticosa è senza ombra di dubbio la scrittura, non tanto per mancanza di materiale, quanto per il processo di presentare dialoghi, paesaggi, annotazioni storico-politiche in una maniera fluida. Per quanto riguarda la più soddisfacente e la più arricchente metterei il viaggio e la scrittura sullo stesso piano. Una cosa devo dirla, la scrittura mi ha fatto rivivere il viaggio per una seconda volta. La rilettura delle note, l'analisi delle immagini scattate e lo sforzo di tornare con la mente ai giorni del viaggio mi ha trasportato per alcune ore, quelle dedicate alla scrittura, lontano da Vancouver.

Il tuo libro si potrebbe considerare un diario di bordo in cui hai annotato e raccontato le tappe del tuo lungo viaggio, non tralasciando riferimenti socio-politici e storici dei paesi visitati, è esatto? 
Direi che è proprio cosi.


Come li hai conosciuti questi aspetti? Documentandoti sui libri o con testimonianze dirette dalle persone? 
Una profonda fase di analisi ha preceduto il viaggio, la biblioteca centrale di Vancouver era diventata la nostra seconda casa e l'area dedicata ai libri di storia di Messico e Centro America non aveva segreti. I contatti presi con alcune persone (giornalisti, insegnanti per la maggior parte) in loco ha completato il processo di conoscenza. Poi le persone comuni hanno aggiunto quel tocco umano che a mio modo di vedere è essenziale per presentare argomenti delicati e talvolta pesanti nella letteratura di viaggio.

So che in questo periodo stai organizzando il tuo terzo viaggio verso Bishkek che, in tutta onestà, ammetto di aver dovuto documentarmi per venire a conoscenza che si tratta della capitale del Kirghizistan. Secondo il tuo programma, ammesso che tu ne abbia uno, quanto durerà e quanti chilometri dovrai percorrere per questa tua peregrinazione? Il motivo di tale meta? 
Raggiungere Bishkek via aerea è stata un'opzione resa necessaria da noie burocratiche legate all'emissione del visto iraniano per Lindsay cittadina canadese. Non potendolo ottenere ed essendo troppo complicato separarci per via di altri grattacapi per l'ottenimento del visto turkmeno, abbiamo optato per volare in Kirghizistan. Il Centro Asia è un sogno che ho fin da ragazzino e dopo aver progettato invano viaggi in bicicletta lungo le strade dell'Uzbekistan o del Tagikistan mi sembrava fosse giunta l'ora di visitarlo per davvero. Dovremmo rimanere in questa parte di mondo fino a fine Agosto. Un lento peregrinare tra Kirghizistan, Kazakistan, Uzbekistan, Tagikistan (in alcune nazioni passeremo due volte) prima di puntare dritti verso Occidente e rientrare in Italia in autunno. Per quanto riguarda il numero di chilometri onestamente non saprei. Azzardo una cifra, 25.000. Esercizio che si è rivelato errato ogni volta che l'ho provato.

Supponi ci sarà un secondo libro che racconterà di questa nuova avventura? 
Appunti ne ho già collezionati a sufficienza. La passione per la lettura non si è affievolita. Direi quindi di sì. Ho un progetto che riguarda l'Oman ma è prematuro parlarne.

Ora è giunto il momento di salutarci. Ti faccio un grosso in bocca al lupo perché tu possa continuare a condurre la vita che desideri e, per noi tutti, mi auguro che seguiterai a scrivere in modo tale da renderci partecipi delle tue interessanti esperienze. 

Ornella-Nalon

Ornella Nalon
I miei hobby sono: il giardinaggio, la buona cucina, il cinema e, naturalmente, la scrittura, che pratico con frequenza quotidiana. Scrivo con passione e trasporto e riesco a emozionarmi mentre lo faccio. La mia speranza è di trasmettere almeno un po’ di quella emozione a coloro che leggeranno le mie storie.
Quattro sentieri variopinti”, Arduino Sacco Editore
Oltre i Confini del Mondo”, 0111 Edizioni
Ad ali spiegate”, Edizioni Montag
Non tutto è come sembra”, da 0111 Edizioni.


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