Gli scrittori della porta accanto

Perché le persone nocive che ho incontrato mi hanno fatto bene, di Giulia Mastrantoni

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Le persone nocive che incontriamo non sempre sono da ignorare o allontanare, possiamo imparare a trarre beneficio anche dalle loro critiche: pesando parole e sensibilità, senza ostinarci a trovare un lato positivo che non sia la negatività stessa.

Che nessuno si senta incoraggiato a portasi a casa per cena una persona nociva! Lo scopo di questo articolo, non è spingervi tra le braccia di casi umani, né farvi accollare personcine non troppo gradevoli come se foste i loro terapeuti. Lo scopo è dirvi che forse quella persona maleducata che vi ha messo di cattivo umore al supermercato oggi o quel datore di lavoro che ha allegramente deciso di non rispondere alle vostre email non è poi un elemento così negativo nella vostra vita. Non parliamo, tra l’altro, dei partner particolarmente egoisti e anaffettivi, che saranno pure una maledizione, ma hanno i loro risvolti molto positivi nelle nostre vite.

Ignorare? Allontanare? No, grazie.

Di solito, veniamo incoraggiati a tenerci accanto solo chi lo vuole davvero, come pure a ignorare le energie negative che incrociano le nostre giornate, con lo scopo di allontanarle e tagliarle fuori per sempre dalla nostra vita. Secondo me, però, ignorare non è mai la soluzione, come pure allontanare non è sempre una variante produttiva. Non dico che soccombere sia un’opzione più valida, ma di certo si può trovare una terza via più utile e più costruttiva per ognuno di noi. Perchè ci sono giornate no in cui è importante trovare il lato positivo che spesso si identifica con la negatività stessa.
Iniziamo con il dire che tutti, prima o poi, abbiamo una giornata no. Anche una settimana no, un mese no o un semestre no. Sono fasi che mettono decisamente a dura prova la pazienza, il buon umore e la voglia di fare. Vedere sempre tutto in positivo, ostinandosi a trovare un lato bello anche in avvenimenti palesemente negativi, senza un preciso criterio, non è una soluzione sempre possibile. Credetemi, prima o poi, crollerete. Abbattersi, d’altra parte, non è che sia esattamente un’idea brillante, perché ci aiuta solo a far diventare ancora più nero un periodo che già di suo manca di colori. Quindi quale soluzione adottare? Cercate di usare al meglio le vostre energie (residue, presumo, visto il periodo).

Impariamo ad interpretare le situazioni e le parole.

La cosa che può realmente aiutarci è iniziare ad interpretare il "significato" delle persone nella nostra esistenza. Siamo proprio sicuri che quella persona maleducata che ci ha fatto sentire piccoli e stupidi sia di una qualche importanza per noi? Che ruolo ha nella nostra vita? Non è che, forse, il suo atteggiamento poco educato nei nostri confronti sia una riprova di quanto noi siamo diversi da lei? Non sarà un punto a nostro favore, il suo insulto, anziché una ferita al nostro ego? Non ci sentiamo grati di non essere come lei?
Quello che tendiamo spesso a dimenticare è che il modo in cui le persone ci trattano, che siano sconosciuti, nostri superiori o partner, dice più di loro che di noi stessi. No, non è vero che meritiamo poca considerazione o pressioni emotive. No, non è vero che è sempre tutta colpa nostra e che non ci impegniamo abbastanza. No, non è vero che gli altri sono sempre un passo avanti e che noi dovremmo proprio fare di più. Ma soprattutto, non è vero che tutti coloro che ci criticano siano persone importanti per noi. Essere invogliati a migliorare da un amico che ci vuole bene è un conto, dare peso alle negatività di qualcuno che stimiamo quanto uno scolapasta è ben altra cosa.
In secondo luogo, ricordiamoci che ciò che viene detto di negativo su di noi, specialmente se a viso aperto e in malo modo, potrebbe non essere da prendere come oro colato: invidia, senso di inferiorità, o anche semplice maleducazione, giocano un ruolo importante nel modo in cui gli altri si relazionano a noi.
Senza sfociare nella presunzione, iniziamo a riflettere sulle situazioni e le parole che ci fanno male, con lo scopo di ridimensionarle o di carpirne spunti per migliorarci, se la critica non è sterile. Non partiamo dal presupposto che l’altro abbia ragione e passiamo al vaglio le parole, prima di dar loro credito.

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Critica sterile e persone sensibili come una forchetta.

Saper distinguere le tipologie di critiche che ci vengono mosse è molto importante, perché ci sono osservazioni fatte con il preciso scopo di ferire e non di comunicare.
Anche la persona che ci ferisce può venire “categorizzata”, a seconda dell’affetto che ci lega e della stima che abbiamo di lei. Un trucco banale ma efficace è fermarsi a pensare: questa persona mi vuole bene e ha scelto con cura le parole con cui criticarmi? Oppure è uno sconosciuto, un frustrato e un essere alla ricerca di uno sfogo? Siate sinceri con voi stessi e non vedetevi perennemente “migliorabili”, perché ci sono sempre situazioni in cui chi sottolinea i nostri difetti lo fa perché è cosciente di averne tanti quanto noi, se non di più. Miglioratevi con i vostri tempi e con i vostri modi, senza lasciare che chiunque possa influenzarvi. Scommettete su voi stessi, senza cedere alle pressioni altrui e alla cattiveria facile.

Ma quindi cosa faccio, se qualcuno mi guasta regolarmente l’umore?

Una brutta bestia da affrontare è il trovarsi in una situazione in cui incontriamo la persona nociva che ci fa stare male tutti i giorni. Sopportare all’infinito non va bene, sbottare neppure e cercare di ignorare neanche. L’unica cosa che possiamo fare è imparare a vedere nelle critiche sterili dei complimenti.
Se non ho stima per una certa persona e quella non ne ha per me, probabilmente questo vuol dire che tra me e lei c’è una gran bella differenza, e sottolineo bella. Se lei si sente in dovere di sminuirmi costantemente, forse si sente minacciata dal mio essere diversa. Se non sa essere gentile, probabilmente invidia chi riesce ad esserlo, me inclusa.
Cercate, senza farvi male e senza farne una questione di vita o di morte, di contagiare quella persona con la vostra allegria, la vostra tenerezza e il vostro buon umore. Mostratele quel vivere sereni che probabilmente nessuno le ha mostrato prima. Fatela sentire accolta e al sicuro, perché la maggior parte delle incomprensioni nasce proprio da questo: la diffidenza reciproca.
Siate coscienti del fatto che il problema non siete voi e che nessuno ce l'abbia con voi. Credete nel potere che avete e cercate di esercitarlo per modificare i vostri rapporti. 
E se proprio dovesse continuare ad andare come sempre, ricordate che la lezione da imparare è questa: scindere la critica positiva da quella negativa. Se la svilupperete, sarà un’abilità che vi salverà la vita (e il fegato). Ve lo assicuro!


Giulia Mastrantoni
Da quattro anni collaboro all’inserto Scuola del Messaggero Veneto, scrivo per il mash up online SugarPulp e per la rivista dell’Università di Trieste Sconfinare.
Dopo aver trascorso un periodo in Inghilterra, ho iniziato un periodo di studi in Canada, ma, dovunque sia, scrivo.
Misteri di una notte d’estate, ed. Montag.
One Little Girl – From Italy to Canada, eBook selfpublished.
Veronica è mia, Pensi Edizioni.


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