Gli scrittori della porta accanto

[Libri] "Suite francese" di Irène Némirovsky, pag.69 | #83

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Suite francese, di Irène Némirovsky, Feltrinelli, 2014. Un affresco spietato della disfatta francese e dell'occupazione tedesca, in cui le tragedie della Storia si intrecciano alla vita quotidiana e ai destini individuali.

509 pagine | cartaceo 9,35€

“Vuoi dirmi cosa faremo all’estero? Come vivremo? Tutto il tuo denaro è qui, visto che hai fatto la sciocchezza di ritirarlo dalla Banca di Londra… A proposito, non ho mai saputo perché!”
“Perché credevo che l’Inghilterra fosse più in pericolo di noi, Scusa tanto se ho avuto fiducia nel mio paese, nell’esercito del mio paese: non mi rimprovererai anche questo, eh? E poi, di che cosa ti preoccupi? Grazie a Dio, sono famoso dappertutto, credo!”
Si interruppe di colpo, sporse la testa dal finestrino e subito si ritrasse con fare irritato.
“Che cosa c’è ancora?” mormorò Florence alzando gli occhi al cielo.
“Guarda quelli…”
E indicò la macchina che li stava superando. Florence osservò gli occupanti: avevano passato la notte a Orléans accanto a loro, sulla piazza. La carrozzeria rovinata, la donna con il bambino sulle ginocchia, l’altra con la testa fasciata, la gabbia degli uccelli e l’uomo col berretto in testa li si ricordava facilmente.
“E tu non guardarli” fece Florence esasperata.
Gabriel colpì istericamente, a più riprese, il piccolo nécessaire da viaggio con guarnizioni d’oro e avorio sul quale appoggiava i gomiti.
“Episodi dolorosi come una disfatta e un esodo che non siano nobilitati da un po’ di dignità e di grandezza non meritano di essere ricordati! Non ammetto che questi bottegai, questi portinai, questi pidocchiosi sviliscano un clima da tragedia con il loro piagnucolio, le loro chiacchiere, la loro volgarità. Ma guardali! Guardali! Eccoli di nuovo. Parola mia, mi esasperano!”
E gridò all’autista: “Henri, acceleri un po’, per favore! Non riesce a seminare questa gente?”
Henri non rispose nemmeno. L’automobile faceva tre metri e si fermava, bloccata da un’incredibile confusione di veicoli, biciclette, pedoni. Di nuovo, a due passi da lui, Gabriel vide la donna dalla testa fasciata. Aveva folte sopracciglia scure, lunghi denti bianchi, scintillanti, serrati, e il labbro superiore ombreggiato da una peluria. La fasciatura era macchiata di sangue e ciocche di capelli neri erano appiccicati sull’ovatta e sulle pezze. Gabriel rabbrividì di disgusto e girò la testa dal lato opposto. La donna invece gli sorrise e cercò di attaccare discorso.

~ 69 ~

Quarta di copertina
"Suite francese" di Irène Némirovsky.

"Suite francese" è il titolo dei primi due "movimenti" di quello che avrebbe dovuto somigliare a un poema sinfonico, composto di cinque parti, di cui solo le prime due sono state completate. È il romanzo della riscoperta della Némirovsky che, dopo mezzo secolo di oblio, viene poi ripubblicata in oltre quaranta lingue. La figlia maggiore, Denise, aveva conservato il quaderno contenente il manoscritto, assieme ad altri scritti della madre, per cinquant'anni senza guardarlo, pensando che fosse un diario, troppo doloroso da leggere. Con sguardo lucido e persino distruttivo, Némirovsky tratteggia implacabile una grande civiltà in sfacelo. Il primo "movimento" difatti racconta in un grande affresco corale l'esodo di massa dei francesi che, all'arrivo delle truppe naziste, si spostano con tutto quanto, in un trasferimento di dimensioni bibliche. La seconda parte, invece, descrive i primi mesi dell'occupazione in una piccola città della campagna francese. I protagonisti sono due donne, la vedova Angellier e sua nuora, Lucile, e un ufficiale tedesco, Bruno von Frank. Tra il giovane ufficiale e la sconsolata Lucile scocca una scintilla che presto diventa amore: una vicenda emblematica dello stesso paese che finisce per accogliere i soldati tedeschi come uomini, "dimenticando" la loro natura di nemici.


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