Gli scrittori della porta accanto

Don't Panic! È solo il Towel Day

Don't Panic! È solo il Towel Day

Professione lettore Di Gianluca Santeramo. Avete avuto forse la misconosciuta fortuna di essere circondati da gente ammattita che se ne va in giro con l'asciugamano di traverso sul collo, lontana da docce e spiagge? Don't panic! È solo il Towel day, il giorno dell'asciugamani.

Ora, immagino, vorrete sapere che cos'abbia un asciugamani di così speciale da meritarsi un giorno commemorativo, no!? Bé, sinteticamente la risposta è: 42.
Ma andiamo con ordine...

La fantascienza più "fanta" che "scienza".

Inutile sottolinearlo: ognuno ha i suoi idoli! E ogni idolo che si rispetti, si porta dietro un simbolo che, nella sua semplicità, esprime tutta la potenza di chi o cosa rappresenta. Gli irriducibili neard hanno i loro, nascosti in bella vista eppure riconoscibili (quasi) al solo popolo degli appassionati di genere. A parte la nota formula di Einstein (E=mc2), poche altre icone hanno la potenza espressiva di un asciugamani o del numero 42 per i cultori di scienza e fantascienza e tutto ciò lo si deve a Douglas Adams e alla sua opera più famosa, una «trilogia in cinque parti» come lui stesso la definiva: è la Guida galattica per autostoppisti, nome del suo primo romanzo, ma anche il titolo che si è soliti dare all'intera opera. Si, lo so! Trilogia... Cinque parti... Con Adams è così, meglio abituarcisi subito alle sue stranezze! Anche perché ce ne sono molte, una più esilarante dell'altra!


La Guida Galattica per autostoppisti in breve (occhio allo spoiler!) 

I fatti stanno così: Artur Dent è un normalissimo e, per certi versi, patetico essere umano che vive una noiosissima vita come la maggior parte dei suoi simili.
Un giorno si ritrova a dover affrontare un problema non da poco: vogliono abbattergli la casa per costruire, al suo posto, una tangenziale. Cosa a lui del tutto ignota, c'è qualcun altro che vuole abbattere l'intero pianeta praticamente per lo stesso motivo: costruire un'autostrada iperspaziale!
Non c'è che dire: la sfiga ci vede benissimo. Ma c'è un lumicino di fortuna: Dent, tempo addietro, ha stretto amicizia con un tipo strano, un tizio che risponde al nome di Ford Prefect, a cui ha salvato la vita allontanandolo dalla strada mentre cercava di stringere la mano a un'automobile che stava per investirlo. Il fatto è che Ford è un alieno, uno dei tanti scrittori che contribuiscono a mantenere aggiornata la Guida Galattica per autostoppisti, ed era convinto di essere in procinto di fare la conoscenza della specie dominante del pianeta.
Seminario sulla gioventù

Guida Galattica per autostoppisti
Il ciclo completo

di Douglas Adams
Mondadori
ebook 6,99€
cartaceo 14,03€

Per restituire il favore ad Artur, Ford lo introduce in una mirabolante avventura in giro per l'Universo a colpi di autostop.

Raccomandazione di primaria importanza: portarsi sempre dietro un asciugamani. Poco prima che la Terra fosse demolita da una flotta spaziale dei Vogon (che, secondo la Guida, non sono cattivi, ma insensibili burocrati zelanti...), Ford riesce a strappare un passaggio per lui e Dent, che si ritrovano in una delle astronavi-bulldozer nella scomoda situazione di clandestini.
Verranno sbattuti fuori per essere raccolti dalla Cuore d'Oro, un'astronave che viaggia con motore ad Improbabilità Infinita sotto il controllo del quasi-cugino di Ford, Zaphod.
Sulla Cuore d'Oro, Dent conoscerà, tra l'altro, uno dei personaggi più amati della saga della Guida Galattica per gli autostoppisti: Marvin, il robot con V.P.P. (Vera Personalità di Persona) con un testone ed un'intelligenza così ampi da risultare paranoico e depresso.
Nelle sue avventure a spasso per la Galassia, Dent scoprirà che la Terra, in realtà, è stata da sempre dominata dai topi, gli esseri più intelligenti del pianeta. Secondi per intelligenza i delfini, che per anni hanno provato ad avvisare gli abitanti della Terra dell'imminente distruzione di massa, senza mai essere compresi. Gli uomini sono solo al terzo posto.

42: la risposta alla vita, l'universo e tutto quanto.

La Cuore d'Oro è diretta in qualche posto della Galassia, non meglio specificato, alla ricerca della risposta alla domanda delle domande, alla ricerca della risposta a... «La vita, l'universo e tutto quanto». Già in passato alcuni esseri pandimenzionali (i topi) avevano cercato di trovare soluzione al quesito costruendo un super-computer che in sette milioni di anni avrebbe fornito la risposta. Pensiero Profondo, il super-cervellone in questione, dopo un'attenta analisi trovò la risposta al quesito, anche se ammise in anticipo che non sarebbe stata un granché... «La risposta alla vita, l'universo e tutto quanto è 42». Si proprio 42, senza margine d'errore! 
Vista l'insoddisfazione dei costruttori, Pensiero Profondo si impegna a costruire un computer ancora più potente di se stesso, così potente che la vita stessa sarebbe stata parte della sua matrice. Ed ecco che Dent scopre di essere sempre stato parte di un progetto per scoprire la risposta alla domanda delle domande, una sorta di ingranaggio di un super-super-computer: la Terra.
Dent avrà la fortuna di conoscere, su Magrathea, un pianeta sperduto in un angolo della Galassia, i costruttori del pianeta Terra sotto la guida di uno dei loro responsabili, Slatibartfast, che tra l'altro è l'artefice della costruzione dei fiordi norvegesi (pure bravetto: c'ha vinto un premio!).

La Terra è stata demolita per errore proprio nel momento in cui stava per emettere il suo verdetto alla domande delle domande.

Il fatto è che Zaphod, ch'è nientepopodimeno ché il Presidente della Galassia, ha firmato per errore un atto di demolizione ingiusto. In realtà non è colpa sua visto che se ne va in giro solo con mezzo cervello! L'altro se l'è dovuto far lobotomizzare per essere candidato alla presidenza, visto che se hai un cervello intero non puoi essere eletto... 
Alla fine la Terra tornerà al suo posto... Bé, una copia perfetta, più che altro... E noi ce ne staremo per qualche altro milione di anni ad attendere «la risposta alla vita, all'universo e a tutto quanto». Ma c'è qualcosa in più...

La Guida Galattica per gli autostoppisti, in realtà, è molto più che un semplice racconto: è una pungente satira filosofica al mondo intero e alle sue debolezze sul piano umano. 

Se al posto dei topi ci si mette la gente comune, al posto dei delfini gli scienziati che sanno molto, ma che nessuno ascolta, al posto dei Vogon la comune burocrazia che va avanti come un bulldozer, e si lascia al suo posto il presidente con mezzo cervello, bé... Siamo noi. Non è un bel dipinto, ma siamo proprio noi che viviamo tutti i giorni in cerca di una risposta alla vita, all'universo e a tutto quanto, risposta che, in fondo, è sempre stata sotto i nostri piedi.
Douglas Adams, con quest'opera, ha avuto il merito, non ricercato direttamente, di avvicinare molti giovani alla lettura, alla scienza e alla fantascienza.

Adams ha ispirato tutto uno stuolo di scienziati, astronauti, ricercatori, scrittori e filosofi che oggi occupano posizioni di tutto rispetto.

E proprio quando, dopo anni, riuscì a realizzare il sogno di fare un film direttamente tratto dalla sua «trilogia in cinque parti», dopo essersi preoccupato di stendere personalmente la sceneggiatura, Douglas venne a mancare prematuramente l'11 maggio del 2001, a causa di un attacco cardiaco.
Non vide mai il suo film che, sulle prime, non ebbe neanche un grande successo. Ma il tempo porta giudizio e anche la Guida Galattica per Autostoppisti in versione cinematografica, alla fine, ha accresciuto la sua fama ed è oggi considerato un cult della filmografia fantascientifica.
In verità tutta l'opera di Douglas è sempre stata un po' come un panettone appena impastato: tu la lasci lì e lei continua a lievitare per i fatti suoi...

Il Towel day in memoria di Adams è un fantastico e raro esempio di riconoscenza. 

Quando la notizia della dipartita di Douglas Adams iniziò a fare il giro del mondo via Internet, i fan della serie di romanzi iniziarono a organizzare un giorno commemorativo in suo onore. Il tam-tam della notizia, le disquisizioni sui gruppi dei fan, la decisione di come onorare la memoria di Douglas si prese il suo tempo. Finché il 25 maggio del 2001, in modo del tutto spontaneo e dal nulla, comparve tanta gente che se ne andava in giro portandosi dietro un asciugamani nel vagare per la propria galassia, come raccomandato da Ford Prefect. A partire da quel 25 maggio il Towel Day è diventato il giorno mondiale di commemorazione forse più sincero che sia mai esistito, visto che si porta dietro uno strano e assordante silenzio che pure grida a forte voce la memoria di una persona che ha sconvolto la vita di molte altre con la semplice arte della scrittura.

Molte persone, anche questo 25 maggio, avranno un asciugamano al collo o ben stretto tra le mani.

Altre gireranno con stampato il numero "42" da qualche parte. Molte saranno sedute al loro posto in una sala di controllo della NASA o fluttueranno tra i corridoi della ISS portandosi dietro il loro simbolo potente perché Adams, con la sua opera, prima di ogni altra cosa, ha proiettato tanta gente verso lo spazio, verso la filosofia o, più in generale, verso la cultura, la curiosità, la ricerca del sapere. Tutti lo faranno nel silenzio del lutto, non in una stupida e rumorosa baraonda commerciale che strombazza insensatamente ai quattro venti. Del resto Douglas era così: è stato per molto tempo una persona semplice, che arrancava la vita come tanti altri. È stato un umile lavapiatti e si è spostato più volte con l'autostop. La sua tomba è ciò che di più c'è semplice a questo mondo: una lapide con il suo nome, date di nascita e morte e la sola scritta "writer" a testimoniare l'uomo che fu. Niente di esasperante. Niente di esplosivo. Peccato per il film: a lui sarebbe piaciuto tanto, tanto.
Gianluca-Santeramo

Gianluca Santeramo
Allevato da un Commodore VIC 20 e da Goldrake, si è diplomato in Informatica Industriale nel lontano 1995. Non è mai riuscito a recidere il cordone ombelicale che lo lega alla fantascienza sin dalla più tenera età. Dopo aver corretto decine di bozze di scrittori in erba tra un capolinea e l’altro, si è messo anche a scrivere: da allora sono iniziati i guai….
Renè, Zerounoundici Edizioni.



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