Gli scrittori della porta accanto

[Libri] "In mezzo al mare scuro come vino" di Beatrice Giai Gischia, recensione di Davide Dotto

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In mezzo al mare scuro come vino di Beatrice Giai Gischia, Edizioni Terra Marique, 2015. Un romanzo, intessuto di storia, miti e tradizioni greche, una giovane donna, simbolo di coraggio, forza e determinazione, cerca di realizzare i propri sogni contro la volontà del padre.

«Ma ritorna tu alle tue stanze, e attendi alle opere tue, al telaio, alla rocca; fa' che badin le ancelle all'opere loro; l'arco è affare di uomini e mio soprattutto, ché a me spetta il comando qui nella casa».
Stupefatta la madre tornò alle sue stanze, poi che le sagge parole udì di suo figlio.
Telemaco a Penelope, Odissea, libro XXI vv. 350 ss. (Fabbri editori, traduzione di Enzio Cetrangolo)
Eirene vive nel V secolo a.C., in una Atene forte, rigogliosa, ricca e moderna. Sogna di andare per mare, di schiudere lo spazio angusto che la imprigiona. Per realizzarsi deve imparare a leggere, a scrivere e far di conto, quanto basta e serve per partecipare alla vita attiva.
La ragazza greca ha almeno due compagne ideali. Ipazia di Alessandria che visse in Egitto tra il III e il IV secolo d.C. C'è poi la papessa Giovanna che, tra leggenda e storia, è collocabile nel IX secolo d.C. Di entrambe sono usciti nel 2009 film che vale la pena di ricordare: Agorà di Alejandro Amenabar e La Papessa di Sönke Wortmann.
Non è privo di interesse porsi il problema di quale vita avrebbe vissuto Eirene se fosse nata alla fine dell'Impero romano d'Occidente o sotto Lotario. Se nell'epoca di Socrate gli Dèi (in particolare Atena) potevano prendere le sue difese contro le resistenze del padre e della cultura del tempo, dopo l'editto di Costantino si aggiunge la religione a rendere difficile alle donne (e nel IX secolo praticamente impossibile) un qualsiasi tipo di emancipazione. Ciò perché se allora circolava un pensiero dialettico pronto a discutere persino se stesso, nel Medioevo la filosofia diveniva ancilla theologiae, sviluppandosi intorno a una verità rivelata che, chiusa in un libro, non andava cercata ma predicata. Con buona pace del martirio di Ipazia che - contrariamente a Galileo - non abiurò al suo intelletto libero, vigile, attento e autocritico.
Eirene è relativamente fortunata: è capitata in un'epoca più matura della nostra, dove è stato già detto tutto, e quel tutto ha reso la Grecia culla della civiltà europea (in fondo il destino è anche καιρός, il trovarsi nel posto giusto al momento giusto). Qui, Eirene ha trovato ostilità, ma pure sostegno, un terreno buono, una realtà che non si muove in un'unica direzione ma che contempla le varie possibilità. In definitiva, pur se gli Dèi non cessano di metterci lo zampino, Eirene si è impegnata adattandosi alle circostanze e attirando quelle favorevoli. Chiede consiglio agli Dèi, ma con loro collabora fattivamente.


In mezzo al mare scuro come vino è un romanzo di formazione. 

Eirene infatti, nell'affrontare l'ingresso nell'età adulta - quella delle responsabilità - non cede alle proteste sensate di suo padre. Sotto un certo aspetto, più che contrapporsi a Penelope che torna alle sue stanze obbedendo al figlio, Eirene ha il suo corrispettivo in Telemaco. A ben leggere il verso sopra citato, tratto dall'Odissea, Penelope parrebbe - più che capitolare - prendere atto che Telemaco è ormai un uomo: le sue parole non sono pronunciate alla leggera, è in grado di mantenere le promesse, di assumere il comando della casa. E così fa il padre di Eirene, le cui rimostranze sarebbero del medesimo tenore se avesse di fronte un fanciullo troppo giovane per sperimentare il mondo. Una volta capito, però, che le scelte della figlia sono quelle di uno spirito indomito, maturo, preparato e tutt'altro che votato alla improvvisazione, cessa di ostacolarla, non insiste nel puntiglio. Non vi è motivo di gridare allo scandalo, non è ancora stata scritta la prima lettera a Timoteo di San Paolo. A fare la differenza è la determinazione dei due ragazzi (Eirene e Telemaco), quella di chi ha gli Dèi dalla loro parte.

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In mezzo al mare scuro come vino

Eirene è una giovane ragazza greca, che vive ad Atene nel V secolo a. C. Pur essendo di umili condizioni, la ragazza riesce a imparare la scrittura, che non era un diritto acquisito per le donne ateniesi. Grazie al suo amabile mecenate Sicheo, un mercante egizio conosciuto al porto del Pireo, Eirene può sperare di vedere realizzato il suo sogno: diventare un mercante e solcare il mare su una nave commerciale. 
Contro la volontà del padre – che rappresenta la tradizione e il pensiero conservatore ateniese – Eirene scappa da casa, decisa a lavorare con Sicheo. 
Da quel momento inizieranno molte peripezie, che la porteranno a viaggiare in tutto il Mediterraneo, centro dei traffici commerciali dell’epoca. 
Il romanzo, intessuto di storia, miti e tradizioni greche, è il simbolo del coraggio, della forza e della determinazione di una giovane donna, che si pone contro tutto e tutti pur di realizzare i suoi sogni: non è forse vero che i valori e gli ideali sono senza tempo e rimangono immutati al di là dei confini spazio-temporali?

di Beatrice Giai Gischia | Edizioni Terra Marique | Romanzo storico
ISBN 9788897712343 | cartaceo 12,00€ | ebook 1,99€


Davide-Dotto

Davide Dotto
Sono nato a Terralba (OR) vivo nella provincia di Treviso e lavoro come impiegato presso un ente locale. Ho collaborato con Scrittevolmente, sono tra i redattori di Art-Litteram.com e curo il blog Ilnodoallapenna.com. Ho pubblicato una decina di racconti usciti in diverse antologie.
Il ponte delle Vivene, Ciesse Edizioni.


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