Gli scrittori della porta accanto

[Libri] Serenissimo Celestino racconta "In cerca di un posto nel mondo", nell'intervista di Silvia Pattarini

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In anteprima In cerca di un posto nel mondo di Serenissimo Celestino,  2017. La storia di un viaggio e di una rinascita, per aprire le ali e iniziare a volare.


In-cerca-di-un-posto-nel-mondo
IN CERCA DI UN POSTO NEL MONDO
di Serenissimo Celestino
Amazon
Narrativa di viaggio
ISBN 978-1520511962
cartaceo 12,99€
ebook 4,99

Questo libro narra di un grande processo di trasformazione, di un percorso di crescita personale che è cominciato qualche anno fa e che in qualche modo si protrae ancora oggi.
È nato viaggiando. Le sue pagine sono state scritte in pullman, in aereo, sulle navi, negli aeroporti, su quelle panchine sgangherate che ti regalano qualche minuto di ristoro, nelle sale di attesa affollate, in quel limbo apparentemente infinito che intercorre tra una destinazione raggiunta e l'arrivo del prossimo treno, nelle stazioni di province sperdute della Thailandia, del Messico, degli Stati Uniti, dell’Inghilterra e del Perù, ma soprattutto, in un luogo vicinissimo eppur così lontano che si cela dentro noi stessi.
Viaggiare è uno “stato della mente”; una volta che hai preso il via non ti fermi più e continui a farlo anche stando fermo. Italia, Francia, Thailandia, Perù, Stati Uniti, Messico, Inghilterra, Belgio, Spagna, Portogallo e Scozia. Quando hai la fortuna che è toccata a me, ti senti in dovere di condividere ciò che hai imparato per metterlo a disposizione degli altri, per infondere speranza a chi non ne ha, per costruire quella “casa comune”, tollerante ed accogliente, da lasciare in eredità ai figli o a quelli che verranno dopo di noi, per alimentare il fuoco sacro che dimora nella coscienza di ognuno, lo stesso che spinge gli uomini liberi a credere nei sogni.


L'autore racconta



Com'è nata l'idea di questo romanzo?
L’idea di mettere su carta questa storia rappresenta la logica conseguenza di un’incredibile concatenazione di avventure che ho vissuto in prima persona. Si tratta di eventi che hanno messo in moto un processo di trasformazione o meglio, un percorso di crescita personale che in qualche modo si protrae ancora oggi. Tutto ebbe inizio durante l’estate del 2010. Frequentavo l’università in quel periodo e ricordo che terminai gli esami ed il tirocinio con alcuni mesi di anticipo. D’improvviso mi ritrovai con un sacco di tempo libero a disposizione che non sapevo neppure come utilizzare. Nonostante i numerosi tentavi messi in atto per migliorare la mia vita, sentivo che il mio spirito era prigioniero di una gabbia senza sbarre apparenti. Fu allora che mi feci forza e che decisi di fare un patto con quel ragazzo triste riflesso nello specchio; mi sarei battuto per la sua felicità… la mia. Durante quell’estate magica stilai una lista mentale dei desideri e poi mi obbligai a realizzarli, uno dopo l’altro. All’inizio non fu facile, ma dopo aver mosso i primi passi si mise in moto un processo inarrestabile ed in continua accelerazione. Nel mese di luglio andai in Francia per fare visita alla mia cara amica Dory ed incredibilmente, a distanza di qualche settimana mi ritrovai a camminare fra le paradisiache spiagge della Thailandia. Immagina per un attimo di ritrovarti da solo all’altro capo del globo… oltre a dover fare i conti con una realtà totalmente differente dalla tua, per la prima volta sarai costretto a reinventare te stesso, perché tutto ciò che ti rappresentava e che faceva parte di ”TE”, incluso il tuo status, la tua condizione, il lavoro, la famiglia e gli amici, improvvisamente non esiste più. Era come se mi fossi dato un poderoso calcio nel culo, che come per magia, mi aveva catapultato a 10000 km di distanza dal mio mondo. Per la prima volta vidi me stesso da una prospettiva totalmente nuova. La Thailandia mi travolse in tutti i sensi; lì ebbi l’occasione di vivere esperienze davvero intense e di risvegliare l’altra parta di me, quella che per anni era rimasta sopita e nascosta dalla paura. Quel viaggio mi condusse in luoghi lontani, situati dentro e fuori di me; fu liberazione pura, mentale, fisica e sessuale, fu una rinascita che mi permise di aprire le ali e di iniziare a volare. Quando tornai a Roma la mia vita non fu più la stessa. Viaggiare è uno “stato della mente”; una volta che hai preso il via non ti fermi più e continui a farlo anche stando fermo. Nei mesi e negli anni successivi ho avuto la fortuna di vivere esperienze incredibili che mi hanno condotto in giro per il mondo… Italia, Francia, Thailandia, Perù, Stati Uniti, Messico, Inghilterra, Belgio, Spagna, Portogallo e Scozia. Questo continuo peregrinare mi ha permesso di sperimentare situazioni estreme, di entrare in connessione con luoghi e persone, di nuotare negli oceani, di salire sulla cima delle montagne, di camminare fra le dune del deserto, di perdermi nella fitta vegetazione della selva amazzonica, di inebriarmi di sapori ed odori sconosciuti, di imparare altre lingue, di innamorarmi e di godere dei piaceri della carne assieme a delle creature meravigliose, di condividere la gioia e la sofferenza con altri esseri umani, di assistere alla malattia e alla morte di persone care, di rimettermi in discussione, di arricchire immensamente la mia vita, di sovvertire l’ordine di importanza che attribuiamo alle cose e di rialzarmi in piedi dopo ogni sconfitta per riprendere il cammino. La scrittura, come spesso accade, prende spunto da fatti di vita reali e questa storia meritava di essere raccontata.

Appartiene a un genere ben definito o accorpa più generi?

Serenissimo-CelestinoPersonalmente faccio fatica a definire le cose o a mettere un’etichetta, tanto meno riesco a farlo con un libro. Un libro è un po’ come un figlio o come un’opera d’arte! Devi aver vissuto ed amato per darlo alla luce! Questo testo ne tratta molti di argomenti, ma se proprio vogliamo evidenziare quelli predominati, credo proprio che nominerei tre macro categorie: Viaggi/avventura, Crescita Personale e Mondo Gay/LGBT.

È nata prima la trama o prima il titolo?
Come accennato nella risposta precedente, si tratta di una storia vera, anche se mi sono permesso di inserire alcuni elementi di fantasia al fine di veicolare meglio certi messaggi o magari semplicemente per tutelare la privacy dei personaggi coinvolti. Mentre lo scrivevo però, continuavano a verificarsi fatti totalmente imprevisti, che di volta in volta entravano di diritto a far parte del racconto e ad un certo punto ho avuto l’impressione che questo stesse prendendo un percorso tutto tuo, come se fosse dotato di vita propria. L’improvvisa morte di mio padre ad esempio, ha scombinato non soltanto la mia vita, ma probabilmente anche il destino di questo libro. Il penultimo capitolo invece, l’ho scritto quando il testo era già pronto per essere pubblicato; si tratta di un capitolo postumo nel quale ho inserito un doveroso tributo al mio paese e a mia nonna. Di fatto, la “trama” è frutto degli eventi vissuti in prima persona e non della mera fantasia. Il titolo è venuto fuori un po’ alla volta, mentre il libro prendeva forma. Mi ci è voluto del tempo per trovarne uno che fosse in grado di riassumere il succo della storia in modo efficace.

Si rivolge a un target di pubblico specifico?
Si rivolge a coloro che sono disposti o predisposti, a fare i conti con la diversità, in quanto fonte di ricchezza, di conoscenza e di condivisione, a quelli che cercano un fertile appiglio sul quale far germogliare il seme della speranza, ai diseredati, agli emarginati, agli ammalati, ai ripudiati agli ultimi, ma anche e forse soprattutto, ai loro carnefici.

A monte del romanzo ci sta un lavoro di ricerca e documentazione?
A pensarci bene un lavoro di ricerca in effetti è stato fatto. La storia è ambientata a cavallo di undici paesi e di volta in volta ho sentito il bisogno di documentarmi per poter fornire delle descrizioni attendibili e precise, che tenessero conto anche degli eventi storici e della cultura dei luoghi descritti. Come dire… se voglio descrivere l’universo non posso limitarmi alla descrizione del sole e dei pochi pianeti che gli girano attorno.

Quindi possiamo affermare che nei tuoi personaggi ci siano esperienze autobiografiche che lasciano poco spazio alla fantasia?
Come già detto, nella mia storia la realtà la fa da padrona, mentre la fantasia fa la sua comparsa in pochi e sporadici episodi.

Invoglia il lettore a leggere il tuo libro, fornisci almeno tre motivi persuasivi. Perché dovremmo leggerlo?

  1. Ci ho messo dentro tutto ciò che ho imparato per metterlo a disposizione degli altri.
  2. È un concentrato di vita che fa piangere, ridere ed eccitare.
  3. Contiene storie che meritano di essere raccontate e di sopravvivere a chi le ha vissute.


Lasciaci uno stralcio accattivante tratto dal tuo romanzo...

Il giorno in cui nacqui, quando mi vide fra le braccia di nostra madre, stette così male che vomitò per tre volte consecutive. Chissà com’era la sua vita e quella dei miei genitori prima che io venissi al mondo. Magari erano felici. A quel tempo non ero ancora nato, eppure, in qualche modo esistevo già, ma in un'altra forma, poiché gli atomi che di lì a poco avrebbero composto il mio corpo vennero forgiati durante l’alba dei tempi. Prima di nascere, ero l’erba del campo che doveva ancora essere raccolta, ero lo sterco di vacca che concimava il terreno, ero la capra che brucava le sterpaglie, ero i denti della capra che masticavano, ero il latte che gli sgorgava dalle mammelle per nutrire i suoi cuccioli, ero il lupo che mangiava l’agnello, ero la carcassa di una preda infestata dai vermi che decomponendosi tornava alla terra, ero il verme divorato dal corvo, ero il guano del piccione che precipitava al suolo, ero l’urina del lupo e del cane che marcava il territorio, ero il terriccio imbevuto di escrementi, ero il sudore di un contadino che raccoglieva le olive, ero una particella infinitesimale che danzava nell’aria trasportata dal vento, ero un batterio che moltiplicandosi formava una colonia, ero un virus che oltraggiava le cellule dell’organismo ospite, ero una goccia d’acqua, ero la pioggia che cadeva dal cielo, ero l’ossigeno che inebriava i polmoni di mio padre, ero lo sguardo di mia madre che si spalancava verso il mondo, ero la vita prima della vita.



Il tuo romanzo si fa portavoce di qualche messaggio particolare, o come le novelle intende solo intrattenere il lettore?
Fra queste righe è racchiuso un grande messaggio di speranza. Quando hai la fortuna che è toccata a me, ti senti in dovere di condividere ciò che hai imparato per metterlo a disposizione degli altri, per infondere forza e coraggio a chi non ne ha, per costruire quella “casa comune”, tollerante ed accogliente, da lasciare in eredità ai figli o a quelli che verranno dopo di noi, per alimentare il fuoco sacro che dimora nella coscienza di ognuno, lo stesso che spinge gli uomini liberi a credere nei sogni... Il mio è stato un semplice gesto d’amore.

Grazie per essere stato con noi, in bocca al lupo per i tuoi progetti futuri.


Silvia Pattarini
Diplomata in ragioneria, ama scrivere racconti e componimenti poetici, alcuni dei quali compaiono in diverse antologie. Partecipa a concorsi letterari di poesia, prosa e premi letterari per narrativa edita.
Biglietto di terza classe,  0111Edizioni.
La mitica 500 blu,  Lettere Animate.


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