Gli scrittori della porta accanto

[Libri] "La lista" di Lirio Abbate e "Processo al nuovo" di Marco Damilano, recensioni di Beatrice Rurini

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[Mini Book Review]

La lista: il ricatto alla repubblica di Massimo Carminati, di Lirio Abbate, Rizzoli, 2017. Un grande ricatto allo Stato e alla Giustizia, in una spy story alla romana, dove i protagonisti assomigliano a personaggi della commedia all'italiana.

Il racconto è avvincente, la scrittura incolla alle pagine fino quasi a togliere il fiato. Una vera spy story in chiave romana che sembra uscita dalla fantasia di un Deaver o un Connelly. Invece la fluidità dell'inchiesta ti porta dentro un fatto vero, reale, con nomi di persone esistenti e vicende accadute e purtroppo tenute nascoste. Una storia di ricatti che intreccia la politica, la magistratura, la mafia e la malavita, come solo in Italia può succedere.
Tutto parte nel 1999 dal furto al caveau della banca di Roma, vicino al tribunale della Capitale. Qui entra Massimo Carminati, definito oggi il capo di mafia Capitale, che fa aprire in base ad una lista di cassette, solo quelle segnate che corrispondono a magistrati e avvocati tutti collegati a misteri italiani e a processi importanti. Il delirio. Un furto di documenti, per lo più su commissione, a scopo ricattatorio.
La ricostruzione che ne fa Abbate è intensa e forte, perché suffragata da documenti celati, mai conosciuti prima, che fanno molto riflettere sul potere di queste persone che tengono in pugno la politica e la magistratura. Poi c'è il giornalismo d'inchiesta spiegato con termini non scontati e illustrato nei suoi minimi particolari, che ne fa un esempio di perfezione. Però rode il fegato...

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Luglio 1999: Massimo Carminati svuota il caveau della banca all'interno della città giudiziaria di Roma. Un'azione spettacolare: un commando riesce a saccheggiare in tutta calma alcune delle cassette di sicurezza della banca più sorvegliata d'Italia, senza sparare, senza forzare neppure un lucchetto, senza far scattare il doppio sistema d'allarme. Un colpo da 18 miliardi, ma Carminati, allora sotto processo per l'omicidio Pecorelli, non cerca i soldi. Ha in mano una lista di 147 cassette di sicurezza di magistrati, avvocati, funzionari alcuni connessi con i più grandi misteri d'Italia: dalla strage di Bologna alla P2, dal delitto Pasolini all'omicidio Pecorelli, dalla Banda della Magliana a Cosa nostra. Diciotto anni dopo, Lirio Abbate ha trovato le prove dell'esistenza di questa lista e racconta chi erano i derubati e come Carminati è riuscito a impossessarsi di documenti scottanti per ricattare magistrati.


di Lirio Abbate | Rizzoli | Inchiesta
ISBN 978-8817093897 | ebook 9,99€ | cartaceo 15,30€

Processo al Nuovo, di Marco Damilano, Editori Laterza, 2017. Il Nuovo, la via italiana al governo e alla politica. Smarrito, per incapacità di elaborazione, fragilità culturale e inconsistenza progettuale, perchè nessuna restaurazione del passato è possibile.

Come lo scrive Damilano non fa una piega: una corsa all'evoluzione politica del dopo-Moro, un arrampicarsi per portare una ventata di novità a tutti i costi, tanto che sono diventati tutti vecchi in men che non si dica. Quello che mette in evidenza è che l'Italia si è disintegrata e polverizzata in una serie di macerie tra cui non si riesce a scavare per uscirne. La politica ormai è diventata una serie di leggi e leggine che mettono a dura prova il cittadino, che si era abituato, forse troppo in fretta, all'uscita degli anni '70/'80 proposta da Craxi prima e del palazzinaro Berlusconi poi. Tornava a casa e si distraeva con la televisione commerciale per non pensare (comunque non volevano ch'egli pensasse, e ci riuscivano molto bene). Ora che le macerie stanno aumentando non c'è all'orizzonte un sistema che possa ricostruire di nuovo quel periodo (chiamiamolo anche felice, seppur felice non era) ma che comunque lasciava i pensieri fuori della porta. La politica moderna sta bruciando quelle che sono le figure proposte poiché è tutto un deja-vu.
Damilano offre un pamphlet di tutto rispetto, scritto in maniera chiara e piuttosto completa, una sintesi non banale ma non difficile da comprendere.

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Grandi riforme, palingenesi giudiziarie, rivoluzioni liberali, rivolte in Rete, rottamazioni, referendum epocali. Per decenni l'Italia ha inseguito il mito del nuovo inizio. Il Nuovo ha modellato tutte le identità politiche: la sinistra, la destra, il centro. È comparso negli anni Ottanta, si è espresso in tutta la sua potenza all'alba degli anni Novanta, dopo lo scatto felino della storia provocato dalla caduta del muro nel cuore dell'Europa. Ed è diventato senso comune con la Seconda Repubblica: il restyling dei nomi e dei simboli, i modernizzatori contro i conservatori, gli innovatori contro i nostalgici. Nuovo si è presentato il Cavaliere dell'eterno presente. Nuovi i tecnici come Mario Monti. Nuovissimi i cittadini scelti dalla Rete nel Movimento 5 Stelle. E ancor più nuovo il renzismo della rottamazione dove tutto doveva apparire mai visto, mai udito, senza precedenti. Il Nuovo è stato la via italiana al governo e alla politica. Ora sembra smarrito, per incapacità di elaborazione, fragilità culturale, inconsistenza progettuale. E l'Italia ha bisogno di una nuova politica, per uscire da questo limbo senza riforme e senza partiti, senza destra e senza sinistra, senza vecchio e senza nuovo.

di Marco Damilano | Editori Laterza | Inchiesta
ISBN 978-8858127421 | cartaceo 11,90€ | ebook 8,99€

Beatrice-rurini

Beatrice Rurini
Del 1969, sono appassionata di lettura e musica sin da piccola. Ho conseguito la maturità magistrale (senza insegnare), studiato pianoforte e violoncello. Lavoro come restauratrice d'arte. Sono sposata con prole e, soffrendo d'insonnia, mi appoggio alla lettura per evitare di stare con le mani in mano.


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