Gli scrittori della porta accanto

Violenza sulle donne: a che punto siamo?

Violenza sulle donne: a che punto siamo? - Credit: Eddy Lackmann

Di Loriana Lucciarini. Violenza sulle donne: molto si è fatto per contrastare il crimine e dare sostegno alle vittime di abusi e stupri, sul territorio e a livello culturale. Ma molto c'è ancora da fare. 

La violenza sulle donne è diventato ormai uno degli argomenti più trattati da telegiornali e trasmissioni di approfondimento. L'escalation di aggressioni avvenuti in questi ultimi mesi ha portato molte donne a diventare vittime di violenze efferate, spesso dentro le mura di casa. Non sono mancati i casi di cronaca di stupri ad opera di sconosciuti, che tante polemiche hanno sollevato anche per come la notizia è stata trattata dai media. Su questo ha scritto un'attenta analisi la nostra Stefania Bergo (Gli scrittori della porta accanto - Stupri di Rimini, la violenza corre anche sul web), che vi invito a leggere.
Tante sono le iniziative che si sono susseguite in questo periodo che hanno visto coinvolte associazioni, rete dei centri antiviolenza, donne, femministe, istituzioni, gruppi di volontariato, donne cittadine libere e determinate a realizzare qualcosa per contrastare il fenomeno. Le cronache però ci riportano all'amara realtà: c'è ancora molto, davvero molto da fare.
Per non farci prendere dallo scoramento, guardiamo intanto ciò che è stato fatto fin qui.

A livello di contrasto al crimine.

Sono state emanate da tempo nuove norme che consentono alla Polizia di ricevere ogni mattina i referti del pronto soccorso afferenti a possibili percosse, ciò per svolgere accertamenti in merito. Per prognosi superiori ai venti giorni, la polizia giudiziaria procede d'ufficio con un intervento.

A livello giuridico.

Sono state istituite nuove procedure veloci per lo stalking (Gli scrittori della porta accanto -Stalking e femminicidio, cosa dice la normativa).

A livello di operatività sul territorio.

Associazioni circoli e reti hanno creato Protocolli d'azione e intese a sostegno del lavoro dei Centri antiviolenza (Cav) e delle iniziative a contrasto della violenza di genere (come ad esempio nelle Marche, grazie anche al lavoro della Cgil, dove è stato firmato un protocollo d'intesa coinvolgendo il Forum delle donne). Un'azione utile e diretta sul territorio è l'attivazione e la definizione di Protocolli di interazione e supporto delle varie realtà preposte a contrasto del fenomeno.
Come, ad esempio, il Protocollo “Non aver paura” che, firmato il 10 giugno 2016 tra tutti i comuni della Provincia di Viterbo, costituisce una rete inter-istituzionale che prende in carico le vittime tramite un piano d'azione stabilito per sviluppare «azioni coordinate per la prevenzione ed il contrasto, la diffusione della cultura della non violenza attivando anche sistemi per il monitoraggio e l'analisi del fenomeno, nel pieno rispetto delle rispettive competenze istituzionali e della normativa vigente».
“Non aver paura” predispone un'intensa e convincente azione culturale della collettività provinciale; crea una rete operativa tra istituzioni e associazioni in ambito provinciale a contrasto alla violenza, per garantire soccorso e sostegno alle vittime con azioni sinergiche basate su collaborazioni stabili per un'offerta articolata e coordinata in ambito locale; e si propone l'aggiornamento dell'Osservatorio provinciale sulle violenze con dati disponibili per ogni soggetto a contrasto della violenza.

Altro piano operativo è il Codice Rosa attivo in Toscana, inizialmente istituito dalla Usl di Grosseto e attivato poi in tutta la Regione. 

Identifica un percorso di accesso al pronto soccorso riservato a tutte le vittime di violenze: donne, uomini, adulti e minori che hanno subito maltrattamenti e abusi. Lo scopo principale del progetto è coordinare e mettere in rete le diverse istituzioni e competenze, per dare una risposta efficace già dall'arrivo della vittima al pronto soccorso grazie al gruppo operativo interforze istituito (Azienda USL, Procura della Repubblica, Forze dell'ordine) hanno il compito di contribuire al tempestivo riconoscimento e all'emersione dei casi di lesioni derivanti da maltrattamenti o da violenze commesse da terzi, garantendo contestualmente la rapida attivazione degli uffici delle Procure della Repubblica. L'iniziativa da intraprendere in tempi brevi è quella di stabilire criteri certi sulla base dei quali riconoscere il lavoro dei Cav, utili a definirne in modo ufficiale e certificato il lavoro. Questo per fare in modo che i finanziamenti arrivino davvero a strutture ufficialmente riconosciute e non a quelle fittizie che sono sorte negli ultimi anni solo allo scopo di ricevere i finanziamenti.

Donne

A livello sindacale.

Citiamo l'Accordo quadro sottoscritto dai sindacati Cgil, Cisl e Uil con Confindustria del 25 gennaio 2016, rispetto alle molestie sessuali nei luoghi di lavoro. Accordo utile a contrastare la violenza di genere, il mobbing e lo stalking sui luoghi di lavoro.

A livello educativo.

Associazioni di psicologi e formatori stanno sviluppando e applicando tecniche all'Educazione emotiva certi che educare alle differenze e al rispetto dell'altro (dell'altrui individualità e delle altrui scelte) possa portare a superare la frustrazione data dall'incapacità di gestire le relazioni emotive viste come elemento di potere. Nelle realtà, ove questi progetti sono stati messi in campo, si è vista la scomparsa di episodi di bullismo e di violenza in senso generale, nonché di genere. L'educazione emotiva è stata però negli ultimi anni collegata alla polemica legata al gender e ha trovato chiusura in ambiti scolastici, nelle direzioni di istituto, pur essendo una valida alternativa per una formazione di future generazioni capaci di gestire le emozioni (positive e negative) legate alle relazioni.
Nell'ambito dei movimenti civili, in questi ultimi anni i movimenti delle donne hanno ripreso vigore e si battono proprio su queste tematiche (vedi il movimento Se non ora quando o quello di Non una di meno che, a Roma, lo scorso novembre ha portato più di centomila persone in piazza e che nell'attuale sta coinvolgendo gruppi e associazioni per definire un piano femminista nazionale contro la violenza di genere (Internazionale - Come è andata la manifestazione delle donne a Roma).

A livello culturale.

Molte sono le iniziative messe in campo da singoli o da gruppi. Le prime tese a sensibilizzare sul tema, con seminari e workshop utili a mantenere alta l'attenzione sul problema e sollecitare interventi istituzionali. Le seconde sono iniziative tese a finanziare e supportare il lavoro dei centri antiviolenza. Fra i tanti citiamo i progetti editoriali solidali, le cui vendite sostengono in concreto il lavoro di realtà territoriali: “4 Petali Rossi, frammenti di storie spezzate”. “Eva non è sola”, “La pelle non dimentica”.
Una bella iniziativa nata ad Ardea, a pochi chilometri da Roma, ha visto protagonisti i giovani della Croce Rossa Italiana - Comitato Ardea Onlus, che hanno ideato e realizzato un video di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne diffuso poi anche in rete. Gli stessi hanno attivato uno stand informativo in varie piazze della città per dare informazioni, notizie, supporto e materiali divulgativi dell'iniziativa.
La violenza sulle donne è un crimine che nessuno dovrebbe commettere. I Giovani della Croce Rossa di Ardea, hanno deciso di dedicare un'intera giornata alla sensibilizzazione della popolazione contro la violenza sulle donne. Vi aspettiamo Sabato con l'esperienza di persone formate nel settore Sociale.

Si apre una nuova stagione di impegno e attività sociale su questo tema, tanto drammatico quanto stringente. 

Eppure, anche se l'interesse della società civile sembra spingere e a creare momenti di discussione e approfondimento, di solidarietà e azione, la stasi permane a livello istituzionale e politico. Ecco allora che nuove iniziative nascono.
Occorre sollecitare le istituzioni a prendere iniziative atte a contrastare l'aumento e la ferocia della violenza che colpisce noi donne, perché il problema tocca ognuna di noi e ognuna di noi ha il diritto e il dovere di fare qualcosa e contribuire alla realizzazione delle iniziative già in atto o proporne altre, per il prossimo futuro.
La cultura che nasce dal patriarcato e da una concezione sbagliata e distorta della donna “angelo del focolare” diventa la spinta all'incapacità di accettare che la donna abbia propria libertà di azione, di pensiero, di scelta. Questo ingenera la spirale di violenza perpetrata quasi sempre da ex compagni, partner, amici e parenti, vicini alla vittima, che fin troppo spesso porta ad un esito infausto e drammatico. I casi di cronaca di questa estate, dal Nord al Sud, sono l'esempio che la violenza sia trasversale e presente in ogni ambito familiare e culturale.

«Obiettivo donna. Quando la violenza è di genere»

Domenica 1° ottobre a Nepi (Viterbo). Il Polo Ewwa Viterbo organizza una giornata di approfondimento, incentrato sul tema della violenza di genere.
«Obiettivo donna. Quando la violenza è di genere» si articolerà nell’intera giornata con una prima parte di approfondimento aperta a tutti, classi, istituti, educatori, per provare a dare una risposta alla domanda “Perché la donna si trasforma da persona a obiettivo della violenza?”, con seminari e tavole rotonde. Parteciperanno esperti e tecnici, per dare un contributo sul tema. Dopo una pausa i lavori del pomeriggio riprenderanno dalle ore 14.30, questa volta incentrati sulla letteratura ed editoria, rivolti principalmente a lettori, scrittrici e addetti ai lavori, con presentazioni letterarie, approfondimenti tematici e un corso di scrittura creativa a cura di Andrea Franco, della Franco Servizi Editoriali, corso incentrato su “Come scrivere di violenza. La sensibilità narrativa”. Il corso è gratuito per le iscritte Ewwa ma può essere prenotato a un costo di 10 euro. Seguirà il focus su “Come realizzare progetti editoriali di antologie solidali a sostegno dei centri antiviolenza” con un incontro con i curatori editoriali di Arpeggio Libero, Elle Emme e Le Mezzelane.
Prenotazioni e iscrizioni sulla pagina facebook @EwwaPoloViterbo.

«Obiettivo donna. Quando la violenza è di genere» - Locandina

«Non una di meno»

E, in questo autunno caldo, riparte anche la mobilitazione: il movimento delle donne «Non una di meno» sta programmando nuovi appuntamenti e giornate di discussione.
Giovedì 28 settembre, dichiarato Giornata di azione internazionale per l’aborto sicuro, si svolgono manifestazioni in tutto il mondo per rivendicare il diritto delle donne a scegliere sul proprio corpo. E «Non una di meno» sarà in piazza a Milano.
Ogni anno nel mondo sono infatti quasi 50 mila le donne che perdono la vita a causa di un aborto non legale e quindi non sicuro, mentre 41 milioni di adolescenti portano a termine una gravidanza indesiderata o conseguente a uno stupro.

«Riprendiamoci la libertà» - banner

«Riprendiamoci la libertà»

Il 28 e il 30 settembre, la Cgil scende in piazza per la libertà delle donne.
Come si legge sul sito della Cgil, giovedì 28 settembre si terranno presidi, flash mob, assemblee e volantinaggi nelle città e nei luoghi di lavoro “per rivendicare, ancora una volta, il diritto alla libertà di scelta e all’autoderminazione delle donne, il diritto a vedere applicata una legge dello Stato, di fatto svuotata dalla troppa obiezione di coscienza”.
Sabato 30 settembre, con lo slogan «Riprendiamoci la libertà», il segretario generale della Cgil Susanna Camusso invita tutte le donne a scendere nelle piazze italiane per le manifestazioni organizzate contro la violenza sulle donne, la depenalizzazione dello stalking, la narrativa con cui stupri e omicidi diventano un processo alle vittime. A Roma, la manifestazione sarà in piazza Madonna di Loreto, alle ore 16.00.

«Mai più deboli»

Sabato 25 novembre ricorre la giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
Iniziative e manifestazioni saranno organizzate in tutte le piazze d'Italia. Nel web vi segnalo questa forma di protesta , creata dalla pagina Mister Om: un'ora di completo silenzio sul web, che andrà in simultanea mondiale, perché, come recita l'organizzatore.
Per essere a milioni, serve una persona sola: tu. Non restare indifferente! Parlane sempre e taci un'ora soltanto: l’urlo più forte contro la violenza sulle Donne.
Partecipare è facile: niente post, niente foto, niente video, niente commenti e niente like. In Italia dalle 13:00 alle 14:00. 
Maggiori info, consultare la pagina Facebook dell'evento.

«Mille voci contro la violenza»

Domenica 26 novembre, presso il Politeatro di Milano, ci sarà un evento corale di cui vi abbiamo già parlato (Gli scrittori della porta accanto - Mille voci contro la violenza: da un'idea di Emma Fenu, un evento corale per alzare la voce contro la violenza di genere) e cui partecipiamo come promotori.
L’evento è a ingresso gratuito e vedrà la partecipazione di tanti artisti e intellettuali, ognuno di loro salirà sul palco e porterà la sua voce, che si unirà alle altre, per levare un coro forte e potente per dire “Basta!” alla violenza sulle donne. I promotori, convinti che la letteratura, l’arte e la musica siano in grado di cambiare il mondo, vogliono trasformare parole, note, forme e colori in un messaggio che si fa interprete della volontà di raggiungere e coinvolgere tutti nella condanna della violenza contro le donne.
Inizialmente ideato dalla scrittrice Emma Fenu, l’evento ha trovato come promotori convinti i blog culturali e letterari Parole ad hoc,  Cultura al Femminile, Donne che emigrano all’esteroMedicamenta-lingua di donna e altre scrittureGli scrittori della porta accanto,   Scintille d’anima, oltre a varie associazioni, tra le quali Women in White di Como, Ewwa di Matera,  Se non ora quando? di Torino, il centro antiviolenza Linearosa SpazioDonna di Salerno.
Le organizzatrici, per far fronte ai costi di realizzazione dell'evento (legati alla struttura ospitante, gli ospiti che interverranno non percepiranno invece alcun compenso) hanno aperto una raccolta fondi online. Non mancate di dare loro il giusto sostegno.

«Mille voci contro la violenza» - Locandina evento

Cambiare l'approccio culturale e sociale è la soluzione.

La portata del fenomeno è tale che occorre davvero pretendere azioni, norme, interventi urgenti e determinanti perché ascoltare l'ennesima notizia di cronaca, che coinvolge un'altra donna come noi, in episodi di abusi, percosse, aggressioni o efferati delitti non è più ammissibile.


Loriana Lucciarini
Impiegata di professione, scrittrice per passione. Spazia tra poesia e narrativa. Molte pubblicazioni self e un romanzo “Il Cielo d'Inghilterra” con Arpeggio Libero. È l'ideatrice e curatrice delle due antologie solidali per Arpeggio Libero, la prima di favole per Emergency “Di favole e di gioia” nonché autrice con la fiaba “Si può volare senza ali” e la seconda di “4 Petali Rossi – frammenti di storie spezzate”, racconti contro il femminicidio per BeFree. È fondatrice e admin di “Magla-l'isola del libro”


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