Gli scrittori della porta accanto

[Libri] Cimitero di elefanti, di Antonio Traficante, recensione di Angelo Gavagnin

Cimitero di elefanti, di Antonio Traficante, Edizioni Montag, 2016. Torbidi legami tra servizi segreti e rifiuti, sullo sfondo del drammatico esodo dei migranti verso l'Italia.

Due sorelle, Mary e Sofia. La prima vive in Somalia con il padre che scopriremo essere implicato in loschi traffici di armi e rifiuti tossici; la seconda è una poliziotta che vive e opera a Lampedusa
Il padre moribondo affida a Mary un segreto e un compito molto importante: è l’ultimo suo desiderio che Mary si sente costretta ad assecondare. Così parte, o meglio fugge, verso l’Italia in un viaggio che ricalca quello che fanno i profughi che scappano dalle guerre e dalla fame per imbarcarsi in qualche modo verso l’Europa. 
Mary non è una profuga e non scappa da fame e stenti, però si ritroverà a vivere le stesse angosce, gli stessi pericoli, le stesse umiliazioni dei profughi
Si troverà in mezzo a un esodo del quale noi conosciamo solo la parte finale: l’arrivo dei barconi che vediamo nei telegiornali, ma quella è solo l’ultima parte del viaggio alla quale solo pochi fortunati arrivano perché molti muoiono per strada, nel deserto o vittime delle bande che gestiscono questi traffici di uomini per i quali la vita non vale niente. 
Il romanzo di Antonio Traficante ci racconta il viaggio di Mary: inseguita dai servizi segreti che vorrebbero entrare in possesso del “pericoloso segreto” affidatole dal padre, ci racconta anche la storia d’amore “particolare” della sorella Sofia e spezzoni di vita di profughi che già in molti vivono nei centri per loro creati a Lampedusa.

Il libro è scritto benissimo e le oltre trecento pagine si leggono in pochi giorni perché il racconto è molto coinvolgente. 

Il tema lo sappiamo è (come si usa dire adesso) “divisivo” e Antonio Traficante ha un pregio enorme che è quello di non giudicare, racconta la storia e lascia al lettore la responsabilità delle proprie emozioni che sono tante e forti.
È un romanzo che consiglio a tutti perché intenso, ben scritto e perché ci dà la possibilità di riflettere sul tema attualissimo dell’immigrazione troppe volte fonte di giudizi dettati da “riflessi condizionati alla Pavlov”. C’è chi ne parla male immediatamente e sempre, qualunque cosa succeda e chi, al contrario, ne parla sempre e immediatamente bene qualunque cosa succeda, in entrambi gli atteggiamenti, il più delle volte, manca un vero ragionamento.
Antonio Traficante si è documentato e ci fa entrare nelle varie realtà: ci racconta i giochi di potere, il fondamentalismo, la vita tremenda dei clandestini per i quali il barcone diventa l’ultimo miraggio di una vita impossibile; è un viaggio per il quale si sacrifica a volte un figlio venduto a chi offre la possibilità di tentare la salvezza del resto della famiglia.
Un libro che coinvolge e fa riflettere perciò consigliato, senza il minimo dubbio.

Cimitero di elefanti - Recensione Gli scrittori della porta accanto

Cimitero di elefanti

Romanzo storico che rivela torbidi legami tra servizi segreti e rifiuti, sullo sfondo del drammatico esodo dei migranti verso l'Italia.
Corno d'Africa, 2011. La carestia divora villaggi, vite, speranze. La massa di profughi diventa massa di migranti, che con le loro facce seccate dal sole intraprendono il viaggio oltre la feroce guerra civile che infuria in Libia: destinazione Italia.
Tra essi c'è Mary, figlia di Vittorio Gallardi, un collaboratore dei servizi segreti italiani in Somalia che ha creato un perfetto sistema di scambio armi-rifiuti. Mary ha poco tempo per redimere la storia torbida della sua famiglia e per farlo dovrà usare l'oggetto più prezioso affidatole da suo padre in punto di morte: Sepulcrum.

di Antonio Traficante | Montag/Amazon | Romanzo storico, Thriller
ISBN 978-8868921668 | cartaceo 16,00€ | ebook 2,99€


Angelo Gavagnin


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